Roma, Juric e la sua normalità calmano il caos giallorosso

Che non fosse un pomeriggio come tutti gli altri, lo si era capito passeggiando intorno allo Stadio Olimpico a un paio d’ore dall’inizio di Roma-Udinese. Per chi si avvicina alla Tribuna Stampa, dopo aver parcheggiato allo Stadio dei Marmi, il percorso obbligato costeggia la Tribuna Tevere, poi i Distinti e infine la Curva Sud. Un tragitto abitualmente scandito dall’aumento graduale del volume, perché più ci si avvicina al cuore del tifo giallorosso e più i cori risultano comprensibili. Questo due, anche tre ore prima di ogni partita. Non è stato così contro l’Udinese. I tifosi della Curva erano tutti fuori dal settore, come promesso nei giorni precedenti. Una protesta civile, per chi ha scelto semplicemente di non esserci per i primi 30’. Per molti il trattamento riservato a Daniele De Rossi dalla sua stessa società è stato un vero e proprio oltraggio, esonerato dopo appena quattro giornate di campionato. Una sola sconfitta è vero, ma anche nessuna vittoria e tre pareggi in trasferta. Questo il bilancio, indubbiamente magro rispetto alle attese, ma determinato anche da un mercato chiuso definitivamente oltre il 30 agosto. In più il caso Dybala, la vicenda legata a Danso, insomma gli ostacoli per l’ex numero 16 giallorosso non sono mancati, ma questo non ha impedito a chi di dovere di prendere una decisione ingiusta e sicuramente impopolare. Ecco perché ieri allo Stadio Olimpico, non soltanto la Curva Sud ha scelto di entrare dopo 30’, ma anche negli altri settori si respirava distacco, freddezza. Lo stadio non era colorato di giallorosso, nessuno striscione in Tribuna Tevere, fischi alla lettura delle formazioni tranne che per Dybala, Pisilli e pochi altri. I più bersagliati? Cristante e il capitano Lorenzo Pellegrini che verranno beccati dal pubblico per tutto il corso della partita. Non certo i presupposti migliori per affrontare una squadra, l’Udinese, capolista solitaria dopo le prime quattro giornate. Né tanto meno per esordire su una nuova panchina. È il caso di Ivan Juric, catapultato in meno di una settimana dalla sua casa di Verona al centro sportivo 'Fulvio Bernanrdini' di Trigoria. Pochi giorni per preparare una partita già cruciale, dovendo inevitabilmente fare i conti con gli strascichi di una decisione scioccante per la squadra. E’ stato lo stesso Juric a rivelarlo: “I ragazzi erano dispiaciuti per l’esonero di Daniele e ho apprezzato la loro sincerità, perché di solito i calciatori a volte quando si cambia l’allenatore fanno finta...”. Onesto, sincero, un candore inaspettato nel descrivere la situazione che lo ha accolto, così come quando nella conferenza di vigilia non ha avuto nessuna difficoltà a riconoscere la bontà del lavoro del suo predecessore. Una limpidezza che anche la stessa squadra avrà apprezzato e sul campo si sono visti i risultati, si è materializzata all’improvviso la migliore Roma della stagione, capace di durare per 90’. Una vittoria netta e senza discussione, producendo a tratti anche un bel calcio. Dovbyk, che si era già sbloccato a Marassi, veste i panni del trascinatore con il suo primo gol allo Stadio Olimpico e un assist per la prima gioia di Baldanzi in giallorosso. Convincente la fase difensiva, con N’Dicka leader del reparto. A centrocampo le conferme arrivano da Niccolò Pisilli, che oggi compie 20 anni. In avanti cresce la sintonia tra il centravanti ucraino e Paulo Dybala. Qualcosa dello Juric pensiero si è già visto: meno rischi con l’impostazione dal basso, pressione alta uomo contro uomo e più verticalità. Un esordio perfetto quello del primo allenatore croato nella storia della Roma, nonostante le dimissioni improvvise di chi qualche giorno prima lo aveva assunto fino a fine stagione, la Ceo Lina Souloukou. Si ripete la storia già vista a gennaio, il club esonera Mourinho e poi accoglie le dimissioni di Tiago Pinto. Per molti, anche quelle del portoghese, dimissioni concordate. Ora sarà compito della proprietà scegliere una nuova figura in grado di dirigere le operazioni a Trigoria. Un responsabile che possa essere veramente l’emanazione di Dan e Ryan Friedkin, ripartiti per gli Stati Uniti dopo aver dato il benservito a De Rossi. Un’assenza, all’Olimpico, che di sicuro non è passata inosservata, così come la notizia dell’acquisto dell’Everton. Nel frattempo c’è un solo uomo al comando, si chiama Ivan Juric. Non poteva presentarsi meglio, sul campo e davanti ai microfoni. Un buon punto di partenza. Guai, però, a lasciarlo solo, le esperienze di Mourinho e De Rossi dovranno servire da esempio.

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