Perché la Juventus ci ha riprovato per Todibo

Chiamiamoli tormentoni, chiamiamoli, con un’espressione che più trita di così non si può, ritorni di fiamma. Fatto sta che Jean-Clair Todibo è un nome che si è rifatto in casa Juventus dopo nemmeno sei mesi, per tanti motivi: al West Ham, squadra che ha battuto la concorrenza dei bianconeri in estate prendendolo dal Nizza in prestito con obbligo, ha giocato 15 partite ma non è necessariamente un titolare fisso; a Giuntoli il giocatore piace molto; piace soprattutto molto a Thiago Motta, che aveva già fatto il suo nome appunto a giugno e che è tornato a rifarlo a gennaio. Perché non basta solo l’arrivo di Renato Veiga a Torino : la Juventus vorrebbe un altro difensore che risponda però, oltre a quelle economiche, alle esigenze precise del suo allenatore. Già, ma quali? E soprattutto perché proprio Todibo? Non si arrabbi il lettore di Sky Sport Insider se, prima di rispondere a questa domanda, divaghiamo con un piccolo - ma propedeutico - preambolo. Vale a dire proprio Veiga. Capiamo meglio: il nuovo arrivo dal Chelsea ha convinto per l’incredibile duttilità. Può giocare sia come terzino sinistro, sia come difensore centrale, sia come mediano o regista. Proprio così, un giocatore di impostazione. Guardate questa heatmap di Soccerment per capire meglio: indica la percentuale di impiego in campo, in raporto al ruolo, nelle ultime due stagioni . Sia allo Sporting, sia all’Augusta, sia soprattutto al Basilea, il portoghese è stato utilizzato soprattutto come playmaker davanti alla difesa. Ed è un aspetto molto interessante, calcolando che di fatto abbia preso il posto dell’uscente Danilo, un ex terzino spesso adattato al ruolo di centrale. Solo che rispetto al brasiliano, Veiga ha qualità migliori in fase di impostazione. E la chiave è proprio questa: la conduzione palla al piede. Sempre Soccerment ci viene in aiuto con questo grafico. Abbiamo confrontato il francese con gli altri due obiettivi di mercato: Kelly e Antonio Silva. A sinistra, vengono presentate le metriche di possesso: sull’asse delle X la pericolosità dei passaggi; su quella delle Y, la precisione. E in questo caso vediamo come Todibo e Silva spicchino. A destra, invece, l’aspetto difensivo: la capacità di intercettare e contrastare l’avversario sull’asse delle X, mentre i duelli aerei su quello delle Y. E se Kelly risulta molto determinante sotto l’aspetto fisico, di nuovo il francese e il portoghese emergono per un’ottima capacità di anticipo, vale a dire di lettura dell’azione anche senza palla. Ora, tutti e tre i giocatori sarebbero validi per Motta, e su questo non ci piove. Ma a determinare l’insistenza verso Todibo è proprio questo: la capacità di leggere le azioni, sia in fase di possesso, sia in fase di non possesso. Un regista in difesa, insomma. O meglio, un altro regista, dopo l’arrivo anche di Veiga. La linea è molto chiara, anche se l'operazione per arrivare al francese resta molto difficile: la costruzione del gioco deve sempre più partire dal basso, e la Juve continua a ricercare profili di questo tipo. Magari anche per mandare meglio in gol gli attaccanti, anche a costo di subire qualche rete in più. Diventa poi tutta una questione di equilibrio, e la bravura dovrà essere solo dell’allenatore. Che, al netto del rendimento non entusiasmante, ha dimostrato di saper spesso cambiare volto alla sua squadra. Un aspetto di certo da non sottovalutare.

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Valentino Della Casa