Il Milan di Conceiçao ricomincia da tre

Era un po’ che non sorridevano così a fine partita. I giocatori, i tifosi del Milan non erano più abituati a festeggiare una vittoria, consapevoli di aver non soltanto conquistato i tre punti, ma anche di averlo meritato senza discussioni. L’ultimo successo era datato 15 marzo, in rimonta a San Siro sul Como. In trasferta addirittura dalla settimana prima, al Via del Mare di Lecce, ribaltando il 2-0 dei giallorossi allenati dall’ex Giampaolo. In entrambi i casi si era apprezzato il carattere dei ragazzi di Conceicao, ma non di certo l’approccio. Del resto nel 2025, con il portoghese in panchina, il Milan era andato ben 10 volte in svantaggio. Stavolta a Udine non è stato così, anzi, fin da subito gli 11 titolari hanno mostrato di essere entrati in campo con la testa giusta, senza concedere nulla all’avversario. È vero, l’Udinese è nel periodo peggiore della gestione Runjaić, questo è giusto sottolinearlo, e senza Thauvin sa solo perdere. Anche ieri l’assenza del francese si è sentita eccome in fase offensiva. Mancano le sue intuizioni, la sua classe a ispirare Lorenzo Lucca. Ma di fronte, ed è questa la grande novità, c’era un Milan con la difesa a tre. L’assenza a destra di Walker ha convinto Sergio Conceicao a essere più prudente, a scegliere per la corsia di destra Alex Jimenez mantenendo a sinistra Theo. In mezzo Tomori, Gabbia e Pavlovic. Il Milan subiva sistematicamente gol da nove partite consecutive, coppe comprese. L’ultimo clean sheet era datato 15 febbraio, in casa contro il Verona: da quel giorno 11 gol incassati in campionato, anche per questo Sergio Conceicao ha scelto di snaturarsi, di abbandonare una delle sue certezze. Quasi mai da allenatore del Porto aveva schierato tre difensori, gli era capitato solo pochissime volte in Champions League quando partiva palesemente sfavorito, come, ad esempio, nelle sfide contro Manchester City e Liverpool. L’Udinese era reduce da tre sconfitte di fila e aveva segnato soltanto un gol nelle ultime tre partite, difficile pensare che l’allenatore del Milan abbia provato lo stesso timore di quelle serate europee, ma di certo possiamo dire che la sua scelta si è rivelata convincente. Solo una volta in questa stagione il Milan aveva segnato quattro gol: il 14 settembre, a San Siro contro il Venezia . Per ritrovare un poker lontano dal Meazza in Serie A bisogna addirittura tornare indietro di due anni. Un capolavoro quella sera firmato dal Milan di Pioli, il 2 aprile 2023, sul campo di una squadra che stava dominando il campionato e che con grande merito poi avrebbe festeggiato lo scudetto con cinque giornate d’anticipo. Il Napoli di Spalletti, quella sera, venne letteralmente annientato da un Milan sontuoso, con un Leao nella parte del trascinatore. Un po’ come è accaduto a Udine, con il portoghese ad aprire le danze, grazie a uno splendido destro all’incrocio. Poi Pavlovic, al secondo centro stagionale, Theo e Reijnders per chiudere i giochi. Il punteggio è stato lo stesso, l’avversario sicuramente no. È fondamentale non esagerare con i complimenti, né pensare che la soluzione dell’enigma Milan in questa stagione fosse così semplice. Di sicuro, però, dopo tanto tempo si è vista una squadra più equilibrata, capace di concedere poco o nulla al suo avversario. Quanto al talento offensivo di gente come Leao, Pulisic e Reijnders nessuno ha mai avuto dubbi. Domenica sera, nel giorno di Pasqua, a San Siro arriverà un’altra squadra che non sta vivendo un momento eccezionale, ma che come l’Udinese gioca con una difesa a tre. Anche contro l’Atalanta è lecito pensare che Conceicao insista con questo schieramento, una prova generale in vista del 23 aprile, giorno della semifinale di ritorno in Coppa Italia contro l’Inter. A proposito di difesa a tre…

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Riccardo Gentile