Senza sforzo è un mito

C’è una frase che circola spesso negli spogliatoi: "Dobbiamo avere l'atteggiamento giusto". Sembra una frase fatta, un ritornello ripetuto con poca convinzione solo per riempire il silenzio, ma il Milan questo sabato ha dimostrato che l'atteggiamento cambia faccia a una squadra. Quella di Fonseca aveva il muso delle peggiori occasioni prima della sfida con il Venezia. Dopo un inizio di campionato da dimenticare, la pressione di San Siro era di quelle che può appesantire le gambe. Tutti si aspettavano una vittoria netta, soprattutto in vista dei due impegni cruciali di questa settimana: la partita di Champions League contro il Liverpool e il derby di campionato nel weekend. Non c'era spazio per errori in campo e a bordocampo. Le prime uscite avevano mostrato apatia, incapacità di reagire alle difficoltà da gruppo, serviva un’attitudine diversa. Ma cosa significa davvero avere l'atteggiamento giusto? Non è solo un modo di disporsi o di presentarsi ma una combinazione di comportamenti. Applicazione massima in ogni situazione di gioco, senza mai dare nulla per scontato. Attenzione ai dettagli, come un passaggio di 5 metri fatto con precisione o un posizionamento corretto che può fare la differenza tra intercettare un pallone o perderlo, e subirne le conseguenze. Disponibilità all’aiuto in ogni situazione. Comunicazione positiva verso i compagni, incoraggiandoli e correggendoli quando necessario. Voglia di determinare in ogni fase del gioco, sia in attacco che in difesa. Concentrazione alta per tutta la durata della partita, senza pause. E così è stato. Il Milan ha messo tutto questo nella sua la partita col Venezia, è stato più della somma dei singoli. Un collettivo che i singoli però li ha saputi esaltare. Un esempio lampante è stato Loftus-Cheek, che sembrava potesse faticare nel ruolo di centrocampista centrale, dopo averlo visto spesso impiegato sulla trequarti, forse per la sua scarsa propensione difensiva. Non stavolta, giocando una partita totale. Ecco, questo è il potere dell'ATTEGGIAMENTO: un comportamento individuale capace di tirare fuori il meglio da ogni giocatore, a beneficio del collettivo. Tutta la squadra ha mostrato una nuova attitudine, una voglia di lottare su ogni pallone, di non mollare mai. Questo cambio di passo indica un cambio di mentalità: la consapevolezza – condivisa - che senza sforzo non si ottiene nulla. C’è un’altra frase che invece circola ancora poco negli spogliatoi e invece dovrebbe essere appesa sugli armadietti. È di Roger Federer, pronunciata e spiegata nel discorso ai neolaureati del college di Dartmouth il 9 giugno: "Senza sforzo è un mito". Persino lui, aveva necessità di lavorare più duramente dei suoi avversari. La fiducia in sé stessi - e nel caso del calcio la fiducia degli altri - va guadagnata ogni giorno. E se lo dice il Re del tennis, nessuno può pensare di essere esente dal dare il meglio di sé in ogni situazione, perché è in questo modo che si vince poi 4-0 'senza sforzo' apparente ma con tanto lavoro alle spalle. L'atteggiamento giusto non è solo una frase fatta ma la chiave per trasformare il volto di una squadra in una partita, ma forse in un’intera stagione.