90/10, storie di calcio: il golazo di Zinedine Zidane (2° episodio)

Alla fine, un gol è sempre un gol. Può capitarti di vedere il gol più bello della tua vita in una partita di paese, o magari di non vederne alcuno in un big-match. Non sai mai se si paleserà e come lo farà, finché non arriva all'improvviso...come un fulmine, accecante e definitivo. Però ci sono dei gol che logicamente rimangono più di altri, e ci sono gol che oltre a fare epoca per la loro bellezza e la loro importanza, possono fotografare l'intera carriera – verrebbe da dire la reale essenza – di chi li ha fatti. Se eleviamo tutti i possibili fattori all'ennesima potenza, cosa potremmo ottenere? Un gol bellissimo, segnato in una partita importantissima da un campionissimo. Ecco, se immagino di mixare questi tre ingredienti, il primo cocktail che mi ritrovo davanti è il golazo di Zinedine Zidane a Glasgow, nella finale di Champions League 2001/2002 contro il Bayer Leverkusen. Un gol iconico per grazia e spietatezza, dogmi e ambivalenze, repentinità ed eternità. Nella seconda puntata di 90/10, voglio riportarvi al momento del gol apicale nella parabola da giocatore di uno di più grandi di sempre. Al fatto che quel gol, segnato con il piede meno nobile ma con il massimo dell'aristocrazia, ha rappresentato per Zizou il sigillo di un imperatore ma anche la sua unica conquista, visto che quella rimane la sola Champions che abbia vinto da giocatore . E' stata anche la prima Champions League dei Galacticos di Florentino Perez, l'uomo che ha cambiato completamente il Real Madrid e il mondo del calcio in generale proprio mentre stava cambiando un millennio, spalancando una nuova era che ha visto lui e la Casa Blanca diventare la massima espressione mondiale del concetto di successo calcistico. E in quell'idea, ancora un po' balzana ma già oltremodo chiara, di costruire una supersquadra che fosse allo stesso tempo fantacalcio e grande marketing, l'acquisto di Zidane dalla Juventus era visto come il cardine centrale. E come ha fatto Florentino ad agganciare Zizou, facendone al tempo il calciatore più pagato della storia? Muovendo leve nascoste attraverso procuratori e intermediari, come si farebbe probabilmente oggi? Telefonando in prima persona? No, perché comunque siamo ancora all'inizio degli anni 2000, in quell'irripetibile epoca di passaggio che già lasciava intendere il futuro ma non aveva ancora sradicato il passato. In cui un qualcosa di estremamente globalizzato come il più grande colpo di calciomercato del mondo poteva ancora nascere in una grottesca situazione da B-movie. In cui potevi ingaggiare Zinedine Zidane per il Real Madrid grazie a un tovagliolo... E in quella notte da leggenda, in quel di Glasgow, c'è ovviamente anche il contraltare, il dramma immane, crudele ma perfettamente calcistico del Bayer Leverkusen, che – da outsider impensabile – si è ritrovato nel giro di due settimane dal poter vincere tutto al non conquistare niente, divenendo di fatto uno dei primi meme internazionali con l'etichetta di Bayer Neverkusen... il Bayer di chi poi ce l'ha fatta alla grande come Ballack e Lucio o di chi è rimasto invece incastrato nel buco nero di Hampden Park, come il pittoresco allenatore Klaus Toppmoeller o Zoltan Sebescen. Chi se lo ricorda Zoltan Sebescen? Pochissimi... ma io credo che Roberto Carlos se lo ricordi... perché è quello che più di tutti è andato vicino a rovinare tutto, e invece... Il tutto sullo sfondo di un'edizione rutilante della Champions League e di una società mondiale che – senza però saperlo ancora del tutto – stava chiudendo definitivamente con la spensieratezza della fine del Novecento e iniziava a sperimentare gli enormi, vertiginosi e per certi versi criptici cambiamenti portati dal Nuovo Millennio. Lì in mezzo, nella notte della finale di Champions fra il colossale e semidivino Real Madrid che apriva ufficialmente la sua era futura e il fragile ma umanissimo Bayer Leverkusen, è apparso come una folgore il gol più emblematico di Zinedine Zidane. Un algerino di Marsiglia capace di unificare tutta la Francia, uno passato alla storia per virtuosismi e testate, un solista per eccellenza poi diventato ineguagliabile gestore di gruppo. Chi se non lui, in quel momento e in quel mondo.... PUNTATA 1: IL 1993 DI ROBERTO BAGGIO

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Stefano Borghi