La Juve che cammina, rispetto per Walker e... Peppino di Capri: il breviario

CALCIO CAMMINATO C’è una nuova vincitrice del concorso Calcio camminato 2025, è la Juventus. Nel calcio camminato, nuova frontiera dello sport per anziani di cui abbiamo già parlato in un breviario precedente, non si può correre, e la squadra di Thiago Motta ormai ha scelto di giocare passandosi la palla come si farebbe alla casa di riposo Villa Arzilla. La Juventus gioca con lentezza, pensa con lentezza, reagisce con lentezza. Mai un guizzo, una corsa rabbiosa, uno strappo nervoso, un cambio di passo insomma. La Juve gioca ballando il fox trot, in 4/4, saltellando sul posto come se lo spazio fosse qualcosa di cui avere addirittura paura. Palla avanti palla indietro, palla avanti palla indietro, palla avanti palla indietro. Il tutto sotto gli occhi di Dusan Vlahovic che dalla panchina sembra pregare Motta: non farmi entrare, ti prego mister, non farmi entrare. NON C’è PIù RISPETTO Miracolo a Milano, dove in campo si è verificato un fatto eccezionale. Il terzino del Milan Walker ha chiesto all’arbitro di non infierire su Dele Alli, entrato dopo un’assenza di due anni dal campo e immediatamente espulso dall’inflessibile Marchetti di Ostia. Un gesto meraviglioso, di genuina amicizia, avvenuto quando mancavano ancora diversi minuti da giocare e il risultato era in bilico. L’iniziativa dell’inglese non è stata però gradita da alcuni tifosi del Milan che sui social hanno accusato Walker di mancanza di rispetto per i colori rossoneri. Ora, siccome ogni tanto mi distraggo, sono andato guardare sul vocabolario il significato della parola rispetto. Leggo testualmente: riconoscimento di una superiorità morale o sociale manifestato attraverso il proprio atteggiamento o comportamento. Se c’è qualcuno che ha reso nobile la parola rispetto, questo qualcuno si chiama Kyle Walker. Tutto il resto è spazzatura da social. CAMERIERE, UN PIGNOLETTO Peppino di Capri prosegue nei suoi gustosi racconti di vita vissuta. In uno di questi ha parlato per la millequattrocentesima volta della sua canzone più famosa, Champagne. Sostiene che avrebbe dovuto cederla a Charles Aznavour, ma che poi ci ha ripensato, ovviamente guadagnandoci. Mi sono chiesto che cosa sarebbe successo a Thiago Motta se non avesse deciso di cedere la sua ex squadra, il Bologna, a un altro allenatore, Vincenzo Italiano. Si troverebbe esattamente nello stesso posto del collega in classifica? Vivrebbe meglio la sua vita? La risposta alla prima domanda è dubbia, la seconda è certamente un sì. Nel frattempo, tra una curiosità e l’altra, scopro che il vino più famoso di Bologna si chiama Pignoletto. Ora siccome pare che questo fosse anche il soprannome dato da qualcuno a Thiago durante la sua esperienza in Emilia, concludo cantando: Pignoletto, per brindare a un incontro, con te che già eri di un altro… DICHIARAZIONI PERICOLOSE Nuova rubrica. Conte prima di Napoli-Venezia: “Sarà come una finale mondiale”. Conceicao sulle voci di Fabregas al Milan: “Se fosse questa la motivazione a batterlo sarei malato”. Dichiarazione invecchiata bene di Ranieri su Hummels: “Ha bisogno di una vacanza”. Capello su Guardiola: “Lo amo da sempre” *refuso

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