Il sorriso di Elmas: "Qui sono felice! E posso tornare in alto"

Un po’ di stanchezza accumulata dal doppio impegno con la Macedonia si nota. Ma si nota soprattutto una cosa: l’occhio felice e il sorriso. Eljif Elmas a Torino sta tornando a vivere quello che era stato il suo bellissimo percorso con il Napoli, quando era riuscito a vincere lo scudetto. Pronti, via e subito 3 reti in granata su 5 partite disputate. Non male per chi era rimasto fermo per problemi fisici per circa un anno a Lipsia, dove il feeling non è forse scattato come con le squadre italiane. Perché in granata – si capisce subito – Elmas si sente davvero a casa. Sei arrivato a fine gennaio e sei stato subito determinante. La prima cosa da chiedere è: come ti senti? “È vero! Sono qui da poco e non giocavo da oltre un anno. Mi sto allenando tanto e sto avendo spazio con continuità, era importante per me. Ho un obiettivo personale preciso: voglio tornare al top, provando a vincerle tutte da qui alla fine. Perché voglio vedere i tifosi del Toro contenti del nostro lavoro, che capiscano che ogni giorno cerchiamo di dare il massimo per arrivare al risultato.” Da Napoli a Lipsia, quindi il Torino. Che cosa hai trovato qui che ti ha colpito in modo particolare? “Quando sono andato in Germania è stato un po’ difficile: si vive in maniera diversa, non c’è il calore che c’è in Italia. A Torino invece l’ho proprio rivisto, quel calore: quando esci, i tifosi ti dimostrano tanto affetto. Questa è la grande differenza che ho notato e per questo sono contento di essere qui. La città è bellissima, le strutture sono bellissime. Si sta davvero alla grande.” La squadra è in una posizione tranquilla di classifica, ma state dimostrando di tenere alta l’attenzione. Come si fa in queste ultime partitead avere quell’ambizione a fare sempre meglio? “È importante creare quella mentalità vincente che avevo a Napoli e che voglio avere anche qui. Non devi guardare chi c’è avanti o dietro, non c’è niente di facile da qui alla fine: hai la Lazio, ma anche il Verona; hai l’Inter, il Napoli... Dobbiamo cercare di lavorare sulle ambizioni e sul carattere, perché ci può aiutare per il futuro.” Quello che notiamo è il grande feeling con Vanoli. “Sì, sto provando a capire tutto quello che mi chiede di fare. C’è stato subito un bel rapporto, proprio dall’inizio, e di questo sono felice. Il suo primo obiettivo era quello di ritrovare la giusta condizione: sto facendo quello che mi dice, che serve a me ma anche alla squadra. Non si fa mai nulla da soli, si gioca in 11.” E con i tuoi compagni? Che impatto c’è stato? “Questa squadra è incredibile. Dal primo giorno mi sono trovato con persone bravissime e con una squadra composta di ragazzi di grande cuore e carattere. Sono tutti molto uniti, non si vede spesso nel calcio questa cosa, che riguarda tutti: giocatori, allenatore e lo staff.” Ma non cominci a essere un po’ scaramantico dopo questi tre gol in cinque partite? “ Dopo il gol di Bologna mi hanno fatto i complimenti. Prima delle partita, qualcuno mi aveva pure detto che avrei segnato… È stato bellissimo per me. Però ora devo continuare...” Nella conferenza di presentazione dicevi che avresti preso casa in centro. Cosa ti sta piacendo di Torino? “Sì, l’ho fatto e mi piace davvero. Però devo confessare che non ho ancora visto molto: da quando sono arrivato ho dovuto pensare molto ad allenarmi e al campo. Però in molti mi hanno detto di visitare Superga e di quanto sia bella. Aspetto l’occasione giusta per andarci.” Prima hai accennato al Napoli. E allora insistiamo: hai vissuto in quella città per cinque anni, tuo padre e tuo fratello più piccolo, che gioca nelle giovanili azzurre, stanno ancora lì. Cosa ti porti dietro da quell’esperienza? “Ho tanti bellissimi ricordi di Napoli: ho vinto una Coppa Italia e lo scudetto. La gente di Napoli è incredibile, non trovi ovunque persone così. Sono contento di aver vissuto quel periodo della mia vita lì. Ma infatti non è casuale che la mia famiglia sia voluta rimanere lì: si sentono a casa. Devo ringraziare la gente di Napoli per questo.” Sei andato via da campione d’Italia, torni e il Napoli lotta per lo scudetto. È il Napoli di Conte, diverso ma anche con alcuni tuoi ex compagni. Ce la può fare secondo te? “Tutto è ancora aperto, ci sono sì le prime tre ma anche altre squadre si possono inserire. Il campionato è lungo. Il Napoli secondo me ce la può fare: l’Inter ha la Champions, per dire. In questo momento loro due se la giocano un po’ di più, ma in generale davvero tutto è ancora aperto. A dirla tutto, auguro il meglio a chiunque se la giochi.” Però un po’ di cuore è su Napoli… “Beh, ci sta! Però davvero, auguro il meglio a tutti. Ma ora sto al Toro...” E quindi che effetto ti farà andare a Napoli da avversario a fine aprile? “Bella domanda . Le emozioni sono state tante, ma in questo momento sto solo pensando di essere un giocatore del Toro. Darò il mio 100% al campo, metterò il cuore per il Toro.” A proposito di Napoli e preparazioni, su Sky Sport Insider Ghoulam ha espresso il suo parere a proposito del calcio durante il Ramadan: dice che in alcuni casi le prestazioni dell’atleta possano migliorare, visto l’aspetto di purificazione non solamente spirituale. Tu come lo stai gestendo in queste settimane? “Anche io lo sto facendo, sì, mi sto allenando e gioco qualche partita rispettando le regole. Ma dipende dall’orario: se sono in campo alle 12.30 o alle 15 a volte è troppo difficile. Ma Faouzi ha detto una bellissima cosa e la condivido: è vero che ti purifica, ti fa sentire meglio. Lui poi non è un mio amico, ma proprio un mio fratello: mi ha aiutato tanto a Napoli, abbiamo fatto il Ramadan insieme noi due con Koulibaly. È un momento molto profondo, ma chiaramente ha delle sue difficoltà.” Chiudiamo con questa: a Napoli hai vinto lo scudetto, quale sarebbe il tuo scudetto qui a Torino? “La domanda è molto difficile. Sto pensando di giocare le mie partite e dare il massimo per la squadra, lasciar contenti i tifosi. L’obiettivo è questo, voglio centrarlo.” L’intervista termina, Eljif si alza e saluta. E chiede: “Si è capito tutto, vero?”. Un altro indizio di come a Torino voglia lasciare il segno. Con il sorriso. Intervista a cura di Paolo Aghemo e Valentino Della Casa

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