Comuzzo, il 'Soldato' della Fiorentina in Nazionale: come ha convinto Spalletti

Ci sono delle date che segnano la nostra vita, che difficilmente dimenticheremo. Per Pietro Comuzzo, venerdì 8 novembre avrà sempre un sapore speciale: la sua prima convocazione in Nazionale. Certo, la maglia azzurra l’aveva già indossata: Under 20 prima; Under 21 solo un mese fa. Ma adesso a chiamarlo è stato Spalletti, la Nazionale maggiore, e sicuramente anche a un ragazzo sempre molto riservato, timido, un sorriso, o forse qualcosa di più, sarà scappato. Perché Pietro è un friulano doc : preferisce i fatti alle parole. Nessun festeggiamento per la maglia azzurra, ma la soddisfazione per il lavoro e i sacrifici fatti fino a qui. E pensare che aveva iniziato facendo il portiere, come il suo papà. Per sua fortuna ha pensato bene di avanzare di qualche metro. Udine, Pordenone e poi Firenze: qui ha trovato la sua “seconda famiglia”, come definisce lui la Fiorentina: è pazzo della città e della Fiorentina, in questo caso la bistecca, i fiorentini lo hanno adottato e lui si è lasciato travolgere talmente tanto che alcune parole le conosce solo in dialetto fiorentino. A Firenze ha fatto tutta la trafila, dalle giovanili alla Primavera, dove ha avuto come allenatore Aquilani, per niente stupito della convocazione in Nazionale: "Certo non immaginavo così presto, ma si vedeva che era un ragazzo che lavorava per migliorarsi". La società ha sempre creduto in lui e per questo il dg Ferrari adesso se lo coccola ancora di più: “È un ragazzo straordinario prima che un calciatore, merita questa convocazione. Per noi è motivo di grande orgoglio: è un premio per il grande lavoro che c’è dietro a questi ragazzi. Ma soprattutto per lui”. A dargli la notizia che poteva allenarsi in prima squadra fu l’allora direttore generale, Joe Barone: lo convocò nel suo ufficio per dirglielo. Inaspettata la risposta: “Ok, allora vengo il pomeriggio” e quando Barone gli spiegò che spesso si allenavano la mattina, la risposta fu ancora più sorprendente: “Ma io la mattina vado a scuola”. Sui social, Comuzzo è sempre molto riservato, ma a Joe aveva dedicato un messaggio, non per caso. A scuola peraltro ha continuato ad andare: ora frequenta l’università, la famiglia ha insistito anche che imparasse l’inglese, ed è per questo guarda le serie tv con i sottotitoli. Questa è una delle sue tante passioni: gli piacciono anche altri sport come la formula uno, il ciclismo, l’Nba e le freccette. Non si perde una gara. Ma la sua vita è il calcio. Per Italiano, che lo fece esordire in prima squadra a Napoli: “È un difensore di cui sentiremo parlare, ha qualcosa di diverso rispetto ai suoi coetanei”. Anche se con lui gioca poco: 39 minuti in tutto. È con Palladino che è arrivata la svolta: titolare alla prima con il Parma, ha saltato solo due partite su nove di campionato. L’allenatore lo ha apprezzato subito dal ritiro al Viola Park: “Non si emoziona, è molto sicuro, sembra quasi un vecchio”. E un po’ ricorda proprio quei vecchi difensori: bravissimo nella marcatura, uno dei suoi idoli è Chiellini, Palladino gli chiede di migliorare nella costruzione, e, conoscendo il Soldato Comuzzo, ci starà già lavorando. Ah vero, dimenticavo il soprannome ‘Soldato’. Glielo hanno dato da sempre i suoi compagni, un po’ per il taglio corto di capelli ma soprattutto, indovinate perché?, era preciso, puntuale, attento e maniacale nello studiare i particolari per cercare di migliorare. Insomma, Pietro sembra proprio un ragazzo d’altri tempi, legatissimo alla sua famiglia, al suo papà e al gemello Francesco, anche lui calciatore, attaccante, che fiero su Instagram celebra il fratello e la sua chiamata in Nazionale. È grazie a loro che supera il dolore più grande, soprattutto per chi ha solo 19 anni: la scomparsa della mamma a febbraio del 2023. Senza di loro e l’aiuto della Fiorentina sarebbe stato tutto molto più difficile. Si è buttato ancora di più sulla sua passione, e, chissà, magari in quei giorni così tristi avrà pensato alla dedica da fare in un momento così bello. Quel momento è arrivato.