Roma, un mercato buono ma incompleto: Dovbyk convince, gli altri meno

Non sta facendo la differenza finora il mercato in entrata della Roma che arriva alla sosta di campionato all’ottavo posto in classifica insieme ad Atalanta, Empoli e Fiorentina. La cura Juric ha avuto un effetto immediato poi rapidamente evaporato. Bene con Udinese e un tempo con Atlethic Bilbao poi le prestazioni insufficienti con Venezia, Elfsborg e Monza. Pochi i giocatori in crescita. Svilar, Ndicka e Angelino a cui aggiungere Artem Dovbyk. Il centravanti ucraino è la parte buona del mercato. D’altra parte non poteva essere casuale il titolo di capocannoniere della Liga senza essere tesserato con Real Madrid, Barcellona o Atletico Madrid. È vero che i princìpi di gioco del Girona erano molto predisposti alla valorizzazione del terminale offensivo ma poi i gol bisogna saperli fare. Dovbyk in serie A si sta confermando un centravanti di altissimo profilo. Può essere servito a campo aperto perché la progressione è notevole. Sui cross dalle corsie laterali è molto faticoso per i difensori avversari non fargli prendere il pallone e in area di rigore riesce a muoversi bene e fare scelte giuste come dimostra l’esitation in area di rigore del Monza che ha portato al gol del momentaneo vantaggio. Dovbyk ha rappresentato un bell’impegno economico per la Roma ma i centravanti che fanno gol costano tanto. 30,5 milioni di euro più 5,5 di bonus e il 10% sulla futura rivendita. Ha l’età giusta per mettere la firma su un quinquennio e oltre. Quattro i gol realizzati finora tra serie A ed Europa League. Ha messo d’accordo sia l’attuale allenatore Ivan Juric e chi lo ha preceduto, Daniele De Rossi, bravo a sentenziare dopo le prime giornate quando il centravanti ucraino faticava a trovare la porta avversaria. “Dovbyk farà molti gol” era stata la sua previsione. L’ex centravanti del Girona rimane l’unica eccellenza della sessione estiva. Hermoso non trova la condizione migliore, Hummels non ha avuto il piacere di mettere piede in campo, Abdulhamid sembra ancora acerbo e su Enzo Le Fée i due allenatori della Roma non hanno potuto contare quasi mai causa un infortunio sorprendentemente lungo. Ma la situazione più difficile riguarda Matias Soulé. Anche su di lui la Roma ha investito una certa cifra. 25,6 milioni di euro più 4 milioni di bonus. La risposta del campo finora è largamente insufficiente. Otto presenze con zero gol e zero assist e una gran difficoltà a connettersi con la squadra. Troppe giocate individuali quasi sempre improduttive testimoniano i problemi nel trovare la giusta posizione in campo. Ha le sue responsabilità il giovane argentino ma non è stato aiutato. Era stato chiamato per recitare un ruolo da protagonista nella sua posizione preferita: titolare nel 433. Poi la permanenza di Dybala ha messo tutto in discussione con Soulé a cambiare status e posizione: alternativa a Dybala da trequartista. In mezzo al campo dunque lui si è sempre esaltato quando ha avuto la possibilità di muoversi con i piedi a ridosso della linea laterale. La Roma ha speso più di cento milioni nel mercato estivo costruendo una squadra incompleta ma buona. Il passaggio da un allenatore all’altro non ha certamente accelerato la fase di inserimento dei nuovi. Tanta confusione in troppi pochi giorni e l’arrivo di una nuova guida con idee molto differenti da chi lo aveva preceduto certamente non può essere considerato un aiuto. E anche l’ambiente stadio diventato freddo dopo anni di esplosione d’amore: è una variabile da tenere in considerazione. Ma poi alla fine gli sportivi professionisti devono trovare la forza di aiutarsi da soli. Succede in ogni angolo del mondo e Roma e la Roma non possono rappresentare un’eccezione.

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