Lo 'straniamento' di essere Stankovic

Avete presente il concetto di ‘straniamento’? Significa qualcosa che va oltre l’ordinario o che stona nei confronti dell’ordinario. Per chi ha memoria calcistica, ma nemmeno così tanto antica, Stankovic è stato uno dei più forti centrocampisti che la Serie A abbia mai visto. “Ma avrebbe fatto anche il portiere, pur di giocare: me l’aveva proprio detto, era in crisi e voleva avere spazio”, parola di Zaccheroni, che quando arrivò alla Lazio si trovò di fronte un Dejan sfiduciato. E lo ‘straniamento’? Beh, uno Stankovic portiere esiste davvero, e in questi giorni di lui si parla parecchio: Filip non è figlio d’arte. O meglio, sì, lo è, ma sarebbe estremamente riduttivo definirlo tale: ruolo diverso, carriera diversa, ma una stessa convinzione. Quella di saper sfruttare le occasioni quando arrivano. Perché proviamo a riavvolgere un secondo il nastro e ripartiamo dal padre. Quando Zaccheroni nel 2000 prese la guida della Lazio al posto dell’esonerato Zoff , mise Stankovic in panchina contro l’Atalanta, non lo convocò contro il Venezia per un piccolo problema fisico, gli fece giocare solo uno spezzone nel derby contro la Roma perso per 2-0. La prima occasione da titolare arrivò contro il Brescia. Cosa fa Dejan? Recupera palla in area e fa gol. Da quel momento, sarebbe stato titolare per quasi tutta la stagione, confermandosi il talento che in tanti gli riconoscevano. MPV non per caso All’epoca, il centrocampista aveva 22 anni. E 22 ne ha anche Filip, che ha saputo sfruttare bene le occasioni che Di Francesco gli ha concesso. Il titolare a Venezia, non è mistero, era Joronen: portiere tra i protagonisti della promozione e leader dello spogliatoio. Ma le partite sono state altalenanti e l’errore nel derby perso contro il Verona ha spinto l’allenatore a dare una chance al giocatore preso in prestito dall’Inter, nell’ambito dell’operazione che ha portato anche Oristanio in laguna. La prima contro l’Atalanta non è stata facile : 2-0 senza troppi appelli. Ma quella porta non gli è stata più tolta: è cresciuto, è stato protagonista ed MVP nella partita contro il Cagliari vinta per 2-1 e in quella a San Siro contro la ‘sua’ Inter. Perché di fatto la sua carriera comincia in nerazzurro, là dove papà Dejan aveva smesso. Filip, che è nato a Roma ma che ha scelto di giocare per la Serbia, ha cominciato con i guantoni a poco più di 10 anni. Ha fatto tutta la trafila con i nerazzurri e ha dato il cambio al padre a Genova, sponda Sampdoria. Dejan aveva allenato nella tormentata stagione 2022/2023, Filip ci è arrivato la stagione successiva in Serie B. Veniva dalla prima vera esperienza con i grandi al Volendam, in Olanda, e si metteva in gioco sostituendo Audero, finito all’Inter proprio in uno scambio di prestiti tra portieri. L’inizio non è stato facile, ma il finale si è chiuso in crescendo con 7 gol subiti nelle ultime 10 partite, di cui solo 2 nelle ultime 5. Niente male per un giovane, che ha giocato tutto il campionato e si è portato a casa 8 clean sheet. A caccia di un vice Tornato all’Inter, sapeva che non sarebbe rimasto: aveva bisogno di spazio, magari in Serie A. Il Venezia quell’opportunità ha voluto dargliela e lui adesso è stato bravo a essersela presa. Tanto che il club ora sta cercando sì un portiere, ma che possa permettere a Joronen di cambiare squadra e a Stankovic di avere un vice anche più esperto. Ma un vice. In 10 partite finora, ha subìto 18 gol: sa di avere margini e sa di poter essere protagonista all’interno di una squadra che punta alla salvezza. Lui il portiere ha scelto di farlo dall’inizio. Nessuno ‘straniamento’: figlio d’arte a chi?

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Valentino Della Casa