Perché Ranieri e Baroni sono in realtà così simili

Dodici anni di differenza, solo quattro volte contro sia da calciatori che da allenatori. In campo nella doppia sfida in Serie B, stagione 82-83. Ranieri titolare nella difesa del Catania guidato da Gianni Di Marzio, Baroni in quella del Monza di Guido Mazzetti, per poi ritrovarsi sotto la stessa bandiera per un paio di mesi nel 1991, quando Claudio Ranieri lasciò Cagliari per accettare la panchina del Napoli. Era l’inizio della terza stagione in azzurro da calciatore per Marco Baroni. Il tempo di lavorare insieme durante il ritiro estivo di Molveno e di giocare da titolare in Coppa Italia il 3 settembre contro la Reggiana, poi il trasferimento al Bologna in Serie B per l’attuale allenatore della Lazio. In panchina si sono ritrovati di fronte 32 anni dopo, nella scorsa stagione con in testa un obiettivo comune, la salvezza. Ranieri di nuovo sulla panchina del Cagliari, Baroni su quella del Verona. Vittoria dell’Hellas al Bentegodi a dicembre, pareggio nella partita di ritorno in Sardegna, ma la cosa più importante è quel traguardo centrato da entrambi a fine campionato. Stavolta il contesto sarà diverso, i due si troveranno uno contro l’altro nel Derby della Capitale. Per Marco Baroni sarà la prima volta in assoluto, non solo in quello romano, ma in assoluto in una stracittadina. Mai vissuta né da allenatore, né da calciatore in Serie A. Gli unici derby disputati in carriera sono quelli di Verona, con la maglia dell’Hellas contro il Chievo, ma in Serie B. Da giocatore neanche Ranieri aveva avuto la possibilità di vivere queste emozioni. Mai contro la Lazio nelle sei presenze ufficiali in giallorosso nella stagione 73-74, mai un derby cittadino nel resto della sua carriera avendo giocato con Catanzaro, Catania e Palermo. Può dire di essersi rifatto ampiamente da allenatore, dal momento che per lui è alle porte il derby numero 77 in panchina. L’esperienza di Ranieri Lavorare a Londra lo ha aiutato non poco a incrementare questo dato, visto che ai tempi del Chelesa, tra Premier, Fa Cup, Coppa di Lega e Champions League, ne disputò 49: Tottenham, Arsenal, Charlton, West Ham, Fulham, Watford e Crystal Palace, il derby è quasi all’ordine del giorno da quelle parti. Gli ultimi in Inghilterra, vissuti sulla panchina del Fulham e quella del Watford , hanno un sapore amaro per Sir Claudio: 6 ko su 6 con il Fulham, 5 su 5 da allenatore del Watford. Ricorderà molto più volentieri il primo in assoluto, disputato e vinto nella sua storia da allenatore: era il 30 ottobre del 1999, il suo Atletico Madrid sbancò il Santiago Bernabeu, passando 1-3 in casa del Real grazie a una doppietta di Jimmy Floyd Hasselbaink. Lo stesso protagonista andò ancora a segno due volte, nel primo derby inglese di Claudio Ranieri, quello del 28 ottobre del 2000 tra Chelsea e Tottenham. Numeri di alto livello anche in Serie A: a Torino da allenatore della Juve tre vittorie e un pareggio e senza mai subire gol dal Toro; a Milano un derby disputato e vinto grazie al gol di Milito contro il Milan di Max Allegri. Anche a Genova era partito alla grande, vincendo il suo primo Derby della Lanterna nel 2019 contro il Genoa di Thiago Motta, grazie a un gol di Gabbiadini. Poi due pareggi e due sconfitte contro il Grifone. A 14 anni di distanza dall’ultima volta, tornerà a vivere la sfida che sente di più in assoluto, il derby di Roma. L’ultimo in Coppa Italia, il 14 gennaio del 2011, lo vinse la sua Roma contro la Lazio di Reja: 2-1 firmato Borriello-Hernanes e Fabio Simplicio. Il quarto e ultimo della sua prima avventura romanista da allenatore. Quattro volte contro i biancocelesti e quattro vittorie, tre in campionato e una in Coppa Italia, nel biennio 2009-2011. Il primato di Baroni Marco Baroni, qualche mese dopo, sarebbe diventato allenatore della primavera della Juventus ed è proprio contro il Toro che ha vissuto le uniche stracittadine della sua carriera, seppur alla guida dell’Under 19. Sarà solo il quinto allenatore, in quasi 100 anni di derby romani, a esser stato prima calciatore della Roma e poi allenatore della Lazio. Il primo in assoluto fu Luigi Allemandi, nato in provincia di Cuneo e campione del mondo con l’Italia di Vittorio Pozzo nel 1934. Due anni da calciatore della Roma e poi allenatore della Lazio nel derby del 21 maggio 1939, vinto dai giallorossi 1-3 in casa biancoceleste. Il secondo fu il grande Fulvio Bernardini: undici anni da calciatore della Roma, poi da allenatore della Lazio un pareggio e una vittoria nei derby di Coppa Italia, e 5 sconfitte su 5 in quelli di campionato. L’ultimo, prima di Baroni, è di sicuro la figura più importante nella storia biancoceleste. Tommaso Maestrelli, per tutti il ‘Maestro’. Centrocampista della Roma per tre anni dal 1948 al 1951, poi in panchina con la Lazio campione d’Italia nel 1974, artefice di uno Scudetto che fece epoca. Dieci derby da allenatore biancoceleste tra Serie A e Coppa Italia, restando imbattuto nei primi sei, per poi perderne 3 e pareggiare l’ultimo, quello del 14 marzo 1976. Lo stesso Giulio Corsini, che sostituì momentaneamente Maestrelli nel 1975, aveva giocato nella Roma dal 1957 al 1964. Da allenatore della Lazio, guidò la squadra nel derby pareggiato 1-1 nel novembre del 1975. Ora tocca a Marco Baroni, alla Roma da calciatore nella stagione 86-87 alla corte di Eriksson. Arrivò dall’Udinese, per poi salutare un anno dopo, direzione Lecce dove troverà Carlo Mazzone. Qualche anno prima in Serie B, a Padova, aveva lavorato anche con Gianni Di Marzio. Claudio Ranieri e Marco Baroni, tra poco si sfideranno per la prima volta nel derby di Roma, tenendo a mente i consigli degli stessi maestri.

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Perché Ranieri e Baroni sono in realtà così simili

Riccardo Gentile