Chiamatelo 'Angelo': Bonny fa sognare il Parma, e quel gol di tacco...

Il regalo per i suoi 21 anni se lo è fatto in anticipo. O meglio, è stato lui a farlo a tutti i tifosi del Parma. E diciamolo pure, a tutti gli amanti del bel calcio. Dentro il gol di Como c’è tutto: fantasia, decisione, intuizione e velocità d’esecuzione. In una parola c’è il genio, secondo la definizione di quel capolavoro che è stato Amici Miei. Consiglio non richiesto: chi se lo fosse perso, trovi il modo di vederlo, ne vale assolutamente la pena. Riferito sia al film, sia al gol di Ange-Yoan Bonny. A Parma la memoria è volata subito lontano, lontanissimo. Ai colpi di tacco di Asprilla, di Crespo. Tempi in cui squadra brillava di una luce immensa. La stessa che sembra poter illuminare questo ragazzo che ha appena festeggiato quella che una volta sarebbe stata la maggiore età. Lui invece è cresciuto in frettissima. Prima in Francia, nella Berrichonne de Chateauroux. Dove a 17 anni e 6 giorni ha fatto il suo esordio in Ligue 2. Roba da predestinati. Un paio di apparizioni prima di tornare in Primavera. Poi qualcosa allo Chateauroux cambia: l’allenatore. Arriva uno che con gli attaccanti ci sa fare, perché di gol ne ha segnati tanti e a livelli altissimi: Marco Simone, pur in una stagione che finisce con la retrocessione, ha l’intuizione di rimetterlo nel giro della prima squadra. E il 21 aprile 2021 contro il Rodez, Bonny segna il primo gol da pro. Il Parma vede in lui quello che aveva visto Simone, e quello che oggi vedono tutti. Così, nonostante il pressing dei francesi per fargli firmare il contratto, lui si libera e arriva in Italia. Il resto è storia recente. Quella di una crescita – appunto – continua. Preso per giocare con la Primavera, diventa un elemento fisso della prima squadra. La stagione dell’esordio italiano è difficile, come è difficile per il Parma. Poi con l’arrivo di Pecchia la curva della crescita si impenna. La sua forza in campo si vede subito: quasi un metro e 90 di muscoli, ma con piedi dolcissimi. Difende palla, aiuta i compagni e regala palloni da centrocampista, con una visione di gioco affinata agli inizi della sua carriera. Accanto al suo nome nelle giovanili non a caso c’era scritto proprio ‘centrocampista offensivo’. Fuori dal campo è legatissimo a mamma Augustine, di origine ivoriana, che appena può gli fa visita. Ragazzo educato, tranquillo e amato da tutto lo spogliatoio. Un legame particolare con Bernabè. Questione di talento. Un’intesa che li porta a studiare un’esultanza diversa per ogni partita. Fin qui ne sono servite 3. Un numero che lo ha addirittura portato sul podio della storia degli attaccanti gialloblù. Nella stagione del debutto in A soltanto due avevano segnato di più nelle prime nove gare: Alessandro Melli e Hristo Stoichkov. E la cosa fa già un po’ impressione così. Terzo, come tra i più giovani ad avere a referto dall’inizio della scorsa stagione almeno 8 gol e 8 assist nei top 5 campionati europei: prima di lui Savinho e Lamine Yamal. Insomma, ora anche i numeri raccontano la forza di questo ragazzo, che ha imparato bene l’italiano e qui ha anche preso la patente. Perfettamente integrato. Nel Paese e nella squadra. Al punto che Ange Yoan ormai è quasi il passato: per tutti lui è Angelo. E il Parma si affida alle sue ali per tornare in alto.

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