L'Inter è spuntata, Sergio in Algarve e Yamal biondo: il breviario del 28 aprile

CAMBI DI DIREZIONE L’Inter continua a perdere giocando partite senza criterio. E’ come se la squadra di Inzaghi avesse improvvisamente bevuto un infuso ubriacante capace di farle smarrire il senso del gioco. Che sta succedendo? Accanto alle solite chiacchiere da bar su cali fisici, gestione confusa delle risorse umane e bisbigli dietrologici di uno spogliatoio improvvisamente meno compatto del solito, si fa largo l’ipotesi più semplice di tutte ma anche la più credibile: quella che all’Inter manchi soprattutto una cosa, l’attacco. Lautaro è stanco, e scivola in continuazione, come se avesse i pattini anziché le scarpe, e gli altri non lo aiutano. Correa ormai sembra una vittima della sindrome di Stoccolma, e quasi si innamora dei suoi rapitori, dei semplici avversari. Conforta sapere che rientrerà probabilmente Thuram, il quale, in questi giorni di preparazione prima della trasferta di Barcellona, farà dei test fisici per sollecitare l’adduttore della gamba sinistra. Si chiamano cambi di direzione. Interessano Thuram, ma riguardano anche Inzaghi, l’intera squadra e tutta la buona sorte . FAMOLO STRANO Conceicao mi sta diventando sempre più simpatico. Mentre si avvicina il momento del suo addio, si lascia andare a dichiarazioni fuori dal consueto e fastidioso sentito dire. L’ultima riguarda Algarve, un bel posto portoghese con ben 150 chilometri di costa, affacciato sull’Oceano Atlantico e costantemente illuminato dal sole. L’allenatore del Milan non esclude di ritirarsi a fine stagione da quelle parti, magari per una decina d’anni, perché insomma, ha detto, “io sono un po’ strano”. Devo ammettere che questa stranezza io l’ho colta da subito e mi ha conquistato. Il Milan con lui ha perso parecchio ma ha anche vinto, come si sa. E potrebbe vincere ancora, come si sa. Quello che non si sa è come sia davvero Conceicao. Perché la sua stranezza contiene un seme di bellezza, ma questo seme, se il Milan lo lascerà andar via, nessuno, almeno in Italia, lo vedrà mai germogliare. E allora, famolo strano anche noi, e organizziamo per questa estate una bella gita, tutti insieme, in Algarve. IL CALCIO BELLO Ho conosciuto Zoff qualche anno fa, per via di un’intervista. Mi fece l’impressione di un uomo parecchio malinteso. Ha dato sempre l’impressione di essere serioso ma in realtà ride parecchio, raccontando barzellette divertenti. Di essere anche retrogrado, ma con me parlò soltanto di futuro. Di essere moralista, quando invece si rifiutò di fare il predicozzo a chiunque, compreso il ‘nemico’ Berlusconi. Ho ritrovato questa sua vena, in qualche modo ‘moderna’, nell’ultima intervista concessa alla Gazzetta. E c’è un passaggio che riassume tutto il suo modo di essere e di pensare. Gli chiedono, “meglio il calcio di oggi, o quello di una volta?”. Risposta: “Meglio il calcio bello”. Poche parole ma senza dubbio le migliori. IO NON TI CONOSCO In vista di Barcellona-Inter, alcune impressioni post finale di Coppa del Re in Spagna. Sull’arbitraggio sorvolo, altrimenti qualcuno, giustamente, mi censura. Quanto al resto, spiccano due, tre elementi. Il primo è che il Barcellona gioca un gran calcio ma con un punto debole: la presunzione. Se l’affronti in umiltà le puoi far male. il secondo, vicino al primo, sono i capelli biondi di Yamal. Al di là dell’effetto estetico di cui mi frega il giusto, commenterei il risvolto psicologico. Se ti fai biondo, pensi di avere già conquistato il mondo? Il terzo punto si riferisce ad Ancelotti. Mentre Rudiger faceva il pazzo scagliando ghiaccio e insulti all’arbitro, lui si voltava dall’altra parte. Sembrava che cantasse in silenzio: io non ti conosco, io non so chi sei, so che hai cancellato con un gesto i sogni miei.

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