Come sarà il nuovo Milan di Conceiçao

Siamo sinceri fin da subito: non esiste una risposta sola a questa domanda. Infatti, nei 7 anni in cui ha allenato il Porto, Conceiçao ha apportato spesso delle variazioni tattiche al modo di stare in campo della sua squadra, anche perché gli è capitato spesso di perdere dei giocatori chiave da una stagione all’altra. Ci sono alcuni princìpi che però sono rimasti più o meno costanti, e da questi possiamo partire per capire che tipo di Milan potremmo aspettarci nelle prossime settimane. PRESSIONE FORTE Questa è LA caratteristica delle squadre di Sergio Conceiçao. Senza palla, il Porto si è praticamente sempre sistemato con un blocco 4-4-2, con la capacità però di passare rapidamente a una pressione uomo contro uomo a seconda della situazione. Conceiçao mette tantissima attenzione su questa fase del gioco e insiste tanto sulla capacità che devono avere i suoi giocatori di riconoscere il momento giusto per andare aggressivi a riprendere la palla. Ogni anno, i dati relativi a pressione e contropressione sono stati eccezionali. Il Porto di Conceiçao è stato sempre un’eccellenza in tutte queste categorie. Soprattutto nelle prime due: non è così scontato essere al top sia come intensità di pressing sia come efficacia dello stesso. Un po’ come il Bologna di Vincenzo Italiano quest’anno, primissimo in Serie A in entrambe le categorie. E qui c’è la prima grande differenza col Milan di Fonseca, che ha avuto grandi difficoltà durante il corso della stagione proprio nell’applicazione della pressione. Quando Fonseca era arrivato a Milanello, nella conferenza stampa di presentazione aveva dimostrato di avere le idee molto chiare sul tipo di Milan che avrebbe voluto vedere senza palla: "Voglio una squadra molto aggressiva nel pressing, più reattiva quando si perde il pallone e deve essere alta a difendere, senza fare uomo contro uomo a tutto campo". Ecco, non proprio quello che abbiamo visto, come confermano i numeri. Il secondo dato basta per capire le difficoltà del Milan rispetto a quello che chiedeva il suo allenatore: il Milan è la squadra col pressing meno efficace della Serie A, pur avendo comunque un’intensità nella media. Uno dei motivi da considerare è sicuramente il cambio costante di struttura senza palla – come ha raccontato benissimo Andrea Marinozzi su Insider – che ha di fatto modificato spesso l’atteggiamento difensivo del Milan. Conceiçao vuole poi che TUTTI i giocatori siano coinvolti nella pressione. È un allenatore che dà tantissimo valore all’applicazione, anche a scapito del talento individuale: preferisce un giocatore che lavora per la squadra a uno più forte ma che magari senza palla non dà l’intensità richiesta. E qui inevitabilmente si apre il tema Leao. Già Fonseca ha cercato di alleggerirlo il più possibile dai compiti difensivi: sarà molto interessante capire cos’ha in testa Conceicao per lui, anche perché – lo conosciamo – il gioco senza palla non è proprio il punto di forza di Rafa. E anche questa pressione ha contribuito alla solidità del Porto: l’anno scorso è stata la squadra che ha concesso meno tocchi nel terzo difensivo e la seconda per tocchi concessi in area di rigore. L’idea è quella: se ti presso bene, non ci arrivi. Se non riesco a pressare, mi sistemo in un blocco medio. CON LA PALLA La fase di possesso è quella che negli anni è più cambiata. Tendenzialmente, il Porto si schierava con una sorta di 4-4-2 con l’attacco formato dalla coppia Taremi-Evanilson. Ma su questo Conceiçao ha sempre dimostrato di saper essere flessibile: quando Taremi è partito per la Coppa d’Asia, ha ridisegnato la sua squadra inserendo stabilmente suo figlio Francisco sulla destra e altri due trequartisti dietro Evanilson, per formare qualcosa di simile a un 4-2-3-1. Da questa pass network si intuisce bene l’idea che c’è dietro al possesso del Porto, e il focus che Conceiçao mette sul gioco laterale. La costruzione di gioco è quasi sempre affidata al quadrilatero formato dai due centrali