Napoli, cuore scozzese per il centrocampo: cosa possono dare McTominay e Gilmour

La sensazione dominante è quella di un chiarore di luce dopo un’estate di tormenta. Nubi d’incertezza, appesantite da un mercato apparentemente timido e dalla sconfitta inaugurale di Verona, sembravano compromettere pronti-via lo sposalizio tra il Napoli e Antonio Conte. Invece - si augurano i tifosi azzurri - il vortice di dubbi/incertezze/polemiche sarà ricordato come un temporale estivo. Violento, ma passeggero. Rischi intrinsechi delle piazze così calde e umorali. La capacità di toccare il cielo e precipitare, un istante dopo, negli abissi più oscuri. Un’altalena emotiva costante di cui Conte era perfettamente a conoscenza, già ai tempi della sua intervista al programma “Belve” di Francesca Fagnani, quando rivelò la sua ambizione, un giorno, di allenare in piazze come Napoli o Roma. Detto questo, a sottolineare la rapidità della perturbazione di pessimismo cosmico che ha coperto una delle città più lucenti al mondo, il Napoli conclude agosto a -1 dalla vetta, con 2 vittorie su 2 ottenute al Maradona e con una squadra dal volto decisamente più riconoscibile all’allenatore quattro volte campione d’Italia. Ma se un colpo - Romelu Lukaku - era atteso, bramato, previsto ancor prima che ci fosse qualcosa di realmente concreto, l’arrivo dalla Premier League del duo scozzese Scott McTominay-Billy Gilmour ha portato il termometro dell’umore a temperature ancora più mediterranee. Proveremo dunque a raccontarvi perché questi due colpi sono tra i più interessanti di tutto il panorama calcistico italiano. E soprattutto chi sono McTominay e Gilmour. Innanzi tutto, per la coppia il Napoli ha speso complessivamente 44 milioni di euro, 30 versati nelle casse del Manchester United per McTominay, 14 in quelle del Brighton per Gilmour. Ora, senza minimizzare l’impegno economico del Napoli, oggi una cifra complessiva del genere per due giocatori internazionali vale di per sé il rischio dell’investimento. Specialmente se consideriamo le spese che fanno il viaggio al contrario, ossia in uscita dall’Inghilterra e in entrata nei club che hanno la fortuna di trattare con le multinazionali della Premier League. Uno sguardo alla carta d’identità non fa che consolidare quanto appena scritto. McTominay, 27 anni, Gilmour, 23. Il Napoli ha ragionato bene. E soprattutto in prospettiva. Ma senza fare in conti in tasca al club di De Laurentiis, il doppio acquisto è figlio del privilegio di aver scelto un allenatore come Conte. Indipendentemente dall’epilogo della sua ultima esperienza in Premier League al Tottenham, la doppia esperienza inglese ha chiaramente esteso gli orizzonti analitici dell’allenatore. Un exploit immediato con il Chelsea, con tanto di incoronazione alla prima stagione inglese, la 2016/17 in cui aveva confermato uno dei suoi marchi di fabbrica: trasformare un decimo posto in vittoria del campionato. Seguita poi dalla vittoria della FA Cup l’anno successivo e dalla conquista, anni dopo, di un’insperata qualificazione in Champions League sulla panchina del Tottenham. Quando allenava il Chelsea, Conte sapeva di avere alle spalle della prima squadra un’Academy tra le migliori del Paese. In quella rosa, nell’estate del 2017, arrivò da Glasgow un giovane scozzese, che aveva incantato le giovanili dei Rangers. Per tutti, “il ragazzo di 16 anni che sembra un bambino” era uno dei talenti più promettenti in circolazione. La timidezza nello sguardo era un modo per ingannare gli avversari. Nascondeva un’autentica personalità. Ma soprattutto nessuna paura del confronto con i più grandi. Qualche anno dopo, Frank Lampard lo fa esordire. Ecco un bilancio delle sue prime due partite da titolare: 3 marzo 2020, Chelsea 2-0 Liverpool, Quarti FA Cup: Man of the match 8 marzo 2020, Chelsea 4-0 Everton, Premier League: Man of the match Come se non bastasse, nell’estate dell’anno successivo, Billy Gilmour viene convocato per la prima volta dalla nazionale scozzese. Senza neanche una selezione nel cammino di qualificazione, l’esordio è il più romantico e impegnativo possibile: Euro 2024. A Wembley contro l’Inghilterra. Come andò? 18 giugno 2021, Inghilterra 0-0 Scozia, Euro 2020: Man of the match. Un predestinato, penserete. Eppure, il cammino di Gilmour è stato tutt’altro che lineare. Prodigio sì, farà parte del Chelsea inaspettatamente campione d’Europa nel 2021, ma dopo quell’estate, i Blues lo cedono in prestito al Norwich. Stagione da dimenticare, mai un acuto e retrocessione a fine stagione. Nel settembre 2022, altro prestito. Questa volta al Brighton. Lì inizia un’altra storia, prima con Graham Potter e poi soprattutto con Roberto De Zerbi. L’uomo che più di tutti ha capito, compreso, sviluppato il potenziale di Gilmour. De Zerbi ha preso lo scozzese e lo ha trasformato in uno dei centrocampisti più unici della Premier League. Nel tunnel dell’Allianz Arena di Monaco, dopo la sconfitta per 5-1 della Scozia a Euro 2024, ho avuto la fortuna di incontrarlo. Stava da solo, in un angolo. Aspettava Pascal Gross, suo compagno di squadra al Brighton per uno scambio di maglia. Mi avvicino, scambiamo due chiacchiere. Poi gli chiedo: “Com’è Roberto?”