Lo scudetto del Napoli passa dalla catena di destra Di Lorenzo-Anguissa-Politano

Di Lorenzo, Anguissa e Politano: una delle chiavi tattiche del successo del Napoli è il funzionamento ottimale dell’intera catena di destra. Per tutta la stagione, hanno assicurato qualità e quantità: copertura difensiva ad altissimo livello ed efficacia offensiva di grande impatto. Capaci di garantire, tra gol e assist, un terzo delle reti complessive in campionato dagli azzurri. Per me rappresentano la colonna su cui mister Conte ha potuto costruire la vittoria di questo Scudetto: non è un caso, infatti, che questi tre giocatori rappresentano un significativo anello di congiunzione con il Napoli di Spalletti. Loro c’erano: ieri come oggi. Io li conosco bene e posso dire che, per un club che vuole vincere, è fondamentale avere all’interno del proprio organico atleti con queste caratteristiche fisiche, tecniche, mentali e morali e che hanno la capacità di eseguire, sul campo, esattamente ciò che il loro allenatore gli chiede. Sono valori non scontati: rari, addirittura. Prima di spiegare perché, insieme, hanno funzionato così bene, penso possa essere utile analizzarli come singoli. Partendo, ovviamente, dal capitano: 39 partite, 3 gol, 3 assist. E pensare che alla fine della scorsa stagione sembrava che dovesse andare via: complimenti a Conte per averlo convinto a restare e a tirare fuori il massimo da lui. Giocatore di gamba, forte nella tecnica, nel fisico. Integro, tiene i contrasti, ha colpo di testa e la sua intelligenza tattica è impressionante. È un leader silenzioso: parla poco ma quando lo fa tocca le giuste corde e riesce a farsi seguire dal gruppo. Il suo ruolo naturale è quarto di difesa ma lo abbiamo visto giocare ad altissimi livelli sia come terzo, sia come quinto e anche a centrocampo. Ha un grande cuore ed è una persona di alte qualità morali. Politano ha un’ottima tecnica e una dote rara: nell’arco dei 90 minuti riesce più volte a ripetere sprint ad alta velocità, superiori ai 25 km/h: posso garantire che quando si compete ai livelli più alti, questa caratteristica fa davvero la differenza. Quest’anno ha giocato, praticamente, sempre: 39 presenze, arricchite da 3 gol e 5 assist. Da una prima impressione può sembrare leggero ma è soltanto apparenza, perché nella realtà è un giocatore solido che sa andare forte e deciso nei contrasti e contribuire in maniera decisiva alla fase difensiva. Lo ricordo bene nei nostri allenamenti. Era davvero dura stargli dietro. È un giocatore che attacca la profondità, ha gamba, una sterzata decisa, è bravo ad andare incontro alla palla per giocarla di prima con il sinistro e attivare l’attaccante: quest’anno, con Lukaku, lo abbiamo visto benissimo. Può giocare a tutta fascia, è efficace nel tiro e nei cross perché calcia molto bene con entrambi i piedi. Anguissa è un leader vero. Un centrocampista totale per il quale, quest’anno, parlano anche le statistiche: 6 gol e 5 assist in 37 partite. Garantisce supporto difensivo perché ha una potenza fisica impressionante e anche tecnicamente, fidatevi, è un top. Come Di Lorenzo, predilige le sovrapposizioni centrali. Gioca con entrambi i piedi, è forte di testa e riesce a stare sempre nel vivo del match. Io, da terzino sinistro, ho avuto il piacere di formare, con Marek Hamsik e Lorenzo Insigne, una catena che era molto offensiva e che sapeva far divertire ma che era molto più sbilanciata. Loro tre formano, perciò, una catena diversa ma che si avvicina alla perfezione, affidabile – oltre che per motivi tecnici e tattici – anche a livello fisico: quest’anno, come abbiamo visto, infatti, ci sono sempre stati. Insieme funzionano bene perché sono giocatori che intercambiano molto le posizioni tra di loro e, grazie alla loro intelligenza tattica, riescono sempre ad occupare gli spazi vuoti, dare la giusta copertura alla squadra e, al tempo stesso, creare problemi agli avversari. Quest’anno nelle partite del Napoli, da destra, c’era sempre uno che attaccava la profondità: quasi sempre Politano andava a dare fastidio al terzino mentre gli altri due restavano in copertura. Proprio questo equilibrio è stato a mio avviso determinante anche per l’esplosione di McTominay, più attivo sull’altro lato del campo. In chiave offensiva, anche qui parlano i numeri: un terzo dei gol, tra reti e assist, è arrivato da loro. Complimenti, ovvio, anche a Conte. Bravo a sfruttare al massimo il potenziale di questi tre calciatori che, anche nella rotazione dei moduli, hanno sempre garantito qualità offensiva e solidità difensiva. Ma c’è anche da dire che Giovanni, Matteo e Zambo, da questo punto di vista, gli hanno facilitato il compito perché la loro caratteristica comune, come ho già detto, è la spiccata intelligenza tattica. Per gli avversari, soprattutto per i terzini sinistri, sono dei clienti davvero difficili: cambiano di continuo le posizioni tra loro e quindi puoi trovarti a marcare prima Politano - che è mancino e a cui piace attaccare la profondità - poi Anguissa che, con la sua potenza, può aprirsi degli spazi centrali e, dopo ancora, Di Lorenzo, bravo a crossare ma anche a sovrapporsi internamente. Se il Napoli quest’anno è stata la miglior difesa del campionato, molti meriti li hanno loro. A livello tattico sono perfetti ma sono anche giocatori che contribuiscono moltissimo alla crescita e alla coesione dello spogliatoio. Anguissa è un leader dentro e fuori dal campo, Politano e Di Lorenzo si guadagnano autorevolezza e gradi di leadership attraverso l’attitudine quotidiana negli allenamenti e il modo di stare e di sacrificarsi nelle partite. I successi non vengono mai dal caso. La differenza può stare in un punto in più in classifica, quindi in dettagli che possono sembrare secondari. Ma il calcio è bello perché è vincente quando una squadra funziona in ogni sua meccanica. Come Di Lorenzo, Anguissa e Politano, tre protagonisti assoluti di questo scudetto.

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Faouzi Ghoulam