Conte contro Gasperini: così lontani, ma così vicini

Undici anni di differenza, quasi 1200 km di distanza da Grugliasco, in provincia di Torino, a Lecce. Da una parte zero scudetti, dall’altra 10 tra campo e panchina: otto alla Juve, uno all'Inter e uno a Londra con il Chelsea. Così lontani, ma con tanti tratti comuni. Il più attuale è senz’altro quello che, senza timore di essere smentiti, porta a considerare Gian Piero Gasperini e Antonio Conte tra i migliori allenatori italiani in circolazione. Torneranno ad affrontarsi a tre anni e mezzo di distanza dall’ultima volta, in un Napoli-Atalanta che mette di fronte le due squadre più in forma del campionato. La capolista ha vinto le ultime cinque di fila, subendo soltanto un gol, la Dea le ultime quattro andando a segno 15 volte. Sei punti in più in classifica per il Napoli di Antonio Conte, impeccabile dopo l’esordio traumatico a Verona il 18 agosto. Da quel giorno otto successi e lo 0-0 a Torino con la Juve. Negli ultimi due mesi soltanto due calciatori sono stati capaci di segnare al Napoli, entrambi al Maradona: Bonny su calcio di rigore e Gabriel Strefezza il 4 ottobre. L’Atalanta è stata inevitabilmente condizionata dalle fatiche di Champions e dalle tre sconfitte patite nelle prime cinque giornate di campionato: Torino, Inter e Como hanno battuto i bergamaschi, ma ormai è da più di un mese che i Gasperini Boys non sbagliano un colpo. Il pareggio a Bologna del 28 settembre e poi solo vittorie . Quello di Napoli sarà il secondo esame di maturità per capire se in questa stagione a Bergamo si potrà davvero sognare quella parola che l’allenatore, ancora oggi, fa fatica a pronunciare. Il primo test da grande, quello del 30 agosto a Milano contro l’Inter, era andato male, anzi malissimo. L’Atalanta però è sempre lì, a un passo dai piani alti, ma le converrà non pensare troppo all’ultimo viaggio a Napoli, quello della scorsa stagione. Il 30 marzo non c’era stata storia: 0-3 al Maradona contro la copia sbiadita della squadra Campione d’Italia in carica. C’era Calzona sulla panchina azzurra e a mettere le firma ci pensarono Miranchuk, Scamacca e Koopeminers. Il russo e l’olandese hanno salutato in estate Bergamo, mentre il centravanti romano è fermo ai box. Soprattutto, di fronte, ci sarà tutt’altro Napoli, quello totalmente rivitalizzato da un allenatore capace più di ogni altro di dare immediatamente la sua impronta. Era stato così a Bari, a Siena, alla Juventus, in Nazionale, al Chelsea, all’Inter e anche nel primo anno al Tottenham. L’unica volta che non riuscì a incidere come avrebbe voluto, capitò, guarda caso, a Bergamo. Era il settembre del 2009, Conte subentrò a Gregucci alla guida dell’Atalanta. Esordì contro il Catania e venne subito espulso, durò appena 13 giornate collezionando soltanto 13 punti e le dimissioni a gennaio 2010 arrivarono proprio dopo una sconfitta in casa contro il Napoli. Quasi 15 anni dopo, eccolo a guidare la riscossa voluta da Aurelio De Laurentiis che, dopo aver sbagliato tutto lo scorso anno, finora sembra aver indovinato ogni mossa. E pensare che anche Gian Piero Gasperini avrebbe potuto occupare quella panchina. C’era anche lui nella lista del presidente del Napoli e, dopo aver trionfato in Europa League il 22 maggio scorso a Dublino, il suo addio Bergamo era sembrato più vicino. Gasp invece è rimasto lì dove da anni sta facendo la storia, lui che ha vestito la maglia della Juventus di Trapattoni da giovanissimo, anche se soltanto in Coppa Italia nel biennio 76-78. Entrambi hanno vissuto le panchine di Inter e Atalanta e se da una parte l’impatto di Conte a Milano non è neanche lontanamente paragonabile a quello fallimentare di Gasperini nell’estate 2011, lo stesso si può dire al contrario per quello che i due, in periodi diversi, hanno vissuto a Bergamo. Domenica all’ora di pranzo si affronteranno per la nona volta in carriera. La prima e unica disputata in Serie B diciotto anni fa è anche la sola vittoria per l’attuale allenatore dell’Atalanta. A Marassi, alla guida del Genoa, finì 3-0 contro l’Arezzo di Antonio Conte che, poco più di 20 giorni dopo, venne esonerato e sostituito da Maurizio Sarri, salvo poi essere richiamato, ma senza riuscire a evitare la retrocessione in serie C. Saprà prendersi più di una rivincita, battendo Gasperini tre volte alla guida della Juventus e due sulla panchina dell’Inter. Senza dimenticare che l’ultimo Scudetto vinto in Italia, quello conquistato aritmeticamente il 2maggio del 2021 con quattro giornate d’anticipo, arrivò grazie alla vittoria della sua Inter contro il Crotone. Ma anche per il contemporaneo pareggio contro il Sassuolo della rivale più vicina: l’Atalanta di Gian Piero Gasperini.