"Federico Buffa Talks - Alessandro Del Piero: il PODCAST esclusivo per Sky Sport Insider

In un mondo che corre, si affanna e consuma ogni anniversario con la fretta di chi sa già cosa dire, oggi scegliamo dunque di celebrare un non-compleanno. Un “buon non-compleanno” per lui, come avrebbe detto Lewis Carroll nel sequel del suo Paese delle Meraviglie. È una celebrazione diversa, ispirata da quel mondo fantastico. Un omaggio a un uomo che in questi cinquant’anni non ha mai inseguito semplicemente il tempo, ma qualcosa di più profondo: il sogno, la perfezione, l’eccellenza. Se ti chiami Alex Del Piero, hai la fortuna di essere talmente amato che tecnicamente potresti iniziare a ricevere i primi messaggi di “buon compleanno” intorno alle 11.00 - ora italiana - dell’8 novembre, dagli atolli corallini di Kiritimati o giù di lì, “down-under”, passando per Sydney, Tokyo, Nuova Dehli, Dubai, Madrid, Los Angeles e andare avanti a rispondere grazie, per ben due giorni, fino alle 11 - ora italiana - del… 10 novembre. Dieci. Il numero con cui lui stesso ha scelto di rappresentare il suo mondo e con cui è divenuto un simbolo in ogni angolo del pianeta. Non un’icona di plastica o una statua da ammirare e dimenticare, ma un modello reale, fatto di carne, di ossa e di sogni nati in una stanzetta d’infanzia, di un piccolo paese di provincia italiana, dove tutto sembrava possibile. Perché, in fondo, semplicemente, lo era. Fare il calciatore e viaggiare di continuo. Questo sognava Alessandro da bambino. Se però smetteva di fantasticare e iniziava a pensare a cosa da grande avrebbe potuto realisticamente diventare, si immaginava camionista. Per mettersi in moto avrebbe dovuto solo compiere 18 anni e prendere la patente. Spoiler: sappiamo tutti come è andata a finire. Sarà il numero 10 del calcio italiano più vincente in assoluto e da perfetto fantasista, non smetterà mai di viaggiare. “Il mio motore è stato sempre l’amore profondo per il calcio” Alessandro Del Piero La storia che ascoltate è una storia che appartiene a tutti noi. È un viaggio nei ricordi e nelle riflessioni di uno dei numeri 10 più celebri al mondo. Un racconto intimo e sincero, che ripercorre in maniera non cronologica la lunga carriera di Alessandro Del Piero, a partire dal primo incontro nel 1993 col “presidentissimo” della sua squadra del cuore: Giampiero Boniperti. «Ok, allora, Del Piero firmi qua». «In che senso?» «Firmi qua. Non si preoccupi, poi la cifra la metto io». E io… ma vado a dire qualcosa a Boniperti? Io? Cioè, ho 18 anni, che gli vado io a dire, pure? Mi sta anche dando dei soldi! Alessandro Del Piero Una firma in bianco e un simbolico “passaggio di consegne” da leggenda a leggenda, caratterizzato dalla stima reciproca e dall’amore incondizionato per la squadra e per la gente, daranno vita a un legame speciale, che Alessandro Del Piero stesso ha suggellato con un secondo contratto in bianco, 18 anni dopo, mettendo ancora una volta il cuore davanti a qualsiasi altro interesse. Mentre ne parla, sembra ancora di sentire i suoi battiti risuonare al ritmo di una favola che quasi tutti da bambini avremmo voluto vivere e che, in una prospettiva inedita, si può ascoltare nell’ultima puntata di Federico Buffa Talks disponibile in anteprima esclusiva per la prima volta in versione podcast per chi è iscritto a Sky Sport Insider. Una lunga storia d’amore e di gol che in molti casi ha suggellato col suo nome, sin da quello numero 10 segnato, tra partite ufficiali e non, il 18 settembre del 1994, contro il Napoli: sarà quello il trademark con cui diventerà leggenda. Nel lungo cammino che lo ha consacrato recordman juventino e campione del mondo, con umiltà, garbo, dedizione e passione ha portato sempre con sé le radici di quel nord-est italiano, terra di lavoro e sacrificio, di cui ha fatto propri i valori. Anno dopo anno ha fatto tutto quello che un principe sognatore deve fare. Fino al '98 lui è il Piccolo Principe di Saint-Exupéry. Vive in un mondo dove: “Se tu arrivi alle cinque, io sarò già felice alle tre”. I fuoriclasse li vedi, non pensano, eseguono. Non stanno pensando faccio questo, faccio quello: succede. E lui fino all'infortunio del '98 è il Piccolo Principe e ha una sicurezza nei suoi mezzi impressionante. Ancora adesso lui ti dice: “Io, se mi applico, questo lo so fare bene”. Lì non doveva neanche applicarsi. Nel senso che gli scorreva il calcio prima, prima ancora di pensarlo... Federico Buffa In ogni tappa ha dimostrato come l'eccellenza si possa raggiungere non solo con il talento, ma anche con la capacità di rialzarsi e continuare, semplicemente perché è quello che si deve fare. È stato Pinturicchio e Godot. Achille sulla collina poco prima di diventare eroe a Berlino. Capitano e leggenda. Ogni