Cosa ci ha detto la prima conferenza stampa di Chivu

Per avere il titolo della conferenza stampa di presentazione di Cristian Chivu all’Inter bastano poco più di 3 minuti. E ci pensa il presidente in persona, Giuseppe Marotta: “È un orgoglio per noi avere un allenatore Made in Inter”. Insomma, i nerazzurri hanno cercato Fabregas , ma hanno scelto qualcuno per cui entrare ad Appiano Gentile non possa considerarsi un ‘trasferimento’, ma un rientro a casa. Qualcuno a cui non dover spiegare il significato di interismo, qualcuno che sappia valorizzare i giovani e ridare nuova linfa a un ciclo scricchiolante. Qualcuno che con l’Inter abbia vinto tutto e che ambisca a rivivere quei giorni. Non poteva essere che lui, quindi. La parola più usata nella sua chiacchierata con i giornalisti? Umanamente. Chi lo conosce sa che è una parola non scelta a caso per il nuovo allenatore dell’Inter. La distinzione tra talento, professione e lato umano è troppo spesso lasciata al suo destino, quasi dimenticata, come se le capacità in campo fossero sufficienti a coprire tutto il resto. Da giocatore l’aveva capito. E dovrà essere chirurgico, come nei suoi interventi 'al limite', per farlo comprendere a chiunque gli capiti sotto tiro. Josè Mourinho, uno che di panchina e di interismo ne capisce qualcosa, ha dato la sua benedizione: “Era già un allenatore in campo, aveva visione, la testa giusta”. Parlando di testa, ai tifosi nerazzurri potrà sempre ricordare di avercela quasi lasciata, in quel terrificante scontro di gioco con Pellissier, nell’anno del triplete. Frattura del cranio. Intervento. Ricostruzione. Mesi difficilissimi, paure incontrollabili. Archiviate con una determinazione e una rapidità fuori dal comune. Dal 6 gennaio 2010 infatti, Cristian ha disputato ogni match indossando la stessa protezione toccata, ad esempio, a Petr Cech, quel caschetto che quasi come una biblica armatura, lo hanno trasformato in uno degli eroi del triplete. Insomma, è abituato ad abbattere paure e lottare duro, anche contro i pronostici. “Cosa può dare Chivu all’Inter?” “Questa è bella”, e sorride prima di abbassare lo sguardo per cercare le parole giuste. Pochi secondi e arrivano di getto. “Tutto quello che ho”. E a guardarlo negli occhi non sembra pochissimo. I tifosi interisti hanno sentito tutto quello che avrebbero voluto sentire. E anche il demone del web, si è placato. Sul suo cellulare c’è ancora quella chat dei ‘ragazzi del 2010’, i primi a fare il tifo per lui… perché “una vittoria come la nostra unisce per sempre”, non fa fatica ad ammettere, proprio mentre qualche ora prima al quartier generale dei nerazzurri a Los Angeles, era passato a trovarlo Mike, come lo chiama lui, vale a dire Maicon Douglas Sisenando. E a proposito di interismo: arriva anche l’ufficializzazione dello staff, con altri quattro ex nerazzurri: il viceallenatore Aleksandar Kolarov , Angelo Palombo, già con Chivu a Parma e 3 partite con l’Inter nel 2012, Paolo Orlandoni, ex portiere nerazzurro e ora preparatore dei portieri, e Stefano Rapetti, già preparatore atletico ai tempi di Mourinho. Eccolo qui, allora, l’antidoto al 'trauma' di Monaco, quel mal di pancia da 5-0 e quell’abbandono in tutta fretta che sembravano aver seppellito l’Inter nel giro di una manciata di giorni. Tornare alle radici. Quando si smarriscono i riferimenti, quando in dubbio c’è la stessa propria affermazione, meglio ripartire da qualcosa di solido. Come sta provando a fare anche la Nazionale. Ma l’Internazionale è tutta un’altra storia.

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