Nessuno in Italia gioca a calcio come il Como

L’aspetto più bello del Como targato Fabregas è questo: dà tante risposte, lascia poche domande. Una, forse, un giorno proveremo anche a chiedergliela, ma non è ancora il momento giusto. Perché quello che va esaltato, adesso, è l’essere riuscito a far giocare la squadra esattamente come avrebbe voluto. E non è per niente una cosa da poco. Fabregas ha avuto infatti la capacità di farsi seguire dalla sua società: ha chiesto un preciso tipo di giocatori per proporre il calcio che aveva in mente e quei giocatori sono arrivati. L’impianto è chiaro: l’allenatore voleva un portiere e dei difensori centrali che giocassero bene con i piedi. E da lì parte tutto. Ma il dato veramente sorprendente è un altro: con soli 7 gol subiti, il Como è sul podio delle difese migliori del campionato. Visto il gioco proposto, ce lo saremmo potuti aspettare di meno. Il merito è delle riaggressioni e di quella mentalità tutta spagnola che l’allenatore ha chiesto alla sua squadra. Soccerment spiega come il Como sia al primo posto in Serie A per pressing, costringendo le avversarie a una media di 12.72 passaggi indietro ad azione: vuol dire che tanti ne servono per provare a superare la squadra quando è in fase di non possesso. Ed è proprio quello che si nota: Fabregas chiede molti giocatori vicino alla palla e anche quando sbagliano un movimento o un passaggio, riescono a chiudere con grande efficacia le ripartenze avversarie. Per essere onesti, non è la prima volta che vediamo un gioco simile. Solo che raramente, Bologna escluso, lo abbiamo visto in Italia: è un’impostazione molto internazionale. Molto spagnola. Non è un caso che 10 giocatori siano iberici. Non è nemmeno un caso che quel gioco assomigli molto a quello della Nazionale spagnola in cui Cesc giocava e che mantiene un’impostazione di scuola Barcellona o Real Madrid: rispetto all’Italia, in cui la fase difensiva si basa di più sull’organizzazione del blocco basso, sulla copertura delle diagonali e dello spazio, in Spagna si lavora sin da piccoli proprio sul concetto del pressing alto. Fabregas ha deciso di importarlo, insieme a quell’idea fondamentale dell’occupazione dello spazio del campo, al netto dei ruoli. È un gioco dispendioso, feroce, che porta a mantenere dei ritmi davvero molto alti. C’è chi, proprio per questo aspetto, l’ha paragonato al gioco di Gasperini. Ma è molto diverso: l’allenatore della Roma predilige una marcatura a uomo in modo piuttosto evidente; il Como cerca invece di controllare il pericolo in altro modo. Quando l’azione passa dai centrocampisti ai tre giocatori sottopunta, si può già notare come quelli senza palla siano pronti a marcare i riferimenti degli avversari, nel caso in cui l’attacco dovesse fallire. Si chiamano ‘marcature preventive’ e venivano adottate già in passato. Questo Como riesce a farlo davvero molto bene. Qualità È questione certamente di qualità, che non sono come di quella Nazionale spagnola in cui Fabregas giocava, ma che in parte ci si avvicinano. La difficoltà sarà ora nel capire come arginare le squadre di altissimo livello, che sono comunque in grado di fronteggiare quella riaggressione con intelligenza. Ma è parte di un percorso di crescita che Fabregas, siamo sicuri, ha già in mente e lo conferma il fatto che giochi con un’impostazione offensiva molto chiara, indipendentemente da chi si trovi di fronte: viene favorito l’1vs1 sugli esterni o l’inserimento tra le linee di Nico Paz. Il giocatore più forte della rosa. Il secondo gol segnato al Sassuolo spiega proprio questo movimento e una serie di caratteristiche dell’ex Real Madrid. Nico ha la capacità di essere sia un centrocampista, sia un attaccante: quando entra in area, si comporta da punta e non da trequartista che arretra e aspetta il pallone; quando invece deve scendere più verso la linea mediana, si comporta da regista puro, con visione di gioco ma anche con la capacità di inseguire l’avversario per provare il contrasto. In questa lettura e interpretazione a 360° è veramente un giocatore di una modernità sorprendente. Come sorprendente è stata la rovesciata tentata proprio contro il Sassuolo: un colpo del suo repertorio che non avevamo mai visto. E alla fine, a Fabregas la domanda la facciamo lo stesso: quali altre sorprese ci riserverà il suo numero 10? C’è ancora qualcosa che ha provato in allenamento e non in campo? Noi non lo sappiamo, l’allenatore sì. E siamo convinti che, nel caso, ce lo farà vedere molto presto.

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Nessuno in Italia gioca a calcio come il Como

Riccardo Montolivo