Dopo l'assegnazione dei 7 minuti di recupero da parte dell'arbitro, lo speaker del Partenio ironizza: "Sono stati concessi 12 minuti!". Multa di 1000 euro per l'Avellino che si scusa: "Non voleva essere una mancanza di rispetto nei riguardi degli ufficiali di gara"
"Ci saranno 12 minuti di recupero...". Possibile? In effetti no. Si tratta di una semplice, quanto curiosa, protesta dello speaker dello stadio Partenio di Avellino. Con i padroni di casa in vantaggio per 2-0 sul Perugia nel corso del posticipo del campionato di Serie B, l'arbitro Piccinini della sezione di Forlì ha deciso di assegnare ben sette minuti di recupero, poi regolarmente comunicato con il tabellone a bordo campo dal quarto uomo De Tullio. Una decisione ritenuta esagerata dal pubblico del Partenio, che ha chiaramente mostrato il proprio disappunto. E dello stesso avviso era lo speaker dello stadio che, ironizzando sulla decisione arbitrale, all'altoparlante ha detto proprio "Ci saranno 12 minuti di recupero...". Un'ironia che è costata cara all'Avellino che, per questo gesto dello speaker dello stadio Partenio, dovrà pagare una multa di 1000 euro.
Il comunicato del Giudice Sportivo e le scuse della società
A prendere questa decisione è stato, ovviamente, il Giudice Sportivo di Serie B, che ha ritenuto la società Avellino responsabile della singolare protesta dello speaker del Partenio. Questo il contenuto del comunicato, che motiva la sanzione di 1000 euro per quanto accaduto nel finale della sfida tra i biancoverdi di Foscarini e il Perugia: "A titolo di responsabilità oggettiva, per avere lo speaker dello stadio, durante la comunicazione al pubblico, ironizzato sul recupero concesso nel secondo tempo dal direttore di gara". Immediata è arrivata la reazione della società, con questo comunicato: "In merito all’ammenda inflitta dal giudice sportivo, relativamente alla comunicazione dello speaker circa il recupero concesso nel secondo tempo, la società fa sapere che quanto erroneamente comunicato non vuole rappresentare, nella maniera più assoluta, una mancanza di rispetto nei riguardi degli ufficiali di gara, del pubblico e delle squadre, né tantomeno è stata volontà dello speaker di fare ironia – peraltro del tutto fuori luogo - bensì di un errore di comunicazione per cui sia l’autore del messaggio, sia la società intendono scusarsi".