Da Premier a Serie A (e viceversa): che differenza c'è

Entrano nella nostra orbita con una luce accecante, i loro colori sono più brillanti di tutto ciò che li circonda. Come se venissero da un altro pianeta. Non stiamo parlando di supereroi, anche se - pensandoci - qualcosa in comune c’è. Stiamo parlando di tutti quei giocatori che arrivano in Serie A dalla Premier League. Fateci caso, appena arrivati mettono in mostra una qualità decisamente superiore agli altri. Come se avessero dei superpoteri. Per alcuni di loro però qualcosa cambia, come se nel nostro campionato ci fosse una pietra magica che li indebolisce, una sorta di criptonite. Altri invece ne sono immuni. Quello che andremo a fare è proprio analizzare il rendimento di alcuni giocatori per vedere come rendevano quando sono arrivati in Italia e come hanno reagito all'adattamento al nostro campionato: qualcuno è migliorato, qualcuno peggiorato, altri ancora sono riusciti a restare in equilibrio. Non sarà una semplice analisi di gol e assist ma andremo fin nel profondo, utilizzando le statistiche di Opta, Soccerment e FBref. In alcuni casi i dati sono sorprendenti. Christian Pulisic Partiamo da uno degli arrivi più recenti nel nostro campionato, soprattutto di un calciatore che non solo ha mantenuto una buona media in tutti i dati che tra poco vedremo, ma che è riuscito addirittura a migliorarsi. Analizzando le ultime due stagioni al Chelsea 'Captain America' ha giocato 68 partite in tutte le competizioni: 9 i gol realizzati con una percentuale realizzativa del 16,67% nel 21/22, poi drasticamente calata al 4% l’anno successivo. Nel suo primo anno al Milan è salito fino al 17,24%, migliorando non solo la percentuale dei tiri in porta sui tiri totali ma triplicando anche il numero di occasioni create: 60, partendo dalle 20 dell’anno precedente fino alle 26 di quello prima ancora. In questa metà di stagione è stato ancora più decisivo: un gol segnato ogni 176 minuti, rispetto ai 241 dello scorso anno e dei 1.013 di quello prima. Tammy Abraham Il grande investimento della Roma per il mercato estivo del 2022, su richiesta esplicita di José Mourinho. Inizia con numeri eccezionali, e forse più di tutti è quello in cui il calo è più limpido. Dopo i 12 gol in 32 presenze nell’ultima stagione con il Chelsea, Abraham chiude il primo anno alla Roma con numeri più che positivi: 27 gol in 53 presenze, con una media realizzativa del 20%, 134 tiri e ben 54 occasioni create. L’anno dopo le cose cambiano in maniera evidente: le presenze saranno le stesse, i gol un terzo, fermandosi a 9. La media realizzativa? 13%, quasi la metà. I tiri verso la porta scenderanno al 50%, le occasioni create a un totale di 33. Romelu Lukaku Numeri molto interessanti e particolari per il belga, sbarcato in Serie A nella stagione 2019/20. La stagione precedente, con la maglia del Manchester United, aveva segnato 15 gol in 45 partite, mentre con i nerazzurri ha subito raddoppiato, salendo fino a 34 in 51 partite. Quello che risalta è il numero delle occasioni create: 70 contro 28. Un numero decisamente più alto ma coerente con quello che era il modo di giocare di Conte, spesso usato per fare da sponda a Lautaro. Rispetto al suo periodo inglese però è salita anche la media realizzativa , così come la percentuale dei tiri in porta . Nel secondo anno italiano ecco 'l'adattamento' di cui parlavamo, non tanto per i 4 gol segnati in meno - con 7 partite giocate in meno però - quanto piuttosto per la letalità dei suoi tiri, passata dal 24% di cui sopra al 15%. Scendono anche le occasioni create , i tiri totali e la percentuale dei tiri che finiscono in porta . Infine, con la Roma l’anno scorso, i gol sono scesi addirittura a 21, pur mantenendo sempre i 96 tiri tentati. Olivier Giroud Il francese è uno di quelli che è ha visto i suoi numeri appiattirsi lentamente. Arrivato a 35 anni in Serie A, è stato comunque decisivo per la vittoria dello scudetto 2021/22. Nell’ultima stagione al Chelsea ha segnato 11 gol, diventati 14 alla prima stagione con il Milan e poi 18 nella seconda. Attenzione però. Perché se da una parte sono saliti i gol, dall’altra sono salite anche la presenze, e di conseguenza la media gol per minuto: 109 in Premier League, 180 nel 2021/22 e 178 l’anno dopo. Raddoppiano quindi i tiri totali: da 45 a 110. Di conseguenza anche la media realizzativa, passata dal 24% al 16%. Nonostante questo calo però è stato non solo uno dei giocatori più importanti per il Milan, ma anche tra i più decisivi del nostro campionato. Douglas Luiz In estate la Juventus lo ha pagato 50 milioni di euro tra parte cash e due contropartite . Con il brasiliano bisogna fare come durante una visita oculistica: prima un occhio e poi l’altro. Prima una stagione e poi l’altra. Se guardassimo i numeri di quest’anno diremmo: 16 presenze, di cui solo 3 da titolare, il 61,5% di contrasti vinti e il 90% di passaggi riusciti, 13 occasioni da gol