Quel sorriso di Conte che sembra la Gioconda

Scomodare Leonardo Da Vinci potrebbe apparire quasi sacrilego. Così come il confronto con la sua opera più celebre, La Gioconda. Eppure, il sorriso appena accennato di Antonio Conte davanti alle nostre telecamere, quell’alone di mistero sulle prospettive scudetto, cioè su quale sia la percezione di chi il campionato l’ha già vinto in Italia e all’estero, vale più di mille parole. Inutile nascondersi, prendere coscienza della propria forza non è reato ma una piacevole scoperta. Come del resto passare immediatamente all’incasso dopo aver investito 150 milioni sul mercato. I gol contro il Como di Mc Tominay, Lukaku e Neres sono la conferma che in estate si è lavorato bene, raggiungendo gli obiettivi indicati dall’allenatore. Il colosso belga, sul quale in pochi avrebbero scommesso a occhi chiusi, per Conte è l’incarnazione del giocatore con tutte caratteristiche necessarie per entrare nella sua corte. Resistente, potente, veloce. Per altri un paracarro, il giocatore con il frigorifero sulle spalle. Più vecchio e forse meno forte di Osimhen. Punti di vista annichiliti dalle statistiche, perché nel calcio vale tutto e il suo contrario. Ma allo stesso tempo valgono anche i numeri che fino a prova contraria rappresentano la verità. Ebbene, il signor Romelu Lukaku nelle ultime sei stagioni non aveva mai cominciato così bene. Neanche ai tempi dell’Inter allenata proprio da Conte, il suo mentore, è il caso di sottolinearlo. L’allenatore che ha puntato ad occhi chiusi su di lui, vincendo perplessità di natura tecnica ed economica. L’uomo che lo ha voluto in azzurro a tutti i costi. Questione di feeling e di conoscenze. Come la capacità di tirare fuori il massimo dall’attaccante belga, il giocatore giusto per tradurre sul campo in tempi brevi quei concetti di gioco che avrebbero trasformato il Napoli. Così è stato, per certi versi inaspettatamente considerando che la trattativa con il Chelsea si è chiusa positivamente solo al termine del mercato. Nulla di strano che Romelu non fosse al 100 per cento, ma per ora è bastato essere decisivo nel 50 per cento delle 14 reti messe a segno dal Napoli in campionato. 3 gol e 4 assist, che proiettano la squadra in testa alla classifica, al punto che forse neanche Conte si aspettava un impatto così profondo, da subito. Naturale allora che quel sorriso, ammantato di mistero, subito dopo la quarta vittoria consecutiva al Maradona, sia la garanzia che la squadra potrà coltivare legittime ambizioni di primato, restando con i piedi per terra ma allo stesso tempo cavalcando l’entusiasmo dei propri tifosi, propellente indispensabile per affrontare anche i momenti di difficoltà. Che poi ad esultare al Maradona per una vittoria che consolida il primato in classifica ci fossero anche quelli che avevano storto il naso al momento dell’arrivo di Lukaku, poco importa, perché nel calcio, si sa, vale tutto e il suo contrario. D’accordo, non sarà ancora un’opera d’arte, eppure il Napoli ancora lassù, davanti a tutti, quantomeno ha messo tutti d’accordo.