Locatelli: "Io, capitano della Juve ogni giorno"

Manuel, andate a Bologna e siete davanti in classifica: può essere un vantaggio anche psicologico nella preparazione di questa partita? Potrebbe portarvi ad avere un atteggiamento diverso? “No, non dobbiamo pensarlo. Sarà una gara fondamentale: sappiamo l’importanza di questo incontro, ci stiamo allenando e la stiamo preparando bene. Queste partite si affrontano sì con grinta e determinazione ma anche con calma: ci vuole testa in tutto, siamo consapevoli di poter fare una grande prova. L’obiettivo è cercare di vincere ogni partita da qui alla fine. E questo può essere un buon punto di partenza anche per Bologna...” Cosa dovete temere di questa squadra, che all’andata vi ha fatto soffrire parecchio, e cosa deve temere il Bologna di questa Juve? “Loro sono una grande squadra e hanno un grande entusiasmo. Ho sentito il mio amico Davide un po’ di settimane fa che me l’ha confermato. Lavorano bene, con un mister molto bravo: viaggeranno sulle ali dell’entusiasmo, sarà una partita aggressiva, ma noi abbiamo le nostre carte, non ci dobbiamo presentare a nessuno. Siamo una grande squadra, dobbiamo cercare di fare risultato” Da capitano, hai parlato con Yildiz? Cosa vi siete detti? Quell’espulsione vi ha messi un po’ in difficoltà... “Gli ho parlato, è consapevole di aver fatto un errore abbastanza grave, soprattutto comportamentale. È una cosa che non deve succedere e sono sicuro che non gli capiterà più. Ha capito l’errore ma ora non dobbiamo crocifiggerlo: dobbiamo andare avanti, ci saranno altre persone che lo sostituiranno. È un ragazzo perbene, sarà di sicuro il futuro della Juve” A quattro giornate della fine, i punti sono ancora più pesanti. Ma al di là della stagione, non entrare tra le prime quattro, con le qualità tecniche che avete, sarebbe un fallimento sportivo? “Non è quello a cui dobbiamo pensare ora. Concentriamoci sull'entrare tra le prime 4, questo è il nostro obiettivo. Non dobbiamo lasciare spazio ad altro” Guardandoti indietro, ritieni che questa possa essere la tua stagione migliore? Su cosa pensi di essere cresciuto, al di là dell’aspetto tecnico? Magari portare la fascia può avere avuto una sua influenza? “Mi piace tirare le somme a fine stagione: abbiamo quattro partite molto importanti e poi il Mondiale per Club. Ma sono molto soddisfatto, per ora, di quello che sto facendo: credo di essere cresciuto ancora come persona ed è vero che la fascia mi responsabilizza. Devo essere un esempio per i miei compagni e per tutti. Io dico sempre che essere il capitano della Juve sia una cosa quotidiana, e cerco quindi di esserlo nella vita di tutti i giorni. Questo sicuramente mi sta aiutando a fare una stagione importante e sono molto contento, ma tutto dipende dai risultati della squadra” Anche perché tu sei tifoso. Questo forse un po’ pesa, fa la differenza? “Quando sono arrivato sì, vivevo le cose in maniera molto più coinvolta rispetto ad altri compagni. È un vantaggio, ma anche uno svantaggio. Ora credo di aver raggiunto una maturità tale da essere abbastanza equilibrato su tutto, in qualsiasi cosa che succeda in campo e fuori. È più difficile per la mia famiglia: loro sono juventini da sempre, quindi ho un altro tipo di pressione anche da casa. Ma ormai riesco a gestirla…” A proposito di gestione: la carriera prevede anche quella dei momenti negativi o delle delusioni. Tu che hai vinto l’Europeo, e che continui comunque a essere nel giro della Nazionale: il non essere convocato quanto ti è pesato? Hai parlato con Spalletti? Ti ha spiegato qualcosa? E cosa ti sembra di questa Nazionale, a centrocampo, dove stanno crescendo tanti giovani? “Quando non sono stato chiamato è stata una delusione enorme per me. Mi sono focalizzato sul lavoro, anche perché è l’unica cosa che possa fare: devo cercare di fare il massimo, non posso controllare cose che non mi competono, perché qualsiasi tipo di scelta viene fatto dall’allenatore: Ho parlato con il mister quando sono andato in Nazionale l’ultima volta, abbiamo avuto un bel colloquio. Credo che io debba sempre farmi trovare pronto: tornare in Nazionale, essere lì, è un mio obiettivo. Bisogna comunque fare i complimenti agli altri centrocampisti che ci sono: sono giovani, stanno crescendo e stanno facendo bene. Avranno un bel futuro... Ma sono giovane anche io! Ho 27 anni, quindi tornare in Nazionale è un obiettivo. È una cosa che mi sono messo in testa”

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Paolo Aghemo