I numeri che spiegano lo scudetto di Conte

Finalmente abbiamo la risposta alla domanda che ci siamo posti il 30 ottobre. L’obiettivo personale Conte lo ha già raggiunto – stessi principi, meno codifiche, più interpretazione, più imprevedibilità. Basterà questo per vincere ancora? È bastato! In un campionato profondamente imperfetto, il Napoli è stata la squadra ad aver nascosto meglio i propri difetti e ad aver esaltato le proprie qualità. Pregi che le hanno permesso di vincere il campionato con 82 punti, eguagliando il record negativo di punti per una squadra campione nella storia della Serie A a 20 squadre: 82 come l’Inter 2009/10 e il Milan 2010/11. Nessuna squadra nei Top 5 campionati ha: Subito meno gol: 27 Sommato più clean sheet: 19 Subito meno gol da palla inattiva: 4 Subito meno gol da corner: 0 Subito meno gol di testa: 1 Concesso meno xG/tiro: 0.07 Inoltre, solo il Bayern Monaco ha concesso meno Expected Goals del Napoli. Non stupitevi di questi primati, per Antonio Conte sono un classico. Nessuno riesce così bene a far esaltare la sua squadra nel difendersi. Nessuno riesce a tenere sempre costante e alta l’attenzione dei suoi difensori. Infatti, in tutte le cinque stagioni in cui ha conquistato lo Scudetto, la sua squadra è stata sempre la miglior difesa del torneo e in quattro di queste occasioni ha subito meno di 30 gol totali. Stagione – Campione – Gol subiti: 2024/25 – Napoli – 27 2020/21 – Inter – 35 2013/14 – Juventus – 23 2012/13 – Juventus – 24 2011/12 – Juventus – 20 Due sono i calciatori che probabilmente rispecchiano meglio questa qualità. Il primo è Rrahmani. 38 partite da titolare su 38, il fratello forte rispetto alla brutta versione vista lo scorso anno. Il suo rendimento ha permesso al Napoli di dominare la propria area di rigore e nelle palle alte: 128 duelli aerei vinti con una percentuale di successo del 69,3%. Il migliore, se non consideriamo in questa classifica l’ingiocabile Milan Djuric. L’altro è Politano, l’attaccante difensore. Il suo sacrificio è stato incredibile. 5 gol e 3 assist in meno rispetto allo scorso anno, tante corse indietro, molto tempo passato al fianco di Di Lorenzo nella linea difensiva, mai in carriera aveva toccato così tanti palloni nella propria area di rigore. Se loro due possono essere considerati gli uomini simbolo per esaltare la difesa e il sacrificio di questa squadra, in attacco la scena se la prendono coloro che ieri hanno segnato i due gol vittoria. Scott McTominay non aveva mai segnato così tanto. Il suo record era stato di 7 gol, quest’anno ha chiuso a 12. Nessun centrocampista in A ha segnato quanto lui. I gol però oltre a contarli, vanno pesati: 8 reti sono servite al Napoli per segnare l’1-0. A questo aggiungici anche 4 assist per uno che in carriera al massimo ne aveva fatto uno a campionato. Se volete possiamo sommare anche il record per tocchi in area tra i centrocampisti in A. Per distacco MVP della stagione. Pesante anche il coinvolgimento sotto porta di Big Rom. Doppia doppia: 14 gol e 10 assist. Conte riesce ad esaltare tutte le sue qualità, soprattutto quelle associative. Nessuno nel nostro campionato ha completato più sponde per i compagni. Vi stupite se vi dico che l’unica volta che aveva servito 10 o più assist in campionato c’era sempre Conte in panchina? Lukaku ha vinto 4 volte in carriera un campionato: le prime due da ragazzo in Belgio con l’Anderlecht, le ultime 2 in Italia con Conte. Il Napoli ha segnato poco: 59 gol. Nella storia della Serie A a 20 squadre, la formazione vincitrice dello Scudetto con meno reti era stata il Milan nel 2010/11: 65 gol segnati. Non a caso sono 13 le vittorie con un solo gol di scarto. Se guardiamo la differenza tra gol attesi e gol segnati, il bilancio è buono: circa 3 gol in più rispetto alle occasioni create, un valore basso però se paragonato agli 8 gol in più dell’Inter o ai 10 dell’Atalanta. Nessuno però è stato più bravo nel finalizzare quelle che Opta definisce chiare occasioni da gol, quelle – per essere semplici – che non puoi sbagliare. % conversione chiare occasioni da gol: Napoli – 46% Monza – 45% Inter – 44% Lazio – 42% Milan – 40% Occasioni create soprattutto grazie alle interazioni e connessioni a destra. Di Lorenzo, Politano con in mezzo Anguissa, lo spazio occupato, la palla dietro che diventa un assist. Nessuna squadra ha servito più cutback nel nostro campionato. Interessante analizzare anche il pressing, moderato ma efficace. Il Napoli ha alternato momenti di pressione orientata sull’uomo a periodi di attesa. Con 6 gol da recupero alto è la miglior squadra di questa classifica insieme a Inter e Como. Più difficoltà invece dopo una palla recuperata nella propria metà campo. Il contropiede non ha funzionato, è stato un difetto, soprattutto se paragonato alle altre formazioni allenate da Conte. xG creati da contropiede: Inter 2020/21: 0.21 xG Tottenham 2021/22: 0.15 sG Napoli 2024/25: 0.04 xG Solo 16 attacchi in contropiede e 0 gol segnati, nessuno peggio di loro in A. Ancora una volta Conte è arrivato e con le sue idee ha stravolto una squadra. Ancora una volta ha portato un gruppo di ragazzi dalle stalle alle stelle. Guardate questa classifica: dall’inizio dello scorso decennio, in tre delle cinque occasioni in cui ha vinto lo Scudetto una squadra che non giocava le coppe europee, in panchina c’era Antonio Conte. Stagione – Campione – Competizione – Allenatore: 2024/25 – Napoli – Serie A – Antonio Conte 2016/17 – Chelsea – Premier League – Antonio Conte 2015/16 – Leicester – Premier League – Claudio Ranieri 2011/12 – Juventus – Serie A – Antonio Conte 2011/12 – Montpellier – Ligue 1 – René Girard Conte ha dimostrato ancora una volta di essere un fantastico instant coach. Vedremo se continuerà il suo lavoro a Napoli, una cosa però è certa: Conte quando va via non lascia le macerie. Lascia una base forte per ripartire, lascia mentalità da sfruttare, lascia calciatori migliori. Se sarà così anche a Napoli lo scopriremo probabilmente tra pochi giorni, adesso bisogna solo far festa.

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Andrea Marinozzi