La Lazio di Marco Baroni va avanti col doppio centravanti

Le impressioni di inizio settembre a fine mese lasceranno spazio alle prime risposte. Ecco perché dalla ripresa col Verona fino alle trasferte con Fiorentina e Torino si completerà il primo ciclo utile a tratteggiare meglio la Lazio di Baroni. Inizierà anche l’Europa League col nuovo format. Si alza il livello: più partite, meno margini di errore. E dalla prima contro la Dinamo Kiev si capirà con quale atteggiamento i biancocelesti affronteranno la campagna europea. Paradossalmente, ma neanche troppo, negli ultimi anni la Lazio ha fatto molto meglio in Champions che non in Europa League. Questioni di motivazioni o di priorità. Con Inzaghi il campionato è sempre stato più importante e non lo ha mai nascosto. Per Sarri la squadra faceva una scelta inconsapevole, dando più peso al cammino in Italia rispetto a quello europeo. Baroni, a parole, ha annunciato che non si faranno distinzioni. C’è da credergli. Almeno inizialmente sarà così. Vuole godersi la sua prima volta da allenatore in una competizione europea. Ha un organico evidentemente con meno qualità ma più duttile e modellabile. Può cambiare e variare sul tema. Può diventare una risorsa. Intanto in questi giorni sta lavorando a Formello con sei dei sette nuovi acquisti: solo Dele-Bashiru è in giro per il mondo con la propria nazionale. Un innegabile vantaggio per inserire meglio gli ultimi arrivati. Tra tutti Samuel Gigot, ultimo arrivato in casa Lazio e giocatore ancora tutto da scoprire, e Gaetano Castrovilli, tagliato dalla lista Uefa perché ancora in ritardo di condizione. L’ex Fiorentina è una scommessa che la Lazio spera di vincere ma ci vorranno ancora tempo e pazienza. Dopo due interventi al ginocchio negli ultimi due anni ha giocato pochissimo. Dopo aver provato e cambiato diversi schemi tra precampionato e inizio stagione, Baroni ha deciso: la formula col doppio centravanti da semplice opzione diventerà il riferimento della nuova Lazio. Un upgrade offensivo che ha dato risposte convincenti. Non si tornerà indietro, almeno al momento. Dia e Castellanos, a segno entrambi nella prima partita giocata dall’inizio contro il Milan, sono una coppia. Attaccanti complementari, non alternativi. Ecco perché nei prossimi appuntamenti dei biancocelesti Baroni punterà sul neonato tandem. Di sicuro alla ripresa contro il Verona. Il senegalese sta lavorando a Formello tra gestione e richiamo della preparazione, l’argentino invece tra i nazionali sarà l’ultimo a fare ritorno alla base ma anche quello più felice e motivato. Ha coronato il sogno di debuttare con la maglia dell’Argentina. Merito anche di un’estate al top e di un avvio di stagione da 2 gol in 3 partite. Un attaccante in più e un centrocampista in meno, per fare anche di necessità virtù. Il finale di mercato infatti, ha consegnato a Baroni un organico evidentemente corto a centrocampo ma con tanti giocatori offensivi, duttili e mobili. Anche così è nata l’idea di progettare una squadra votata all’attacco. Sta ridisegnando la Lazio, ora modificherà anche la difesa. Tornati a disposizione Mario Gila e Luca Pellegrini, l’allenatore ha introdotto delle sedute extra a Formello per tutta la linea difensiva. La partenza di diversi senatori gli permette di essere più leggero nelle scelte. Ci sono pochi insostituibili e molte gerarchie sono destinate a cambiare. Attenzione anche tra i pali, dove il giovane Mandas insidia Provedel. Non si escludono sorprese. Il tutto, ovviamente, tendente all’ inseguimento dell’equilibrio. Vero che la ricerca di un calcio propositivo espone naturalmente a dei rischi ma sono troppi i cinque gol subiti nelle prime tre di campionato. Inoltre, bisogna sottolineare come ben quattro di questi gol siano arrivati sempre in apertura di tempo e in tutte e tre le partite la Lazio è sempre andata sotto nel punteggio. Tradotto, significa che approccio e concentrazione sono da migliorare. Allo stesso tempo, però, la squadra biancoceleste ha mostrato un’ottima capacità di reazione. È infatti riuscita a recuperare 4 punti da situazione di svantaggio. Un buon segnale rispetto al recente passato, ma Baroni preferisce correre e non rincorrere.