gesto, ogni gol, ogni scivolata sul campo sono stati la testimonianza di un uomo che, con quel “10” sulle spalle, non ha mai smesso di sognare. Lo spirito di sacrificio è fondamentale, non vai da nessuna parte senza. Che sia calcio, che sia un altro sport, che sia lavoro, se non sei disposto a dare qualcosa di più di quello che ti viene richiesto, sei una persona normale che fa la sua vita Rispettabilissima. Niente da dire. Io preferisco essere l'altra parte, quella che è pronta a fare uno, due, tre, dieci cose in più, per l'obiettivo che mi sono prefisso. Alessandro Del Piero Tra le tante telecronache che ne hanno accompagnato la carriera, il commento di Fabio Caressa al gol del 2-0 segnato in casa contro l’Inter nel 2012, ha stampato nel dizionario juventino la definizione forse più calzante alla voce Alex Del Piero: “Nel giorno più importante, nella partita più importante, nel momento più importante, l’uomo della storia della Juventus”. In bianconero è l’uomo dei record: 705 presenze, 289 gol, 18 trofei, 4 volte capocannoniere, l’unico ad aver raggiunto questo titolo con la stessa squadra prima in Champions e poi in Serie B e Serie A in due stagioni consecutive, dopo essersi laureato Campione del Mondo con la Nazionale. Generazioni di ragazzi sono cresciuti portando il suo nome: uomini che oggi sono nonni, padri e figli, che a loro volta saranno padri e poi ancora nonni. Ha ispirato e continua a ispirare chiunque creda che l’eccellenza sia un traguardo per tutti, non un privilegio per pochi. Ha mostrato che la vera vittoria è qualcosa che condividiamo, che si moltiplica quando illumina anche gli altri. Lo sanno bene gli oltre 40.000 che il 13 maggio del 2012, al minuto 57 di Juventus-Atalanta, dopo averlo visto segnare il suo ultimo gol in bianconero con la maglia da capitano, hanno fatto brillare di luce e lacrime lo Stadium, dando vita a uno dei più grandi riti pagani collettivi che lo sport italiano moderno possa ricordare. Io credo che una persona, o più di una persona nell'entourage di una società, che abbia partecipato alla storia del club debba esserci e debba ricoprire mansioni. Mi manca la Juventus? ... Il legame che ho con la Juventus - e con Juventus parlo di tutte le persone che hanno con me partecipato nel percorso, che … rimane bello come all'epoca - io non lo sporcherò con mai niente, se dovessi mai ricoprire un ruolo in questa società. Alessandro Del Piero Nella sua semplicità, ha saputo incarnare con determinazione un ideale che va oltre il calcio. “Anormale nella sua normalità”, come lo aveva definito il suo primo direttore sportivo. Anagraficamente il 9 novembre 2024 Alessandro non festeggerà solo i suoi primi 50 anni, ma una vita di sogni realizzati e di viaggi consumati a tutte le latitudini e fusi orari. Fin qui è stata una costruzione instancabile, fatta di ambizioni e sacrifici, di grandi gioie e notti insonni, di errori che ha scelto di non nascondere. Mosso solo dalla passione, ogni obiettivo raggiunto, ogni nuova tappa, non è stata altro che un piccolo mattone aggiunto a una costruzione che ancora oggi cresce, indifferente al passare degli anni. In cinque decadi ha visto il suo mondo cambiare, e con esso ha cambiato anche sé stesso, ma non ha mai mutato quel desiderio, quasi fanciullesco, di andare sempre oltre, sempre alla ricerca di un successo che non ha mai considerato solo personale. 10 anni fa per festeggiarlo bisognava volare in India, anche se per trovarlo davvero, oggi, come allora, non è mai servito andare troppo lontano. Basta ascoltare le parole di una canzone di De Gregori, la stessa con cui Sky Sport il 13 maggio 2012 aveva testimoniato con le immagini quel lungo omaggio dei 40.000 allo Stadium che “Sempre e per sempre” sembrava non sarebbe finito mai. Per tutto questo, oggi abbiamo scelto di fare un augurio insolito. Carroll nel suo romanzo “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò” del 1871 coniò il termine Unbirthday, per indicare una ricorrenza che cade ogni giorno dell'anno escluso, appunto, quello del compleanno; spiega con la semplicità di una favola che si può raccontare ai bambini, la meravigliosa possibilità di ricevere doni 364 giorni all'anno, contro la possibilità di ricevere doni un giorno solo dell'anno. Ecco perché un “buon non-compleanno” che celebri non solo ciò che è stato, ma anche ciò che sarà. Dedicato “a tutti i grandi che sono stati bambini, ma non se lo ricordano più” ... A ogni bambino che fantastica in grande. Ad ogni ragazzo che ha sfidato le probabilità. Ad ogni campione che ha lasciato un segno indelebile. A te, Alex Del Piero, sognatore senza età. Perché il tuo prossimo viaggio, ne siamo certi, ancora una volta sta per cominciare. Mettetevi comodi. Il podcast della favola sta per partire.