Juventus, Tudor procede per piccoli passi: la lezione dell'allenatore croato

Sono le 23.37 di sabato sera, Juventus-Lecce è terminata da poco più di un’ora e Igor Tudor, dopo aver fatto il giro delle televisioni broadcaster, sta finendo la conferenza stampa dentro l’Allianz Stadium. È l’ultima risposta. Ed è la chiave del momento della stagione. In quel momento, in quel sabato notte, la Juventus è tornata terza in classifica dopo oltre 5 mesi. L’ultima volta dopo il 4-4 contro l’Inter a San Siro lo scorso 27 ottobre. Dalla settimana successiva aveva sempre oscillato tra il sesto e il quarto posto. Nel mezzo, l’uscita dalla Champions League e dalla Coppa Italia e l’esonero di Thiago Motta l’allenatore di una rivoluzione tattica che non ha avuto successo. Su cui ora Igor Tudor sta continuando a lavorare. Ma torniamo alle 23.37 di sabato notte allo Stadium. E all’ultima domanda proprio sulla nuova classifica della Juventus a cui Tudor risponde così: “Inutile guardare adesso la classifica, ci si distrae e basta. Si guarda solo all’ultima giornata”. Sorriso. “Grazie e buonanotte”. Scortato dal capo ufficio stampa Riccardo Coli, lascia la sala stampa. Ecco il senso della missione di Igor Tudor. Vivere il presente, giornata dopo giornata. Inutile programmare. Anche perché il suo mini contratto ha una scadenza a breve e guardare oltre al prossimo allenamento avrebbe poco senso. Così, in una domenica di scarico alla Continassa, si procede step by step. E dopo tre partite alla guida dei bianconeri, lo score parla di 7 punti conquistati, due vittorie e un pareggio all’Olimpico contro la Roma, una delle squadre più in forma del momento. Nodo cambi L’ultima risposta non è però l’unica che tutti i giornalisti si sono segnati. Qualche minuto prima c’è stato un altro passaggio che ha fatto alzare gli occhi dagli schermi dei pc e smartphone. “Oggi le sostituzioni non mi sono piaciute. L’ho detto anche nello spogliatoio: con 5 cambi, mezza squadra si rinnova e bisogna essere pronti. Capisco tutto, perché sono stato giocatore anche io, ma bisogna crescere in fretta”. Messaggio forte e chiaro. Arrivato prima ai giocatori e poi a tutti gli altri. Non è un cartellino rosso, ma giallo sì. E per un allenatore che ha fatto capire di aver trovato un undici su cui sta lavorando con continuità al netto degli infortuni e delle squalifiche, è un messaggio dal valore ancora più forte. I cambi contro il Lecce sono stati: Cambiaso , Weah e Kolo Muani al 67’. Poi al 76’ è entrato Conceiçao e nel recupero Savona quando bisognava proteggere il 2-1. Chissà se a Parma, nel giorno di Pasquetta, uno di loro avrà la chance di partire dall’inizio? 8, 9 e 10 Sono in tre a sorridere nel day after la vittoria sul Lecce. Anche se per motivi diversi. L’8, il 9 e il 10. Ci sono loro sui tabellini, e nelle app del Fantacalcio. L’8 è Koopminers che dopo due minuti ha trovato il gol del vantaggio. Un po’ una liberazione per l’olandese di cui “Si è parlato fin troppo” e che ha finalizzato una bella azione di gruppo. Cui l’ultimo passaggio è spettato proprio al numero 9. Dusan Vlahovic che mezz’ora dopo ha toccato il pallone anche per il raddoppio del 10 . L’unico attaccante che sta ritrovando una certa continuità. Del 10 anche il primo gol dell’era Tudor, in casa contro il Genoa. Per gli altri attaccanti, zero gol da mesi. Ecco, la rete è proprio ciò che manca a Vlahovic. In telecronaca Aldo Serena ha più volte sottolineato la sua ansia da gol, che l’ha portato a sbagliare una grossa occasione nel primo tempo. Tudor apprezza l’attaccante serbo e fino ad adesso gli ha garantito grande fiducia. Il prossimo step sarà aiutarlo nel fargli ritrovare quella rete che manca dallo scorso 23 febbraio contro il Cagliari. Contro il Parma tra una settimana saranno in pratica due mesi di astinenza. Non poco per un attaccante. Ma con Tudor guardare indietro o troppo in avanti non conta. Si lavora e si ragiona una partita alla volta, e “la classifica si guarda solo all’ultima giornata”. .

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