Il vero punto di forza del Napoli di Conte: tutti allineati all'esigenza del gruppo

C’è una panchina silenziosa alle spalle del Napoli capolista. I giocatori come Simeone, Raspadori, Juan Jesus e Zerbin, protagonisti del terzo scudetto ma fino a ora relegati a un ruolo da comprimari. E con loro, seduti accanto ad Antonio Conte, Ngonge e Mazzocchi, quelli in buona sostanza che hanno avuto meno fortuna nell’anno post tricolore. Poi tutti gli altri, i nuovi, Neres, Spinazzola Gilmour, Rafa Marin. Ragazzi in attesa del loro turno, che però si sono fatti sempre trovare pronti nonostante i pochi minuti giocati in questo avvio di stagione. L’altro Napoli non ha il sorriso spento di chi si sente fuori dal progetto. L’altro Napoli, Conte lo sa, verrà fuori alla distanza, nei momenti di difficoltà. Perché per restare in vetta servirà il contributo di tutti e tutti fino a ora, anche quelli che non sono riusciti a strappare una maglia da titolare, hanno avuto l’atteggiamento giusto, nonostante i pochi minuti spesi in campo. Lo spirito con il quale si sono messi a disposizione dimostra che l’allenatore ha avuto comunque la capacità di far entrare tutti nel suo progetto. Fino a questo momento vincente. Alternative preziose come Raspadori e Simeone, i due attaccanti dietro a Lukaku. L’italiano grazie a Spalletti ha avuto la possibilità di mettersi in luce con la Nazionale, l’argentino invece, nonostante il minutaggio con il contagocce, non ha perso l’atteggiamento propositivo che da sempre è stato il suo tratto distintivo. Attaccanti con caratteristiche diverse rispetto al belga che Conte dovrà integrare in un sistema di gioco in grado di valorizzare i loro punti di forza. E anche su questo aspetto l’allenatore ha dimostrato di non avere problemi, passando da un modulo all’altro con disinvoltura, sconfessando chi gli aveva appiccicato l’etichetta di integralista, incapace di derogare dal tre-cinque-due. Sarà più semplice con Gilmour, Neres e Spinazzola, giocatori di qualità e di esperienza, funzionali al progetto, acquisti mirati di un mercato che ha dato risposte positive su tutti i fronti. La panchina al momento non è una bocciatura ma la terra di mezzo dove affinare le proprie conoscenze per metterle al servizio della squadra quando sarà il momento giusto. Come ha fatto Ngonge in Coppa Italia, capace di sfruttare l’occasione giusta per esaltare le proprie qualità. Poco più di un mese fa era sul mercato ora invece si è guadagnato la convocazione con la nazionale belga. Una bella storia, come quella di Pasquale Mazzocchi, il gregario, titolare nelle prime quattro di campionato, fino al cambio del sistema di gioco. Poi si è accomodato in panchina senza però battere ciglio. Allineato come tutti alle esigenze del gruppo. A pensarci bene il vero punto di forza del Napoli che guida la classifica del campionato. La sana competizione durante gli allenamenti trasformata in energia positiva dagli uomini scelti da Conte il giorno della partita. Così è stato fino ad ora, con tutti gli altri pronti a dare il loro contributo. Rispettando le scelte dell’allenatore. In silenzio, ma con il sorriso dettato dalla consapevolezza che arriverà il momento giusto per tutti.