. Gli si illuminano gli occhi, accenna un sorriso. “Un padre per tutti noi”. Mi basta quella risposta per capire tutta la riconoscenza di chi sa che quel momento, al netto del risultato negativo di quella sera, è anche merito di un uomo che non è stato un semplice allenatore per lui. Chissà se nelle mille conversazioni tra i due sarà mai uscita la parola Napoli, considerato anche il passato dell’attuale allenatore dell’Olympique Marsiglia. Gilmour avrà scambiato anche più di un messaggio con il compagno di nazionale e di reparto McTominay, che per uno scherzo del destino solo qualche giorno prima della chiusura del mercato aveva riempito tutti i notiziari televisivi scozzesi. Il video dell’accoglienza dei tifosi del Napoli al ragazzo arrivato dal Manchester United è una di quelle sfumature a cui noi siamo abituati, è vero, ma che fortificano sempre di più quel paradigma molto caro ai britannici secondo cui il calcio italiano – in quanto a passione – non si batte. Ne è chiara dimostrazione l’unica sillaba che esce dalla bocca di McTominay al suo arrivo a Napoli: “Wow”. Già un perfetto napoletano, se è vero che in città basta una parola, a volte solo un’espressione del viso, per manifestare un mare di sentimenti. Scott McTominay è scozzese per via del nonno. In realtà nasce a Lancaster, nel profondo nord-ovest inglese. Un’area che ti rende famoso nel mondo solo se diventi uno sportivo di successo o poco altro. Ma già da piccolo va a giocare nelle giovanili del Manchester United. Vi domanderete, come ci sarà finito? Al tempo allo United, il boss era un signore scozzese, il manager più rispettato di tutto il Paese. Sir Alex Ferguson era talmente grande da avere occhi ovunque. Da qui l’innamoramento per il ragazzo di Lancaster. Sarà per sempre il suo pupillo. Ma più delle parole, c’è una foto che dimostra il rapporto padre-figlio che lega i due. La prima firma sul contratto del Manchester United. Scott è un bambino, ma quel giorno non ci sono solo i genitori e i funzionari dello United. C’è il boss. In persona. Il motivo per cui Erik ten Hag non abbia considerato McTominay un punto, non diciamo centrale, ma quanto meno importante della sua squadra è ancora da scoprire. In un momento di profonda disillusione e di penuria di successi sportivi , la cessione di un ragazzo che ha sempre incarnato per i motivi sopra elencati i valori del club ha provocato un’ulteriore spaccatura tra i tifosi e la gestione. Su quest’ultima vi promettiamo che presto scriveremo un articolo ad hoc. Per il momento ci limitiamo a sottolineare che ten Hag non abbia mai considerato McTominay nel suo progetto tecnico. Curioso perché soprattutto nelle ultime stagioni, McTominay scaldava la panchina del Man Utd il weekend per poi trascinare la Scozia in ogni international break. I suoi 6 gol nell’ultima campagna di qualificazione a Euro 2024, con tanto di due doppiette contro Cipro e Spagna, sono stati fondamentali per staccare il pass per l’Europeo e hanno dimostrato le enormi abilità di incursore di McTominay , sempre incisivo in zona gol e non per caso . Paradossale come se non fosse per McTominay, ten Hag oggi non sarebbe sulla panchina del Manchester United. Il 7 ottobre 2023, a Old Trafford si gioca Manchester United-Brentford. Il titolo di giornata è: se il Man Utd non vince, ten Hag verrà esonerato. Il clima è teso. Il Man Utd rischia di perdere la terza partita consecutiva in casa per la prima volta dal 1979. Non vogliamo fare troppa retorica sui 98’ di partita di quel pomeriggio. Basta vedere il tabellino. All’87’, con Old Trafford che inizia a svuotarsi, ten Hag manda in campo McTominaty. Il risultato è 0-1. Al 93’ McTominay pareggia. Al 98’ McTominay segna il gol della vittoria. L’arrugginito Old Trafford rischia di crollare. Tutto il mondo red canta a squarciagola ‘This is the one’ degli Stone Roses. Brano leggendario con cui lo United entra in campo ogni sabato, ma questa volta rivolto a lui. A Scott McTominay, Manchester United born and bred, come si dice da quelle parti. Ossia nato e cresciuto con la maglia dei Red Devils. Ma non basterà. Quella sarà l’ultima stagione di McTominay al Manchester United. In estate sarà venduto al Napoli. In questo intreccio di mercato, ma soprattutto di vita, la Scozia e Napoli si trovano improvvisamente unite da un filo emotivo a cui nessuno aveva mai pensato prima. Per certi versi, non esistono posti più diversi. Per altri, sono molto simili. Nel modo di accogliere, di trattare la vita con leggerezza, di scherzare con autoironia sulle proprie disavventure. In queste sfumature, la Scozia e Napoli potrebbero andare a cena insieme. Magari Napoli pensa al cibo e la Scozia alle bevute. Ma andrebbero d’accordo. Anzi andranno d’accordo. La sera del 5 settembre inizia la Nations League della Scozia e sui canali social la nazionale ha indicato gli orari per vederla in tutto il mondo. 19.45, Glasgow. 20.45, Napoli. Poi tutto il resto. Questa fusione già ci piace e Conte può dormire sereno. Con l’autorizzazione di Mel Gibson il suo sarà presto un ‘Braveheart Napoli’, un Napoli coraggioso. A Maradona e William Wallace una chance irripetibile di conoscersi e fare un brindisi sopra le nuvole alla salute degli incontri belli e inaspettati.