Il 'nuovo miracolo' che sogna il Castel di Sangro

La storia dello sport abusa spesso del sostantivo ‘miracolo’. Si appiccica a situazioni nelle quali un atleta o una squadra nemmeno presi in considerazione nei pronostici compiono un’impresa talmente inaspettata da essere definita: ‘miracolosa’. Quel che fece il Castel di Sangro nella stagione 1995/1996, a completamento di una scalata portentosa dalle categorie minori, con la promozione in serie B è entrato nel Pantheon dei miracoli sportivi. Un paesino di montagna in provincia dell’Aquila con seimila anime e uno stadio, il Teofilo Patini, con più posti che abitanti. Sette promozioni in 14 anni, un patron chiamato Gabriele Gravina che il calcio importante avrebbe iniziato a conoscere proprio lì, un allenatore che a inizio stagione fece trovare sulla lavagnetta dello spogliatoio la frase: “Secondo le leggi della fisica il calabrone non potrebbe volare a causa della sua forma e del suo peso in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non conosce le leggi della fisica e perciò continua a volare”. Ineccepibile metafora per un miracolo. Il secondo miracolo che sta animando una chat di Whatsapp è invece dei giorni nostri. E riguarda uno degli eroi di quella incredibile cavalcata: il portierone Roberto De Juliis. Prima di arrivare al presente va però ricordato un momento agonistico che lo ha riguardato. Il suo allenatore, Jaconi, non era nuovo a soluzioni estemporanee e imprevedibili. Qualcuno le aveva battezzate: ‘Jaconate’. Come quando nella semifinale di ritorno dei playoff contro il Gualdo Tadino si inventò nei minuti finali di togliere il migliore dei suoi, Bonomi, per mettere un terzino, D’Angelo, non esattamente conosciuto per la raffinatezza del suo piede e il suo fiuto del gol. La partita era sullo 0-0 e dopo la sconfitta 1-0 all’andata il ‘Castello’ con quel pareggio sarebbe andato fuori. D’Angelo entra tra lo stupore generale e ci mette 7 secondi a piazzarsi in area avversaria in attesa della battuta di un calcio di punizione. Che, va detto: ‘miracolosamente’, proprio lo stesso improbabile eroe incoccia di sinistro, lui destro naturale, mettendo in porta in cuoio per l’ormai insperato successo abruzzese. Sicuro di essere ormai entrato in una dimensione onirica e magica, Jaconi esagera in finale contro l’Ascoli. La gara si sta trascinando verso gli inevitabili rigori e lui al 119’ che fa? Toglie il portiere titolare dal primo minuto dall’inizio del campionato, De Juliis, e mette in campo l’incredulo Pietro Spinosa. Fino a quel momento minuti zero in stagione. Sarebbe stato lui in porta contro i rigoristi ascolani. Il finale lo potete immaginare, va aggiunto però che Spinosa non è che si sia trasformato in Ducadam. Di rigori non ne vede nemmeno uno fino a quando non si va a oltranza. Gli va bene perché nemmeno quello dell’Ascoli è in stato di grazia. De Juliis è passato da una rabbia insopportabile per l’incomprensibile esclusione alle mani giunte in preghiera vicino al suo collega. E il miracolo accade al 14esimo rigore per i marchigiani. Batte Milana, Spinosa respinge. È il miracolo del Castel di Sangro, paesino minuscolo che nella finale giocata a Foggia conquista la prima serie B della sua storia. E ad abbracciare per primo l’eroico Spinosa fu proprio Roberto De Juliis, ebbro di gioia nonostante quello scippo che gli inflisse il suo allenatore. De Juliis dopo la carriera è tornato a vivere ad Ancona e a fine ottobre è stato vittima di una gravissima emorragia cerebrale. Le sue condizioni di salute sono apparse subito critiche. De Juliis negli anni aveva mantenuto i contatti con i suoi ex-compagni del ‘Castello’. Una chat di Whatsapp come ce ne sono tante. Ma quella è diventata speciale. Perché appena la famiglia ha informato il gruppo delle condizioni di Roberto ognuno dei partecipanti ha iniziato quotidianamente a scrivere pensieri e incoraggiamenti, per iscritto e in audio, per Roberto. A De Juliis, nel frattempo uscito dalla terapia intensiva ma ancora in condizioni difficili, questi messaggi vengono letti ogni giorno e il conforto che l’uomo ne sta ricevendo va oltre ogni spiegazione scientifica. Siamo ancora nel primo tempo di una lunga partita per lui ma è abbastanza sicuro che questa volta Spinosa rimarrà in panchina ad incitarlo. Così come Jaconi si guarderà bene dal sostituirlo e lo incoraggerà per provare a completare un altro, insperato, miracolo.

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Fabio Tavelli