Milan, Gimenez sogna il primo gol in 'rossonero': il (bel) paradosso

C’è un’immagine che descrive alla perfezione non tanto il momento del Milan o di Santi Gimenez, ma quello che reciprocamente si stanno dando club e giocatore. È il gesto di una mano, un cinque battuto al momento della sostituzione della partita giocata contro il Verona: l’attaccante si avvia verso la panchina e abbraccia tutti. Ma quando diciamo ‘tutti’, intendiamo proprio ‘tutti’: allenatore, compagni, staff tecnico ma anche tutti i componenti del club rossonero che stazionavano intorno alla panchina. Non parliamo di dirigenti, ma proprio di chi segue il Milan 24 ore su 24 e che ha finora accompagnato Gimenez in questi suoi primi giorni italiani. Quasi come a voler dire: “Voglio sentirmi davvero parte di tutto questo. E tutto questo siete anche voi”. Ecco, il protagonista della partita contro la squadra di Zanetti è di nuovo l’attaccante messicano, che in due settimane di Milan sta continuando, più che cominciando, il percorso bellissimo di questa stagione. Come lo sta continuando? Facendo quello che gli riesce meglio: gol. Solo che da quando è al Milan ogni rete pesa un po’ di più, soprattutto se consideriamo gli amarcord tanto impegnativi quanto affascinanti che lo legano alla sua nuova squadra. Perché gli bastano 2 tiri in porta, su 5 in totale, per fare 2 reti in Serie A. Senza dimenticare che una delle due è arrivata peraltro da subentrato, nemmeno da titolare. L’amarcord? Come lui aveva fatto Pulisic, ma soprattutto un certo Shevchenko, da cui ha ereditato anche il numero di maglia. È un legame potentissimo quello con Sheva, che non a caso prima del derby aveva detto proprio ai microfoni di Sky quanto fosse contento che il giocatore messicano fosse arrivato a Milano. E a proposito, di Messico Gimenez se n’è portato dietro eccome. Da quando è qui, il seguito è incredibile: ci sono giornalisti che lo raccontano ogni giorno, tifosi che gli scrivono e scrivono alla società, che guardano le sue partite. Ci ricordiamo bene quando abbiamo raccontato il Milan durante la sua tournée americana: a San Diego c’erano tantissimi tifosi messicani con la maglia del Real Madrid, dove ha giocato Hugo Sanchez, uno dei giocatori messicani più forti di sempre. La speranza di vivere un ‘nuovo Sanchez’ è riposta proprio in Gimenez. E non a caso le sue maglie stanno andando a ruba anche Oltreoceano. Un’operazione felice, quella dell’arrivo dell’attaccante, che porta una ventata di freschezza ed entusiasmo a un Milan intenzionato a cancellare la tremenda trasferta di Feyenoord. Quella in cui anche Gimenez ha fatto male, senza incidere contro la sua ex squadra. Per questo a Milanello non c’è nemmeno il tempo di godersi questi tre punti e la sua rete: bisogna subito tornare a lavorare con la concentrazione massima del ritorno degli ottavi di Champions League che seguiremo minuto dopo minuto insieme su Sky. Nuovo-vecchio obiettivo E a proposito di quella partita e di quanto scrivevamo poco prima, c’è un altro obiettivo che Gimenez si è prefissato e parte davvero da molto lontano. Riprendiamo un post su Instagram pubblicato dal giocatore, che lo vede bambino con un pallone rossonero tra i piedi. Quei colori sono davvero i suoi, l’ha sempre detto: tifava Milan, sognava di giocare con questa maglia e soprattutto di fare gol con questa maglia. Ecco, ancora non ci è riuscito. Spieghiamo meglio il paradosso: la prima rete è arrivata con la maglia bianca; quella contro il Verona con la quarta maglia. Martedì al Meazza sarà una bolgia, è già previsto. E Gimenez scenderà in campo con la maglia rossonera, che peraltro sta scalando posizioni nella classifica di quelle più vendute . L'intenzione è esultare per la prima volta davvero con quei colori addosso. Una bella sfida per chi vuole provare a entrare nella storia del Milan dalla porta principale. Anche se verso quella porta ci sta già entrando: gli sono bastati solo due gol...

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Peppe Di Stefano