Due gol per avvicinare la salvezza: la seconda giovinezza di Ferrari a Salerno

Scena 1: minuto 60 di Salernitana-Südtirol. Calcio d’angolo da sinistra, la testa di Gian Marco Ferrari svetta sul pallone alto, gol del 2-0 , quello di fatto della sicurezza e che ridarà ai granata la vittoria che mancava da oltre un mese. Una vera e propria boccata di ossigeno. Scena 2: minuto 64 di Salernitana-Cosenza. La porta è la stessa, il calcio d’angolo è dall’altra parte e pure la traiettoria è diversa, più bassa, Gian Marco Ferrari sbuca vicino al secondo palo e insacca. Anche qui il 2-0. E saranno altri tre punti buoni per la rimonta : la squadra ora è appena sopra la zona playout, in quel clamoroso ingorgo che è la lotta per la salvezza non c’è nulla di prevedibile ma adesso il campionato sembra avere altri colori. Ferrari ha giocato 435 partite da professionista e segnato 19 gol, tra C, B e A. Mai gli era capitato di segnarne due di seguito e, con tre totali in questa stagione, è a un passo dall’eguagliare la ‘quota 4’ che rappresenta il suo massimo in carriera, con il Sassuolo 18/19, in serie A. Già, il Sassuolo. Questa storia deve ripartire necessariamente da lì. Sei anni e centonovantaquattro partite con la maglia neroverde sono un gran pezzo di vita. Quasi sempre con la fascia di capitano sul braccio. La scorsa estate, con l’amarezza di una brutta retrocessione, qualche critica di troppo e senza un rinnovo che forse si sarebbe aspettato, la necessità di ricominciare altrove. Hanno fatto squillare il suo telefono quelli della Cremonese e della Sampdoria ma, alla fine, quella più convincente è stata quella di Gianluca Petrachi, allora direttore sportivo: “Vieni a Salerno”. Petrachi, poi, a fine dicembre, è andato via, sostituito da Valentini; Ferrari, naturalmente, è rimasto e anche a Salerno gli hanno dato la fascia di capitano, dopo che Sepe era scivolato in panchina. Sono stati mesi duri. La retrocessione da digerire, i tre cambi di allenatore -da Martusciello a Colantuono, poi Breda e Marino- la classifica come un incubo, mai due vittorie di seguito. Almeno fino a questo aprile che profuma di speranza. Venerdì, Gian Marco è entrato in campo con i due figli tenuti uno per mano e l’altro in braccio. La famiglia è il suo primo carburante. Un po' di anni fa fece sorridere tutti inventandosi un suo cartonato da piazzare al centro della festa di compleanno del primogenito: era in ritiro con il Sassuolo e non poteva esserci… ma voleva esserci. La moglie Valentina e i bimbi sono più che mai importanti, adesso che ha dovuto reinventare la sua carriera da calciatore lontano dalla terra madre, l’Emilia. È nato a Parma, nel settore giovanile del Parma ha cominciato. Quindi il campionato di Eccellenza con il Monticelli, nei Crociati di Noceto il primo campionato da professionista , poi gli anni di Sassuolo, dopo essere passato da Renate, Gubbio, Crotone e Sampdoria. Pure il debutto in Nazionale, in fondo, ha un legame con le sue origini: 28 maggio 2021, a Cagliari, contro il San Marino. Lui, titolare al centro della difesa con Toloi, Gianluca Mancini e Biraghi e nel festoso 7-0 di quell’amichevole segnò anche il secondo gol degli azzurri. Fu l’unica presenza. Quella squadra, un mese e mezzo dopo, avrebbe trionfato all’Europeo. Oggi, per Ferrari, il trionfo sarebbe la salvezza della Salernitana. La scena 3, per ora, la può solo immaginare e sperare: un altro gol, quello decisivo.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Due gol per avvicinare la salvezza: la seconda giovinezza di Ferrari a Salerno

Daniele Barone