Fabio Grosso e l'arte di governare le onde: il suo Sassuolo naviga con le vele al vento

Chissà che, in questa storia, non c’entri davvero Pescara. Chissà se il filo teso tra la città adagiata sull’Adriatico e Sassuolo, lungo i 430 chilometri che le separano, non sia in realtà un cordone magico. Nel 2008 Massimiliano Allegri, uno che a Pescara ha lasciato segni molto profondi e conosciuto il suo ‘maestro’, Giovanni Galeone, aveva firmato la prima promozione in B negli ottantotto anni di storia calcistica sassuolese. Per Allegri l’inizio di una straordinaria carriera: 6 scudetti, 5 Coppe Italia, 3 Supercoppe Italiane. Nell’estate del 2012 è Eusebio Di Francesco a diventare l’allenatore della squadra della famiglia Squinzi. È di Pescara e con il club biancazzurro, due anni prima, ha ottenuto la prima grande gioia della sua nuova carriera da tecnico: la promozione dalla C alla B. Con il Sassuolo parte subito forte, è campione d’inverno e, dopo qualche affanno nella parte finale della stagione, batte all’ultima giornata il Livorno al Braglia di Modena , con un gol di Missiroli all’ultimo minuto, e certifica la prima, storica promozione in Serie A della squadra neroverde. Il primo anno conquista una salvezza un po’ faticosa ma poi mette le basi per un progetto che funziona e che lo porterà, al terzo anno di A, al raggiungimento del sesto posto e alla qualificazione per l’Europa League. “La favola Sassuolo”. Dodici anni dopo quella chiamata per Di Francesco, Giovanni Carnevali sceglie Fabio Grosso. La squadra è ridiscesa in B e Grosso, pescarese cresciuto all’accademia ‘Renato Curi’, vanto del calcio giovanile della città, la B l’ha vinta trionfalmente un anno prima a Frosinone. A Sassuolo, l’eroe del Mondiale 2006 sa di avere una squadra forte ma sa anche che il campionato può diventare di difficile lettura. E i cinque punti nelle prime quattro giornate gli danno una conferma. Poi, però, dalla vittoria di Carrara il passo anche un po' incerto diventa prima una corsa e poi una marcia trionfale che già ad aprile, con cinque giornate di anticipo, spinge i neroverdi di nuovo in Serie A. Sassuolo, oggi. Fare 2-2 a San Siro contro il Milan, giocando con qualità, personalità e sfiorando addirittura la vittoria, è roba grossa. Guardare la classifica, godersi il nono posto e sapere di essere a soli quattro punti da un piazzamento che varrebbe una seconda partecipazione ad una coppa europea lo è anche di più. Soprattutto ricordandosi con quali premesse era partita questa stagione, almeno secondo quelli che il campionato lo pronosticano sotto gli ombrelloni di luglio: “Dovrà sudare per la salvezza”. Fabio Grosso conosce bene quanto sia o possa diventare duro il percorso e non abboccherà neanche per un attimo alle lusinghe del momento. “Siamo una neopromossa e sappiamo quale debba restare il nostro obiettivo primario: la salvezza”. Ma intanto il Sassuolo gioca bene e segna tanto: con 21 gol realizzati ha il quinto attacco di questa Serie A e neppure il grave infortunio di Berardi, icona e leader del gruppo, sembra aver intaccato le sue consapevolezze tecniche e caratteriali. Altri momenti duri magari arriveranno ma questo Sassuolo sembra attrezzato per poterli sostenere: Grosso lo ha organizzato per saper governare anche le onde in tumulto. E filare via veloce con le vele al vento. A Pescara, la gente di mare lo sa fare.

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Daniele Barone