Un muro azzurro per lo scudetto: il Napoli sta vincendo con la forza fisica e la testa

Il Napoli è padrone del suo destino. Solo un paio di settimane fa era inimmaginabile a quattro giornate dalla fine del campionato. Poi le sconfitte dell’Inter con Bologna e Roma hanno stravolto gli equilibri in vetta alla classifica. Il Napoli vede sullo sfondo il traguardo. Conte può emulare Spalletti con una rosa che presenta tanti protagonisti del terzo scudetto ma con una squadra decisamente diversa. Più sbarazzino, a tratti travolgente e spettacolare il Napoli di Spalletti. Più forte fisicamente e di una solidità difensiva impressionante il Napoli di Conte. Due allenatori che propongono un calcio propositivo ma lo fanno attraverso strade differenti. Un muro per lo scudetto Conte sta costruendo l’ennesimo capolavoro con un’organizzazione difensiva impeccabile. I numeri parlato chiaro: il Napoli ha subito appena 25 gol, è la miglior difesa dei cinque principali campionati europei. I clean sheet sono 16 e - dato impressionante - non ha mai subito gol di testa e da calcio d’angolo. Eppure, i problemi non sono mancati. Buongiorno, il leader della difesa, a fine campionato avrà saltato 16 partite. Il suo sostituto naturale Juan Jesus, rigenerato da Conte è fermo ai box. In questo spinti verso lo scudetto Conte potrebbe affidarsi a Rafa Marin, difensore che il Real Madrid non ha scaricato mantenendo un diritto di recompra che può arrivare a 35 milioni. Ma Conte, evidentemente, non ama lo spagnolo. Lo ha utilizzato in appena quattro spezzoni di partite per un totale di 139 minuti. La coperta è cortissima. L’unica alternativa è rappresentata da Olivera che ha giocato spesso da difensore centrale con la nazionale uruguayana. Ma in quel caso Conte dovrebbe abbassare Spinazzola che sta giocando alto a sinistra, con Neres acciaccato e Okafor bocciato. Una soluzione potrebbe essere l’inserimento di Raspadori, allargando Mc Tominay a sinistra. Ma spostare in questo momento lo scozzese, l’uomo che sta trascinando il Napoli verso il sogno appare un azzardo. Chiamatelo McFratm Già, McTominay. L’uomo arrivato quasi in punta di piedi a Napoli e che si sta rivelando l’Mvp del campionato. Lo scozzese è una forza della natura. Conte ha avuto la grande intuizione di metterlo alle spalle di Lukaku e i risultati sono straordinari. Per anni McTominay è stato considerato un ottimo mediano. Di gol ne ha fatti in Premier ma a Napoli è esploso. Qualcuno dirà perché il livello della serie A è inferiore a quello della Premier League. Può darsi, ma l’intuizione di Conte sta facendo la differenza. McTominay è uno splendido centrocampista offensivo e non un mediano che deve sacrificarsi davanti alla difesa. Lo avessero capito allo United difficilmente se ne sarebbero liberati con tanta facilità. Conte se lo tiene stretto e può vantarsi di avere avuto una grande intuizione. In pochi mesi McTominay è passato dal ruolo di gregario di lusso a protagonista assoluto. Simbolo splendente del calcio di Conte: forza fisica, cura dei dettagli e grande solidità difensiva. Lo scozzese appresenta tutto questo. Integralismo, questo sconosciuto Per garantirne la titolarità Conte ha messo in un cassetto l’amato 3-5-2. Senza McTominay l’allenatore mai sarebbe passato alla difesa a quattro. Ma Conte non è un integralista come lo dipingono in molti. Sa adattarsi alle situazioni e prova a mettere i suoi calciatori nelle condizioni di esprimersi al meglio. Fosse rimasto con il 3-5-2, che avrebbe condannato spesso McTominay alla panchina, adesso il Napoli starebbe lottando per un posto in Champions. E invece a quattro giornate dalla fine l’accesso in Champions è già garantito e lo scudetto è un obiettivo decisamente concreto. Bastano 10 punti nelle prossime quattro partite con un calendario che presenta qualche insidia, a cominciare dalla trasferta di Lecce, ma meno complicato, almeno in apparenza, rispetto a quello dell’Inter.

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Maurizio Compagnoni