Perché Billing al Napoli non è una sorpresa

Un po’ a sorpresa, in una settimana molto complicata per il Napoli, Conte si è trovato il suo centrocampista: Folorunsho out , Billing in. Non era un nome che circolava, ed è stato bravo il ds Manna a tenerlo nascosto per tutto questo tempo. Anche perché, appena uscita la voce, a provarci è stato anche il Milan, alla ricerca di un giocatore dalle caratteristiche simili soprattutto visto l’ennesimo forfait di Loftus-Cheek. Ma la trattativa era troppo avanzata, serviva solo il via libera finale che è arrivato e ha portato alle firme: prestito con diritto di riscatto fissato a 10 milioni di euro. Ma torniamo all’inizio. Un po’ a sorpresa, scrivevamo, Conte si è trovato il suo centrocampista. Solo che sorpresa, veramente, non è. Quello di Billing non è un nome estemporaneo, emerso dal nulla. È frutto di una ricerca precisa, che in realtà era partita da questa estate. Nastro riavvolto: Napoli su Brescianini. Il trequartista del Frosinone è il prescelto per il ruolo di mezzala nel centrocampo di Conte: trattativa avanzatissima e voli comprati. Ma poi arriva l’Atalanta, blitz e… voli cambiati . Sarebbero poi arrivati McTominay e Gilmour: centrocampisti importantissimi, il primo, o di prospettiva, il secondo. Ma non con quelle caratteristiche. Il nastro prosegue: Folorunsho non ingrana, si torna a cercare. Primo nome? Fazzini: che costa poco più di quei 10 milioni di euro ma che preferirebbe andare alla Lazio. Secondo nome? Casadei, che Conte e Stellini hanno incrociato durante il biennio interista, quando il centrocampista era giovanissimo ma già nel giro della prima squadra, e che il Chelsea considera in uscita. Valore? Non meno di 15 milioni, che per De Laurentiis sono troppi. Attenzione: questi nomi non sono necessariamente in ordine di preferenza. Perché sarebbe ingeneroso parlare di Billing come Piano C. Piuttosto, ne parliamo in ordine cronologico e allora eccolo il terzo nome: quel danese classe ‘96 che a Napoli ha detto sì di corsa e che rientrava in tutti i parametri economici del caso. E anche tecnici. Per capirlo ci aiuta Soccerment che mette a confronto i quattro giocatori: Billing, appunto, ma anche Brescianini, Fazzini e Casadei. A sinistra, i dati sulla rifinitura nell’asse orizzontale e il coinvolgimento nella trequarti offensiva su quella verticale . A destra, i tocchi nell’area avversaria e gli expected Goal . L’analisi mostra quanto i giocatori spicchino a livello offensivo: tutti e quattro i giocatori si ritrovano sopra media. Vedendo questi dati, si può capire come possano essere definiti degli Chance creator o One-to-one explorer: un misto tra il trequartista e il rifinitore, cioè un centrocampista con evidenti predisposizioni verso l’attacco. Nello specifico, se si vogliono capire meglio le caratteristiche di Billing, il grafico a sinistra fa emergere ottimi numeri a livello di rifinitura, vale a dire la capacità di creare delle occasioni per i compagni. Il tutto con una posizione precisa nella trequarti avversaria con buona continuità. Questi dati vengono poi supportati dal fatto che l’ex Bournemouth non solo giochi spesso nel terzo offensivo, ma lo si possa ritrovare a più riprese nell’area avversaria, con quindi una buona capacità di arrivare al gol. Rispetto agli altri profili, che pure confermano delle ottime caratteristiche in questo senso, il danese sembra avere un buon equilibrio tra tutti i parametri analizzati. È completo, insomma, ma ora toccherà ambientarsi alla Serie A e alle richieste di Conte, che a livello di intensità non scherza di certo. Conclusioni: il Napoli ha preso Billing con convinzione, scommettendo su di lui con la speranza che possa completare il centrocampo. Di fatto, era tecnicamente il tassello che mancava. Sorpresa a chi?

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Valentino Della Casa