Dalla rosa alla resa: l'anomalo caso di Victor Osimhen

È quasi come vivere in una realtà parallela: la prospettiva che nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Ma che invece c'è. E, ovviamente, viene vissuta non tanto bene . Victor Osimhen è rimasto a Napoli. Una città che ha imparato ad amare, sia chiaro. Ma dall’essere un vero protagonista, ora si ritrova fuori rosa. Per vecchi patti che tutti erano convinti di riuscire a rispettare, e invece, adesso, hanno sviluppato un clamoroso effetto boomerang. Ma proviamo a inquadrare il contesto e a capire meglio la situazione. La storia all’inizio era nota. L’accordo per il rinnovo del contratto era vincolato a una sorta di intesa verbale con De Laurentiis: in caso di offerta per questa sessione di mercato, il Napoli avrebbe in qualche modo favorito la sua cessione, a condizioni economiche vantaggiose per tutti. Poi, il campionato è stato quello che è stato, e il valore del giocatore si è abbassato di molto rispetto ai 130 milioni di euro che erano previsti dalla sua clausola. Ma il Napoli era comunque convinto di incassare. E Osimhen di salutare. Ma tra le idee e la realtà c’è sempre di mezzo la trattativa. Che in un mercato più povero del solito, con una Premier League che ha investito quasi 200 milioni di euro in meno rispetto alla Serie A generando un minor flusso di mercato, ha portato a delle complicazioni decisive. Nelle ultime 24 ore di contrattazioni, poi, è successo di tutto. Mentre l’agente del giocatore trovava l’accordo con l’Al-Ahli, De Laurentiis faticava a dare l’ok alla chiusura dell’operazione per 65 milioni di euro più 5 di bonus. Il Napoli ne voleva 75 ma il club arabo non ha voluto più rialzare, virando su Toney. Senza fare i conti in tasca al Napoli, sarebbe stata di certo un’operazione vantaggiosa per l’attaccante, che si sarebbe visto garantire una clausola rescissoria anche abbastanza facile da attivare. Tradotto: in caso di una possibile offerta dall’Europa, Osimhen sarebbe potuto tornare a fronte di un pagamento importante, ma comunque fattibile. E poi vanno considerati i guadagni. L’attaccante a Napoli percepisce quasi 11 milioni di euro netti , in Arabia ne avrebbe incassati anche di più. Insomma, quasi un win-win, bloccato però dal muro della proprietà azzurra, che intendeva rifinanziare buona parte del mercato con una cessione che sarebbe stata in assoluto molto meno remunerativa rispetto a quanto preventivato. E se l’Al-Ahli aveva convinto Osimhen, non ci è riuscito il Chelsea, nonostante si fosse messo in prima persona anche Maresca a far accettare all’attaccante la destinazione. Nulla di fatto, con il giocatore che alla fine è dovuto rimanere e dovrà ora convivere all’interno di una situazione in cui a perdere sono tutti. Perde il Napoli, per la mancanza dell’incasso. Perde Osimhen, che si ritrova fuori dalla lista dei venticinque giocatori per la Serie A e che non ha ma davvero lavorato con la squadra. E ora come la gestirà Conte? Al momento, continuando così: con Lukaku a disposizione e con Victor che continuerà ad allenarsi a parte. Anche per preservare un’armonia di un gruppo del tutto da ricostruire, dopo i disastri della scorsa stagione. Se poi si cercherà di ricucire lo strappo, almeno fino a gennaio, sarà tutto da capire. Al momento la situazione è ferma. E a De Laurentiis costa moltissimo.