create e in 8 volte al tiro in porta. Mica male. Adesso tocca all’altro occhio, quello che guarda la stagione 2023/24 con la maglia dell’Aston Villa: 53 presenze, di cui 49 da titolare, con 10 gol e 10 assist. La percentuale dei contrasti vinti scende leggermente al 56%, mentre la percentuale dei passaggi riusciti resta pressoché inalterata: 89%. Gli otto tiri di quest’anno bisogna elevarli per se stessi e aggiungere uno: sono 65. Mentre si moltiplicano fino a 77 le occasioni create. Il calo è evidente, soprattutto per chi è in grado di poter raggiungere risultati decisamente migliori. Motivo per cui la Juventus ascolterebbe proposte per lasciarlo partire. Fikayo Tomori Altro uomo mercato, altro giocatore che ha inizialmente sorpreso e poi calato drasticamente. Il Milan prende Tomori nel mercato di gennaio del 2021, dopo che al Chelsea aveva giocato solo quattro partite. Nei primi sei mesi rossoneri, l’inglese ha il 61% di contrasti riusciti e il 58% di duelli vinti. Numeri che hanno convinto la società a riscattarlo. L’anno successivo è il titolare nella difesa dello scudetto - e con il doppio delle presenze - i dati si invertono: i contrasti riusciti scendono al 58% mentre i duelli vinti salgono 61%. Poco cambia insomma. L’anno scorso sono scesi invece entrambi i fattori: 49% per il primo e 51% per il secondo. Frank ZAMBO-Anguissa Chi ha elevato i suoi numeri appena arrivato è stato il centrocampista del Napoli. Si è presentato alla Serie A nella stagione 2021/22 con il 48% di contrasti vinti e l’84% di passaggi riusciti con la maglia del Fulham. Alla prima stagione in azzurro sono migliorati entrambi i dati: 56% per il primo, 90% per il secondo. Entrambe le volte sono state 27 le occasioni create, ma in Premier lo hanno portato al tiro per 36 volte mentre in Serie A solo venticinque: 0 gol segnati in due anni. La seconda stagione in Italia ha portato a dei numeri praticamente identici. I contrasti vinti sono saliti al 60%, mentre il 90% dei passaggi effettuati sono andati a buon fine. Carlos Tevez Facciamo adesso un passo indietro di qualche anno. L’argentino arriva a Torino nella stagione 2013/14 dopo le 47 presenze e i 17 gol in maglia City della stagione precedente. Con la Juve esagera, segnando 50 reti in 96 presenze, quasi un gol ogni due partite. Effettivamente, andando a vedere le percentuali di ogni anno, tutto torna: la percentuale realizzativa è del 12% in entrambi gli anni , mentre la percentuale dei tiri in porta sale dal 54% del primo anno al 57% del secondo. 85 azioni create al primo anno, 83 nel secondo anno juventino, mentre furono 'solo' 73 in Inghilterra. Segnali di un amore sbocciato con il calcio italiano. Gianluca Scamacca Con l’attaccante dell’Atalanta vanno prese in considerazione tre stagioni e tre maglie diverse: Sassuolo 2021/22, West Sam 2022/23 e per l’appunto Atalanta 2023/24. La prima cosa che salta all’occhio sono i numeri molto simili nei due periodi in Italia. Con i neroverdi la media realizzativa è del 18%, valevole per 16 gol in 27 partite, mentre con i nerazzurri siamo rispettivamente al 19% e 19 gol in 44 partite. In Premier le cose sono cambiate, vuoi per l'ambiente vuoi per il calcio. Non è quindi un caso che la sua avventura in Inghilterra sia durata solo un anno: i gol sono la metà , la percentuale realizzativa è la più bassa di sempre , con sole 17 occasioni create contro le 43 in maglia atalantina. Chris Smalling Tra l’ultimo anno di Manchester e il primo in giallorosso c’è una netta crescita. Il numero di partite è pressoché identico ma i contrasti riusciti salgono dal 57% al 63% e i duelli vinti dal 60% al 65%. La stagione successiva , complice anche qualche problema fisico, lo vede in leggero calo, con il 60% dei contrasti riusciti e il 64% dei duelli vinti. Il 2021/22 si riapre sulla falsa riga di come ha chiuso il campionato precedente, ovvero con qualche problema fisico, mentre nel girone di ritorno si riprenderà un posto da titolare. Ecco quindi che i tackle riusciranno al 59% mentre i duelli avranno una crescita fino al 66%. In sintesi, alcuni calciatori hanno trovato nella Serie A una terra fertile per le proprie caratteristiche. Altri invece, appena arrivati, hanno sfruttato la scia de “La Premier è il campionato più competitivo che ci sia” e di conseguenza nel nostro mondo si sono trovati ad essere decisamente più forti e incisivi di altri. Altri ancora hanno mantenuto il giusto equilibrio tra quello che facevano in Inghilterra e quello che sono riusciti a fare in Italia. Quel che è certo è che la maggior parte di loro è arrivata in Italia negli ultimi anni della carriera, o comunque da ‘esuberi’ dei top club inglese, e in ogni caso sono riusciti a fare la differenza. Sintomo che conferma non tanto la qualità, quanto l'intensità della Premier League.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Da Premier a Serie A (e viceversa): che differenza c'è

Pier Francesco Monachino