Florenzi: "Credo in questo Milan e nel 4° posto"

In tanti qui a Milanello dicono "finalmente Ale è in gruppo". Un resoconto di questa tua stagione? Perché eri partito fortissimo, ma talmente forte che ti sei fatto male. "Ero partito con entusiasmo, che poi è una delle mie qualità: cercare e portare entusiasmo negli altri. Poi è successo quello che è successo. Ho iniziato un altro viaggio, verso il recupero. Questa volta è stata diversa dalle altre, perché me la sono presa con calma, non avevo una data di rientro e non me l'ero prefissata. Ho approcciato l'infortunio con la maturità che viene con l'esperienza: quando sei giovane tendi a forzare i tempi per rientrare prima, è difficile restare fuori. In questi mesi ho cercato di stare con il gruppo il più possibile. Non è stato facile, perché avrei voluto fare la mia parte anche in campo. È sotto l'occhio di tutti che è stata una stagione finora deludente, per quelle che sono le aspettative del Milan e per gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Abbiamo iniziato con un allenatore nuovo dopo cinque anni per poi cambiare guida tecnica nel corso della stagione. In questi casi non è mai facile. Ma non deve essere una scusa o un alibi: si vince e si perde tutti insieme, ognuno ha le stesse responsabilità, dall'allenatore, alla società, ai giocatori. Potevamo fare di più, probabilmente, perché siamo lontani da quello che era il nostro obiettivo, anche se la matematica non ci condanna. Possiamo ancora puntare al quarto posto. È ovvio che sarà difficile, lo sappiamo tutti. Dobbiamo pensarci una partita alla volta, senza fare tabelle. Scendere in campo ogni settimana come se fosse una finale. Ma con i fatti, non con le chiacchiere". Qualche settimana fa Ibrahimovic disse: "Questo Milan è più forte di quello che vinse lo scudetto". Sei anche tu della stessa opinione? Perché una squadra con questa qualità non riesce a trovare un equilibrio? "Per vincere hai bisogno di diversi fattori. Uno di questi è il gruppo, e lo posso accomunare a quello dello scudetto. Poi c'è la qualità, e secondo me questa squadra ne ha di più di quella dello scudetto. Siamo tanti e siamo forti. Forse la cosa che ci sta mancando è l'esperienza. Nel 2022 c'era un mix di giovani, di talento e di giocatori affermati. C'erano Ibra, Giroud e Kjaer, calciatori esperti che ne avevano passate tante e sapevano come aiutare il gruppo a gestire le situazioni più complicate. Oggi potrei farlo io, ma per l'infortunio non sono riuscito a stare a contatto con la squadra come avrei dovuto e voluto. Se voglio essere di esempio, devo poterlo essere anche in campo, non solo fuori. Secondo me è quello che ci sta mancando in questa stagione. Radio Milanello dice che da quando sei tornato è tornata l'allegria. Sono tornati anche i risultati. Cosa ti senti di aver riportato? "Io sono quello che va a chiedere i giorni liberi al mister, non faccio altre cose per il gruppo . A parte gli scherzi. Magari è un caso, magari no. La cosa importante è che siamo tornati a vincere. Vi assicuro che in questo momento non è per niente facile conquistare i tre punti contro il Lecce in trasferta e contro il Como, che è una squadra ben allenata e con giocatori veramente interessanti". La consideri già una svolta o serve l'ultimo test contro il Napoli per capire se davvero avete cambiato passo? "Non è una questione di cambio passo. Sarà una partita che può dare tanto. Perché comunque giocheremo contro una squadra che sta lottando per lo scudetto e che da inizio anno ha fatto grandi cose. A Napoli vorrei vedere dal Milan una continuità prestazione, a prescindere dal risultato. Vorrei vedere una squadra, come è successo nelle ultime due partite". Per arrivare poi a quel famoso doppio derby di Coppa Italia, un incrocio che per i tifosi rappresenta la 'vita sportiva' di questa stagione. Lì vedremo il vero Milan? Hai fiducia nella squadra? "Io mi fido sempre del Milan. Conosco la squadra, conosco i giocatori e li reputo veramente molto forti. Dobbiamo volerlo di più, tutti quanti. Dobbiamo 'tapparci le orecchie', perché in questo momento è normale che tutti parlino di un Milan che non sta vivendo una buona stagione. Perché è una novità, dopo i risultati degli ultimi quattro, cinque anni. Il calcio è così, vive di momenti. Sta a te pensare partita per partita, l'importante è uscire dal campo a testa alta, con la consapevolezza di aver dato tutto quello che potevi. Prima però c'è Napoli, al derby non ci pensiamo. Quelle due partite sono ancora lontane". Hai giocato a Parigi, a Roma e a Valencia. Conosci le piazze calde. Sai che i tifosi del Milan sono così passionali che a volte bastano due vittorie per farli tornare allo stadio a cantare. Quanto avete bisogno di loro in questa ultima parte di stagione? "La partita con la Lazio è stata strana, perché abbiamo percepito che San Siro era distante dalla squadra. So che i tifosi vogliono il bene del Milan e il bene di noi giocatori. Per noi sono davvero importanti, insieme possiamo arrivare da qualche parte. Da soli, né noi né loro otterremo niente. Se tutti quanti andiamo nella stessa direzione, magari avremo quell'1% che fa veramente la differenza. Le fondamenta di una vittoria stanno nell'unione del gruppo squadra, in ognuna delle sue sfere: dai tifosi ai giocatori, dallo staff ai dirigenti. Ci credo fortemente, perché l'ho vissuto. Il Milan di tre anni fa non era la squadra più forte ma abbiamo vinto lo scudetto. Stesso discorso con l'Italia agli Europei. Vuol dire che c'era qualcosa di più". Sei in scadenza. Per l'anno che hai passato, per quello che hai dato e vuoi ancora dare a questa squadra, ti rinnoveresti il contratto? "Napoli - Milan. 30 marzo. Questo è il mio unico pensiero in questo momento. Quello che c'è stato ieri non esiste più. Quello che ci sarà domani, lo vedremo". In un'intervista dell'estate 2023 parlasti di Pulisic e Reijnders. Dissi che avevano qualcosa da Milan: per stile, qualità e professionalità. Ti aspettavi una crescita così da parte loro? "Se l'ho detto due anni fa, immagina quello che posso pensare adesso. Non solo sono da Milan, ma sono dei pilastri del Milan. Come possono essere Mike Maignan, Rafa Leao e Theo. Con molta serenità li metto in quella categoria". Ora sei tornato ma sei andato in panchina. Come procede la tabella di marcia? Che minutaggio hai? "Ieri ho fatto la prima amichevole contro l'Under 23. Ho giocato una mezz'oretta scarsa, le sensazioni sono state buone. In questo momento la palla passa al mister. Minutaggio o ruolo poco cambia, sono a completa disposizione". L'ultima domanda è sull'Italia. Hai fatto parte della nazionale, sei legato all'ambiente e a Luciano Spalletti. Ti piace questo nuovo corso? La strada è giusta? "Abbiamo fatto una buona partita. Non abbiamo sfruttato alcune occasioni che ci sono capitate in avanti e loro con due colpi di testa ci hanno fatto gol. Siamo allenati da un Ct formidabile, abbiamo dei giocatori veramente tanto forti e dei grandi talenti". Qualcuno in particolare? "Il Milan mi ucciderà . A me Barella fa impazzire. E come persona è anche meglio che come giocatore. Gli faccio tanti complimenti, perché ha scritto tante pagine dell'Italia e sono sicuro che ne scriverà altre".

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