Il Milan ora sa sempre cosa fare e quando farlo: Allegri l'ha plasmato in 30 giorni

Termometro: strumento con il quale si misura la temperatura di un corpo. Lo dice la Treccani. E cosa c’entra con il Milan? Niente. Per questo lo diciamo. Perché Max Allegri non deve misurare la temperatura della sua squadra. Ma la controlla. E quindi proviamo a mescolare un po’ le consonanti e ci avviciniamo a una parola dal suono simile: metronomo. Ecco, l’allenatore ha stabilito i tempi di un Milan plasmato a sua immagine e somiglianza. Sa quando accelerare, sa quando frenare. Sa quando scherzare , sa quando essere seri. E per la cronaca, perché poi è quella che conta, sa quando vincere. E come. Dal 23 agosto al 28 settembre, da Milan-Cremonese a Milan-Napoli. È cambiato tutto. I poco più di 30 giorni di Allegri hanno un principio e una fine ben precisi. Perché ora parte la settimana che lo accompagna alla sfida più sentimentale di tutte, quella contro la ‘sua’ Juventus. Per arrivarci serenamente, l’allenatore ha dovuto stravolgere completamente il Milan degli ultimi 12 mesi e ci è riuscito, estate esclusa, in un solo mese. Quinta vittoria consecutiva, sesta vittoria nelle prime sette stagionali, 14 gol fatti e soli 3 subiti. Sono numeri lampanti che dimostrano il cambio di passo netto rispetto alla passata stagione. Non è solo una questione di sensazioni , ma proprio di numeri. I gol segnati sono di meno , ma è decisamente inferiore la voce al passivo: con Fonseca si era già arrivati a 10, ora il Milan è la seconda miglior difesa del campionato, dietro solo alla Roma che ha preso un solo gol. Tre reti prese, peraltro tutte a San Siro: 2 nel disastroso debutto contro la Cremonese, 1 di rigore contro il Napoli. Ci può stare. Difesa fondamentale, come ha ribadito anche Tomori dopo il Napoli. “Il mister ci ha sùbito fatto capire quanto fosse importante non prendere gol”, ha detto il giocatore tra i più impiegati di questo Milan. Anzi, se vogliamo proprio essere precisi, il blocco difensivo nelle ultime cinque partite non è mai stato toccato. E in generale l’11 di partenza è praticamente sempre stato lo stesso. Se pensiamo ai titolari, da quando è cominciato il campionato Allegri ha schierato 14 giocatori: quelli partiti contro il Napoli, più Musah , Terracciano e Loftus-Cheek. 14, che di fatto diventano 12. E saranno 13 con Leao: ora che è tornato, impiegarlo nel migliore dei modi non è di certo un problema, anzi. Parliamo di uno zoccolo duro di partenza che sta permettendo a tutti di avere le idee molto chiare su come muoversi. Pausa? Sì, ma… E a proposito di come muoversi, Allegri ha stabilito una routine di lavoro particolare. Almeno per questa settimana: far lavorare il gruppo al mattino di lunedì, con colazione obbligatoria, per poi lasciare il martedì libero. Un modo per lasciare l’euforia per la partita vinta solo ai tifosi e per mantenere alto il livello di concentrazione in vista della sfida contro la Juventus. Che al di là dell’aspetto sentimentale che lo riguarda in prima persona , ha anche un’incredibile valenza sul piano della classifica. Vincere, o comunque non perdere, permetterebbe di arrivare alla sosta con una posizione di classifica decisamente consolidata e con la consapevolezza che questo Milan abbia davvero cambiato velocità. Lo sta facendo a passo di danza, ma sembra quasi un passo di marcia. Come un metronomo. Tic, tac…

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Peppe Di Stefano