e dai due centrocampisti, mentre i terzini sono quasi ali: sulla stessa linea dei mediani. In attacco, a Conceiçao piace molto far ruotare i suoi giocatori offensivi: Taremi per esempio era uno che veniva spesso a creare gioco molto basso. Come si capisce bene dall’azzurro vivace che c’è ai lati e dalle linee più spesse, il gioco si sviluppa tanto lateralmente. E questo sulla carta potrebbe essere qualcosa che può valorizzare la fascia sinistra del Milan. Il Porto è stata una squadra che ha tenuto tanto il pallone. E questo è vero sia come possesso generale sia come field tilt, cioè nel nel terzo offensivo. Ma non aspettiamoci un possesso esageratamente orizzontale, ma uno più verticale e diretto, almeno sulla carta. Anche perché Conceiçao è stato molto chiaro in passato. Quindi, come ha gestito questo possesso il Porto? Soccerment ci viene in aiuto raffigurando dove la squadra di Conceiçao ha preferito giocare i suoi passaggi in costruzione. Addirittura il 57% dei primi passaggi in buildup arrivano a ridosso del centrocampo , ma la differenza con Fonseca arriva ora, perché successivamente il Porto cerca tantissimo le fasce , mentre anche i dati ci dicono che il Milan preferiva stare ancora più verso il centro del campo. L’altra faccia della medaglia è che – soprattutto contro squadre che si difendevano basse – il Porto ha fatto spesso fatica a sbloccare la partita. Ha fatto le prestazioni migliori contro squadre che gli permettevano un gioco più diretto, mentre chi si chiudeva dietro ha dato più di un grattacapo a Conceiçao. Anche se questo è stato anche un difetto del Milan, il nuovo allenatore si troverà però una squadra che è un’eccellenza della Serie A quando deve costruire dal proprio terzo difensivo. Da qui si può sicuramente ripartire, e scommettiamo che Conceiçao sarà d’accordo. ADATTAMENTO ALL’AVVERSARIO Per ora abbiamo parlato di princìpi generali, ma c’è tanto altro, perché Conceiçao ama fare delle piccole/grandi variazioni tattiche in base all’avversario che affronta. Soprattutto in Champions League abbiamo imparato a conoscere questo aspetto del portoghese, che in questo modo si è fatto conoscere anche all’estero. Vi ricordate gli ottavi di finale con la Juve del 2021? Pirlo aveva presentato così l’avversario. Ed effettivamente in quella partita si è visto qualcosa di simile a Simeone: grande compattezza per larga parte del match, ali molto strette e attaccanti che se c’è bisogno di arretrare per controllare la zona centrale del campo lo fanno molto volentieri. Riuscendo anche a combinare benissimo i due modi di difendere: questo e quello che abbiamo visto prima, la pressione forte. Il tutto, senza nessun problema nel lasciare il possesso all’avversario: la Juve ha chiuso col 66% nella gara di andata, ma senza rendersi veramente pericolosa, al di là del gol nel finale. Addirittura la metà dei tiri sono arrivati da fuori area. C’è stato anche un altro ottavo di finale che ha messo in evidenza le grandi capacità di stratega di Conceiçao: quello della scorsa stagione con l’Arsenal. L’andata – finita 1-0 per il Porto – è stata un compendio eccezionale di tutte le qualità delle squadre del portoghese, che ha preparato alla grande la partita. E da questa mappa si nota benissimo: il Porto è stato super efficace nell’impedire all’Arsenal la consueta progressione del pallone. La squadra di Arteta ha registrato in quella partita anche la più bassa percentuale di tocchi nell’ultimo terzo sui tocchi totali, uscendone con il mal di testa. Che Milan vedremo allora? La risposta è veramente difficile da dare ora, ma sappiamo cosa dobbiamo aspettarci: intensità, rapidità, voglia di dare tutto in campo. La sfida sarà portare queste idee nella realtà del Milan, valorizzando i punti di forza che ci sono già e intervenendo su ciò che ha funzionato meno. Non sarà un processo immediato, ma il passato ci insegna che Conceiçao è un allenatore capace di lasciare il segno.

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Luca Mastrorilli