Caos Var in Serie A: i problemi e le possibili soluzioni

Di tutto quel che è successo nel cerchio di polemiche arbitrali aperto da Como-Juve e chiuso da Inter-Fiorentina, l'aspetto che più colpisce è l'audio della sala Var in occasione del tocco di mano di Gatti e la diversa interpretazione che ne hanno dato dalla sala di Lissone il Var Marco Guida e l'Avar - cioè l'assistente del Var - Lorenzo Maggioni. "Per me è in dinamica", dice Guida . "Gli toglie il controllo però, Marco", obietta Maggioni. "Per me non è rigore", replica Guida. Ancora Maggioni: "gliela toglie, lui la può stoppare", ma Guida, che in quanto Var ha l'ultima parola, insiste e chiosa: "E' in appoggio. Check completato, per me no ". E' raro che due Var, che comunque ricevono le stesse direttive e analizzano nelle varie riunioni gli stessi video, siano così in disaccordo. Indicazioni poco chiare? Per l'Aia no, è semmai Maggioni a non averle colte nel modo giusto: quel movimento di Gatti va considerato naturale - l'opinione è di Rocchi e della sua Commissione - e nulla conta che abbia ‘sporcato’ il pallone all'avversario . Di sicuro però il tema esiste, anzi è ‘IL’ tema: ma ripartiamo dal regolamento che recita così: : E' un'infrazione se un calciatore tocca il pallone con le mani / braccia posizionate in modo innaturale aumentando lo spazio occupato dal corpo. Si considera innaturale quando la posizione delle mani / braccia non è conseguenza del movimento del corpo per quella specifica situazione o non è giustificabile da tale movimento. Avendo le mani / braccia in una tale posizione, il calciatore si assume il rischio che vengano colpite dal pallone e di essere punito Dunque dal punto di vista strettamente regolamentare nulla conta l'effetto ‘tattico’ di un tocco di mano/braccio, ma soltanto la ‘naturalezza’ della posizione di un arto che si allarga rispetto al corpo. E qui ovviamente si apre un mondo : il movimento e la posizione delle braccia di Darmian in occasione del rigore dato alla Fiorentina contro l'Inter erano naturali? Credo che in molti diremmo di sì, ma è altrettanto scontato è che di fronte all'infinità di situazioni intermedie tra un braccio in posizione palesemente naturale o viceversa ci si debba affidare ad alcuni parametri: innanzitutto il livello di ‘apertura alare’, poi il famoso pallone inaspettato , e ancora ad esempio l'atteggiamento di opposizione a un tiro da parte di un difensore , ecc. ecc. Le sfumature però sono mille: per fare solo due esempi, Lucumí in Bologna-Roma viene punito e Coco in Atalanta-Torino no, ma entrambi stanno, seppure in maniera diversa, in una normale posizione di marcatura sull'avversario. Sta di fatto che, a prescindere dalle discussioni infinite che si possono fare sulla geometria e sulla biomeccanica della posizione/movimento di un braccio, quello che il calcio fatica a ‘digerire’ è soprattutto che un tocco di mano che evita un gol o un possibile gol passi impunito, esattamente come un tocco di mano che provoca o agevola un gol è sanzionato a prescindere - questo sì da regolamento. O che - simmetricamente - un tocco di mano del tutto ininfluente sul gioco possa provocare un rigore. Qualcuno ad esempio ricorderà le indiscrezioni circolate dopo un seminario Uefa nel quale era stato analizzato il rigore non concesso alla Germania per mani di Cucurella nei quarti di finale di Euro 2024. Un gesto che era stato considerato naturale, non punibile, sia in campo che dal Var, ma che tra gli stessi arbitri europei ha destato molte perplessità sulla linea da seguire. L'espulsione di Tomori, l'angolo di San Siro e le carenze del protocollo Var Gli altri episodi che hanno fatto molto discutere sono stati l'espulsione di Tomori per doppia ammonizione in Empoli-Milan e naturalmente il gol del vantaggio dell'Inter contro la Fiorentina, nato da un calcio d'angolo che non doveva esistere. Il difensore del Milan ha ricevuto il secondo cartellino giallo per un fallo commesso su un avversario in posizione di fuorigioco non vista dall'assistente. La dinamica ormai è chiara: se l'arbitro ha sanzionato l'imprudenza di Tomori, cioè la durezza del suo intervento, l'ammonizione sarebbe comunque rimasta, ma se invece il giallo, come è verosimile, è arrivato per la famosa ‘spa’ la rilevazione del fuorigioco avrebbe salvato il milanista. In ogni caso, trattandosi di ammonizione e non di espulsione diretta, il Var è fuori causa. Almeno finché non cambierà il protocollo, cosa al momento non prevista. Un'opzione potrebbe essere quella di introdurre la possibilità, per il Var, di intervenire su una seconda ammonizione palesemente sbagliata, lasciando fuori dal protocollo le prime ammonizioni e anche la possibilità di far sanzionare i secondi gialli eventualmente sfuggiti all'arbitro, che significherebbe impegnare i Var in un monitoraggio costante di tutti i calciatori già ammoniti. Soluzione complicata, mentre un po' più semplice, ma ancora osteggiata dai più conservatori in seno all'Ifab, sarebbe quella di introdurre la possibilità del ‘check’ sui calci d'angolo. Considerato il tempo medio necessario ad eseguire il tiro dalla bandierina, un controllo di pochi secondi come quello che sarebbe bastato per evitare il pasticcio del Meazza non sembra questo grave danno alla fluidità del gioco. Ma alla prossima assemblea generale dell'International Board, prevista a Belfast il 1° marzo, e chissà per quanto ancora, non se ne parlerà.

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