Massimo Moratti compie 80 anni: "Tutti i miei ricordi nerazzurri"

Tanti auguri presidente Moratti, quando si celebra un compleanno con una cifra tonda viene la tendenza a fermarsi e a guardare un attimo indietro. Qual è la prima immagine calcistica che le viene in mente? "Grazie davvero per la vostra gentilezza e per il vostro affetto. La prima immagine a cui penso è quella di Vienna, per la finale di Coppa dei Campioni del 1964, la prima vinta dall'Inter. Mi fa tornare in mente la mia esperienza calcistica, quella di mio papà e di tutta la mia famiglia". Qual è la decisione che ancora oggi la rende orgogliosa dei suoi anni all'Inter? Quella che ha resistito meglio al passare del tempo, che le fa dire ancora oggi "sono stato bravo". "Non so se resiste nel tempo ma di certo l'acquisto di Ronaldo, che al tempo fu inaspettato, una sorpresa per i tifosi, come piaceva fare a me. Vederlo giocare era talmente un piacere. E poi Inter Campus, un'organizzazione per i bambini bisognosi di tutto il mondo che stiamo portando avanti da diversi anni e che sta funzionando benissimo. Quella spero possa resistere nel tempo ancora a lungo". A proposito di Ronaldo: le fecero più male le sue lacrime il 5 maggio 2002 o il suo sorriso dopo il gol nel derby con la maglia del Milan? "Chiaro che quel sorriso diede fastidio, però lui è sempre stato di carattere allegro, non gliene si può fare una colpa per essere stato contento dopo una rete. Con la Lazio all'opposto fu un momento di vera disperazione, per Ronaldo e per tutta la squadra, perché andammo davvero vicini alla vittoria e ci sfuggì per mancanza di sicurezza". Anche José Mourinho le ha fatto gli auguri via social. Il pensiero va per forza di cose alla notte della vittoria della Champions League e del Triplete, anche perché l'Inter potrebbe replicare tra poche settimane. Quante volte ha ripensato a quella serata? "È ovviamente un ricordo allegro, fa piacere ogni tanto ripensarci. Rivedere le immagini della partita, la telecronaca di Massimo Marianella, le lacrime dei tifosi. Difficile non commuoversi. Se devo rievocare qualcosa di bello la mente va subito lì, soprattutto perché è stato un momento indimenticabile per tanta gente". Pochi giorni fa uno dei protagonisti di quell'Inter, Ivan Ramiro Cordoba, ha detto ai microfoni di Sky che nel 2010 quella squadra non era forse la più forte ma di certo la più unita. Pensa che questo concetto si possa applicare anche all'Inter di Simone Inzaghi? "Beh sì, sta dimostrando grande carattere, superiore rispetto alle concorrenti in questa Champions. Ritengo che la personalità sia una delle caratteristiche peculiari di questa Inter di Inzaghi. Invece non sono molto d'accordo con Cordoba: nel 2010 noi eravamo i più forti ". Prima ha parlato della Grande Inter e di Vienna. Recentemente un grande pezzo di quella squadra, Jair, ci ha lasciati. C'è qualcuno che glielo ricorda in questa Inter? "A essere sincero, no. Jair aveva un gioco talmente particolare, specialemente appena arrivato in Italia: rapido, veloce, con grande fantasia palla al piede. E poi giocava come ala, un ruolo che nel calcio di oggi è cambiato molto. Ricordo Vienne e la Grande Inter con piacere ma per quanto mi riguarda il giocatore che bisogna ricordare assolutamente è Diego Milito. Fu fantastico in quella stagione, decisivo in finale di Champions, in finale di Coppa Italia e anche in trasferta a Siena per chiudere il campionato. Furono tutti bravissimi, ma Milito è il calciatore che merita più riconoscenza per i trionfi del 2010". Italia-Germania 4-3 ai Mondiali del '70 è stata una partita mitica. Italia-Brasile 3-2 ai Mondiali '82 è stata una partita mitica. Inter-Barcellona 4-3 di quest'anno potrebbe fare la stessa strada. Pensando alla sua filosofia di vita, la storia si scrive con le vittorie o con le emozioni? "Le emozioni. Perché ti portano a un ricordo. Anche negativo alle volte, ma identificano un momento della vita e quindi qualcosa di indimenticabile. Il calcio è un mezzo formidabile per metterti nelle condizioni di provare un'emozione. E poi sono state tutte partite di semifinale, che da un certo punto di vista è proprio il momento in cui capisci se sei pronto o meno per provare a vincere la coppa. Inter-Barcellona è stata fantastica ma devo dire che avendola vista dal vivo Italia-Brasile è stata qualcosa di ancor più incredibile, da tuffo al cuore". So che lei è anche un appassionato di tennis. Nel weekend del suo compleanno avrà tante partite da guardare al Foro Italico: la finale di Jasmine Paolini, impegnata anche nel doppio con Sara Errani e le semifinali di Musetti e Sinner. Quale match terrà d'occhio con maggiore attenzione? "Sinner ha giocato un quarto di finale spettacolare ma farò il tifo per tutti, sono tutti dei campioni. Chiaramente Sinner è superiore, è il migliore al mondo, ma fa piacere sapere che in questo momento il movimento italiano sia così presente in tutti i più importanti tornei del circuito". Presidente un'ultima domanda su Simone Inzaghi. Helenio Herrera è stato il grande condottiero dell'Inter di suo papà, José Mourinho il grande condottiero del triplete. Simone Inzaghi può aspirare a entrare in questa cerchia? "C'è già. Senza dubbio. Intanto perché è da diversi anni all'Inter. Poi perché ha conquistato già parecchi titoli importanti: il campionato, le Supercoppe e due finali di Champions League. Ha già scritto una pagina importante di storia dell'Inter, nei ricordi dei tifosi Simone Inzaghi è già presente".

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Massimo Moratti compie 80 anni: "Tutti i miei ricordi nerazzurri"