Quella "carogna" che ora l'Atalanta si porta dentro: l'analisi dopo il ko col Napoli

L’Atalanta schiuma rabbia. Non per aver interrotto la lunghissima serie positiva: non perdeva da 15 partite e quasi quattro mesi: 24 settembre, 2-3 al Gewiss contro il Como. Schiuma rabbia più semplicemente per aver perso una partita giocata meglio del Napoli, contro cui sono costati carissimi gli errori da matita blu sul secondo e il terzo gol. E qui hanno prevalso il cinismo e la concretezza della prima della classe, che da qui a fine campionato avrà il vantaggio enorme di giocare appena 17 partite e di restare concentrata su un solo obiettivo settimanale, a differenza di chi invece è impegnato su tre fronti. Non un vantaggio banale. LA CLASSIFICA PIANGE Prima o poi doveva succedere, ma perdere come è successo sabato fa ancora più male, perché ha il sapore della beffa. Incassare complimenti e pacche sulle spalle, oltre che zero punti, è sempre frustrante. Anche se il doppio crash test contro Juve e Napoli lascia la magra consolazione di aver visto due big arrivare a Bergamo per difendersi e adattarsi al gioco della Dea, che dopo la flessione fisiologica post natalizia ha ripreso a lievitare come nei periodi migliori. L’Atalanta ha ricominciato a brillare e ha ritrovato il suo calcio; senza la pressione psicologica d’alta quota, forse adesso riprenderà a correre anche in classifica, dove ha raccolto appena 3 punti nelle ultime 4 giornate. Attenzione però: nei prossimi 6 turni i bergamaschi incroceranno soltanto avversari della parte destra della classifica: Como, Torino, Verona, Cagliari, Empoli e Venezia. Una serie di impegni, almeno sulla carta, più agevole per provare a recuperare qualche punto perso nelle ultime settimane. Ma a differenza del Napoli, tra una partita e l’altra di campionato, dovrà ‘switchare’ su Champions e Coppa Italia. CAROGNA DENTRO In queste ore di bassa pressione e musi lunghi, a Zingonia regna l’equilibrio: non ci si esaltava quando la squadra era prima, non ci si deprime ora, anche perché le partite si sfogliano veloci come le pagine di un bel libro. “Adesso abbiamo la carogna dentro e alla portata un obiettivo fantastico in Champions”. Ecco, appunto. Non c’è tempo per rattristarsi, tra poche ore al Gewiss arriva lo Sturm - già incrociato lo scorso anno nel girone eliminatorio di Europa League e battuto a Bergamo con un gol di Dijmsiti -, che in Europa ha perso 5 volte su 6 ma arriva verosimilmente ‘arrugginito’ dalla sosta del campionato austriaco di cui è capolista. Se l’Atalanta giocherà con la carogna di cui sopra, e vincerà, blinderà almeno i playoff di febbraio, andandosi poi a giocare la qualificazione diretta agli ottavi la prossima settimana a Barcellona. Tornare a vincere dopo un mese - l’ultimo successo risale al 22 dicembre contro l’Empoli - è la priorità assoluta di martedì, anche per invertire l’inerzia negativa che toglie sempre fiducia e autostima nell’ambiente. Un primo passo in questa direzione è rappresentato dal ritorno al gol di Retegui, tornato alla grande dopo l’infortunio, e dalla ritrovata vena di Lookman. Più in generale, se la squadra giocherà come ha fatto con Napoli e Juventus, arrivare tra le prime quattro non sarà un problema. Sognare in grande non costa nulla, ma arrivare terzi da queste parti vale uno scudetto. Ecco perché Bergamo dev’essere sempre orgogliosa di un’Atalanta così.

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Massimiliano Nebuloni