Milan, lo strano paradosso dei numeri di Leao

Paolo Assogna su Insider se lo chiedeva giusto qualche ora fa: “Il povero algoritmo quale dati dovrà analizzare per provare a risolvere il caso Roma?”. Ecco, il dato di certo aiuta a capire crisi o momenti d’oro. Evidenzia problemi in potenza o già in atto, permette di analizzare in forma più distaccata e meno ‘emotiva’ una performance. E se la Roma ha diversi problemi da capire, c’è un ex Roma, Fonseca, che ne ha uno, bello grosso da dirimere: la questione Leao. Se ne parla di continuo, perché le sue panchine fanno rumore. L’ha fatto il giocatore stesso, rumore, in qualche intervista in Portogallo; gli ha risposto, sempre a decibel abbastanza alti, il suo allenatore in conferenza stampa. E sul campo. Il numero 10 nella partita contro il Monza ha vissuto la sua terza esclusione consecutiva, figlia di risultati personali non proprio entusiasmanti. Ma è davvero così? Lato ‘emotivo’ sì. Lato ‘statistico’… nì. Ed è un curioso paradosso. A venirci incontro sono le metriche stilate da Soccerment, che mettono a confronto il Leao della scorsa stagione, che comunque con Pioli è stato protagonista tra alti e bassi, e quello di queste prime undici partite di campionato. E se in campo le prestazioni non sono sembrate all’altezza , in realtà i dati suggeriscono altre interpretazioni che possono lasciare abbastanza stupiti. Guardate questa chart: in azzurro sono colorate le prestazioni del portoghese in questo campionato; in verde quelle dello scorso, ovviamente a parità di minuti giocati. Vedendo la mappa, il giocatore risulta migliorato in quasi tutti i parametri. Lo è di sicuro nel dato sui dribbling vinti e nella percentuale di dribbling riusciti . Niente male nemmeno le potenziali azioni pericolose dai suoi passaggi, con un indice di 0.15, anziché di 0.11 rispetto all’anno precedente. Buona anche la capacità di nascondere il pallone all’avversario, un dato che si lega molto bene ai tre sopra indicati: circa il 75% contro il 68%, vale a dire molti meno palloni persi. Fino a qui, sembra che il Leao esterno di fascia, quello capace di fare dribbling e costruire azioni sia stato anche parecchio efficace. E l’attaccante, il finalizzatore? Ecco, qui bisogna soffermarsi di più. Quest’anno, il portoghese ha realizzato una sola rete, mentre l’anno scorso era già a 3. Ma il dato degli expected goal dice che per questa stagione l’attaccante abbia raggiunto un indice di 3.3. Vuol dire che, di fatto, realizza una rete ogni tre potenziali occasioni da gol. E se consideriamo che sia di molto aumentato, rispetto all’anno scorso, il numero dei tiri , emerge un quadro non propriamente da giocatore con il killer insinct. Scaviamo più a fondo. La scorsa stagione, riporta sempre Soccerment, su 9 gol realizzati, gli xG erano di 8.9. E ancora più in generale, le metriche legate all’attaccante dimostrano che la sua capacità realizzativa sia in linea o superiore a quella dei gol potenziali. E quindi? Leao, di fatto, sta deludendo da questo punto di vista. Che è poi quello più ‘banale’, se consentite il termine, secondo un aspetto puramente calcistico: i gol, pochi, e le occasioni sprecate, che sono un po’ troppe. La statistica non può prevedere il futuro, ma segna una tendenza e lascia quindi supporre che un rendimento così basso sia difficile che perduri lungo tutto il campionato. Ma qui subentra un ‘fattore umano’ che nessun dato può prevedere e che riguarda certamente il rapporto tra Fonseca e l’attaccante suo connazionale. “Mi aspetto possa essere decisivo, sarà titolare”, ha detto l’allenatore prima del Real. Al momento, la cronaca racconta di una situazione tra i due in divenire. Segnare di più, o overperfomare aiuterebbe parecchio.

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