Maurizio Setti, i 13 anni che hanno cambiato la storia del Verona

Quasi 13 anni di presidenza, 13 allenatori diversi, 3 promozioni in Serie A e un elenco impressionante di talenti sbocciati su campo. La storia da presidente dell’Hellas di Maurizio Setti si è chiusa ufficialmente con la cessione al fondo Presidio Investors mettendo un “the end” ad uno dei periodi più stabili del club gialloblù. Setti acquistò il Verona da Martinelli nella primavera del 2012 con l’80% delle quote, arrivando nel 2013 all'intero pacchetto azionario e diventandone dunque proprietario unico. Al termine della stagione la squadra conquista la promozione in Serie A, che mancava da undici anni. Retrocede due volte in Serie B, ma transitandoci solo di passaggio, per poi arrivare a un’immediata risalita nel 2017, con la promozione diretta e nel 2019, vincendo i playoff contro il Cittadella. In questi anni Setti è riuscito a dotare il Verona di una nuova e moderna sede di proprietà e una struttura per il settore giovanile in grado di produrre giocatori da inserire in prima squadra e coi quali generare plusvalenze, come quelle di Casale, Kumbulla, Udogie o Terracciano. Restando sui nomi di questi 13 anni di presidenza Setti, ci sono state delle stelle come quella di Jorginho che, partito ragazzino dal Verona, è arrivato ai vertici del calcio europeo e della nostra Nazionale. Non è l’unico. C’è un dato molto interessante che dice che la composizione della squadra è cambiata spessissimo nel corso degli anni . Tra questi, oltre ai già citati, ci sono le plusvalenze di Gollini, Fares, Iturbe, Donsah, Sala, Valoti, Bruno Zuculini, Amrabat, Rrahmani, Cancellieri, Lovato, Caprari, Ilic, Sulemana e Zaccagni, oltre alla grande crescita di Simeone. E poi le più recenti di Hien, Djuric , Ngonge, Noslin e Cabal. Oltre le plusvalenze e i giovani, tra i nomi più significativi c’è sicuramente quello di Luca Toni, capace di vivere una seconda giovinezza all’ombra dell’Arena, assieme a Giampaolo Pazzini. Toni si laurea capocannoniere, il primo con la maglia del Verona, a 38 anni e 5 giorni, grazie ai suoi 22 gol. Come poter dimenticare poi il passaggio flash di Antonio Cassano: il 10 luglio 2017 viene ufficialmente ingaggiato come partner di Pazzini. Il vecchio compagno della Sampdoria, quello della qualificazione in Champions, dopo essere stato fermo un anno. Pochi giorni di ritiro e decide che è troppo per lui, rivede moglie e figli e prova a resistere ma in poche ore è addio definitivo. Altra scena da ricordare è quella che si vede in Piazza Bra nell’agosto del 2014. Davanti a una folla estasiata dalle colonne del Municipio accanto all’Arena viene presentato il Gran Capitan: Rafa Marquez. È un acquisto che fa sognare i tifosi, perché in carriera il difensore messicano ha vinto una Ligue1 col Monaco, 4 volte la Liga col Barcellona, 2 Champions, un Mondiale per club e una Supercoppa europea, tutte con il Barcellona. È passato alla firma con Setti anche Javier Saviola, giocatore dalla classe sopraffina che aveva vinto tutto a partire dai 16 anni, capace di segnare 60 gol in tre stagioni con il Barça, prendendosi anche i complimenti di Maradona, ma che nello scacchiere tattico di Mandorlini non trovava spazio. 13, come gli anni di presidenza, sono stati anche gli allenatori sulla panchina di Setti: Mandorlini, Delneri, Pecchia, Grosso, Aglietti, Juric, Di Francesco, Tudor, Cioffi, Bocchetti, Zaffaroni, Baroni e Zanetti. Ora Maurizio Setti riparte con un altro ruolo e un altro sguardo, in avanti verso il futuro dell’Hellas anche se, crediamo, un pizzico di nostalgia per quello che è stato il suo percorso di presidente lo accompagnerà.

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Marina Presello