Under pressure: dove nascono (alcuni) dei problemi del Milan

Nella conferenza stampa di presentazione al Milan, Paulo Fonseca ha dimostrato di avere le idee molto chiare sul tipo di Milan che avrebbe voluto vedere senza palla. I punti toccati dall’allenatore portoghese si possono riassumere in questa sorta di 'manifesto': "Voglio una squadra molto aggressiva nel pressing" "La voglio più reattiva quando si perde il pallone" "Deve essere alta a difendere, senza fare uomo contro uomo a tutto campo" Il pressing è sempre stato un punto importante del credo tattico di Fonseca, caratteristica peculiare della sua fase difensiva soprattutto nelle esperienze con lo Shakhtar e con il Lille . In particolare durante il suo primo anno in Francia, il Lille era probabilmente la squadra che pressava meglio della Ligue 1. E il Milan? È una squadra aggressiva? È difficile dare una risposta secca a questa domanda. Forse la sintesi migliore sarebbe questa: è una squadra che CERCA di essere aggressiva ma non riesce ANCORA a farlo bene. Sia quando deve andare a pressare alto, sia quando deve andare a riaggredire una palla persa in zona offensiva. Ci sono alcuni indici statistici di pressing e contropressing, sviluppati da Soccerment, che aiutano a rendere l’idea della fatica che sta facendo il Milan senza palla in queste prime due giornate . Il PPDA è una metrica 'classica' di pressione, la più utilizzata. Indica il numero di passaggi concessi alla squadra avversaria prima di intraprendere un’azione difensiva . Più è basso, meno passaggi una squadra concede all’altra prima di recuperare palla, per effetto della sua pressione. Questo indice ha però un piccolo limite: il pressing non sempre dà luogo a un’azione difensiva. Pensiamo ad esempio a una squadra che – pressata – è obbligata a buttare palla in rimessa laterale. Il PPDA non 'conta' questo recupero palla, e allora entra in gioco il BDP , che misura l’effetto concreto del pressing sulla costruzione avversaria. Quanto riesco con il pressing a disturbare i passaggi dell’altra squadra? Questo indice misura la riduzione media della percentuale di riuscita dei passaggi avversari . Fermiamoci un attimo e parliamo del Milan: la squadra di Fonseca è sotto la media della Serie A in entrambe queste voci statistiche. Concede più di 14 passaggi alle avversarie prima di recuperare il pallone e ha addirittura un valore negativo per quanto riguarda il BDP, il che significa che la pressione del Milan è stata totalmente inefficace contro le squadre che ha affrontato: solo altre 4 squadre in Serie A hanno esercitato una pressione meno efficace di quella del Milan in queste prime due giornate. E se parliamo di riaggressione, il risultato non cambia. Il GPI misura l’intensità della riconquista palla: rappresenta la percentuale di volte in cui una squadra che perde palla nel terzo offensivo effettua un’azione di riaggressione entro 6 secondi. Cosa significa il dato del Milan? Che tenta di riaggredire il 38% dei palloni persi nel terzo offensivo: certamente un dato non da buttare via, ma ancora lontano dall’idea di Fonsenca. Soprattutto se consideriamo l’ultima statistica sulla destra, il GPE , che indica la percentuale di riaggressioni riuscite sul totale delle riaggressioni effettuate. Anche qui, idem come sopra: al Milan riesce meno del 20% delle riaggressioni tentate. Tutti e quattro questi dati sono sotto la media della Serie A, come appunto si nota dalla posizione in classifica del Milan in basso a sinistra in ogni box nella grafica. E non perché il Milan non pressi, ma perché – come abbiamo notato nelle prime due partite – spesso lo fa in maniera inefficace. Una cosa che sicuramente non fa piacere a Fonseca, come ha fatto notare in maniera piuttosto chiara nel postpartita di Parma, dove ha evidenziato come sia impossibile vincere "Se si difende così". In questa fase, il Milan sta facendo troppa fatica ad accumulare numeri migliori di quelli che abbiamo visto. Per tanti motivi: tattici, fisici, di atteggiamento. Difficile scinderli, almeno per ora. E con il Parma abbiamo visto alcuni esempi. E il tema della mancata pressione si lega al tema delle troppe ripartenze concesse. Dei 2.09 expected gol accumulati dal Parma contro il Milan, ben 1.44 sono arrivati in contropiede: un dato semplicemente fuori scala. Allargando il discorso anche alla partita con il Torino, addirittura il 44% degli xG totali concessi dal Milan in questo campionato sono arrivati in ripartenza: è per distacco il rapporto peggiore della Serie A. Contropiede significa anche tiri facili per gli avversari: facendo la media sulle conclusioni totali, ogni tiro del Parma aveva una pericolosità media di 0.19 xG . Tradotto: ogni tiro della squadra di Pecchia aveva una probabilità quasi del 20% di finire in gol. Per fare un paragone, la media di una squadra di Serie A è circa del 10%, e il Milan è andato ben sopra la media in entrambe le partite. Ragion per cui non ci stupiamo nel vedere che il Milan a livello statistico è la squadra che concede i tiri più pericolosi di tutta la Serie A, e quasi la metà arrivano da contropiede. Paradossalmente , il Milan è di gran lunga la squadra che ha concesso meno tocchi nella sua area di rigore. Semplificando alla grande: i rossoneri non hanno fatto entrare spesso i loro avversari in area, ma quando succede sono dolori per Maignan. La difesa delle transizioni è probabilmente l’area su cui Fonseca ha più lavoro da fare, come mostra anche il secondo gol subito dal Milan. Il lavoro da fare c’è, ma il tempo sicuramente non manca. La certezza è che il Milan è già sotto pressione…