Millico, dallo scambio con Kean alla doppietta col Foggia: la sua storia

"L'attesa del piacere è essa stessa il piacere", diceva una famosa pubblicità di qualche anno fa. Con la celebre frase del filosofo tedesco Gotthold Ephraim Lessing sarà sicuramente d'accordo Vincenzo Millico, attaccante del Foggia che nell'ultimo weekend ha messo a segno i primi due gol della sua stagione in Serie C. Primi, certo. Ma anche bellissimi. Due slalom tra gli avversari della Turris, saltati tutti tra tocchi di suola, finte di corpo e accelerazioni, per poi concludere prima di destro e poi di sinistro e regalare il successo per 2-1 alla squadra allenata da Luciano Zauri nella 16esima giornata contro la Turris. Colpi che incantano, ma non dovrebbero sorprendere. Perché del talento di Millico si sono accorti tutti tanti tanti anni fa. Fin da quando, a 14 anni, Vincenzo arrivò nel settore giovanile del Torino per prendere il posto di Moise Kean, classe 2000 come lui che in quell'estate lasciò i granata per trasferirsi alla Juventus. E da dove arrivava Millico? Proprio dai bianconeri. Una sorta di ‘scambio’, un incrocio di mercato che portò i suoi frutti a entrambe le squadre. In 61 presenze con la formazione Primavera dei granata per lui 39 gol e 15 assist, decisive per vincere Coppa Italia e Supercoppa Italiana di categoria. Numeri che convinsero Walter Mazzarri anche a farlo esordire in prima squadra: 23 febbraio 2019, Toro-Atalanta, a un minuto dalla fine e con la squadra di casa avanti 2-0 esce dal campo Baselli per lasciare spazio al ragazzino che arriva dal settore giovanile. Negli anni successivi sempre più scampoli di partite e anche un gol contro il Debrecen in un preliminare di Europa League in granata, prima di spostarsi in prestito prima a Frosinone e poi a Cosenza. Nell'estate 2022 l'addio definitivo a casa sua, col Cagliari che decide di puntarci per la stagione della retrocessione in B. Poco spazio e poche risposte convincenti, che lo portano alla cessione all'Ascoli, sempre in Serie B, e poi al Foggia in C lo scorso gennaio. Ma perché uno con le qualità tecniche di Millico è finito nella terza divisione del calcio italiano? Per discontinuità e per qualche limite caratteriale. Negli anni al Torino, una volta venne messo fuori rosa da Moreno Longo, che lo aveva accompagnato nel percorso della Primavera prima di ritrovarlo tra i ‘grandi’, per una lite in allenamento scoppiata in seguito a una frase che il 2000 disse al compagno di squadra Edera: "Cosa li proviamo a fare i rigori, se in area tanto non ci arriviamo mai?". Un esempio che fa capire bene l'indole che aveva il giovanissimo giocatore. Che ora, a 24 anni, ha invece capito di essere arrivato a un punto chiave della sua carriera. "Io ormai mi sento foggiano - disse qualche mese fa - perché l'affetto che ho trovato qui è quello che mi serviva. Sono arrivato in punta di piedi e poi, piano piano, è stato un amore che è andato sempre a crescere. Io sento di avere la responsabilità di appartenere a questa tifoseria: tutti si aspettano tanto da me e io sono contento di questo, perché era quello che volevo e di cui ho bisogno". Stimoli e affetto tutti nuovi, ripagati domenica scorsa da una doppietta spettacolare. La prima tra i professionisti, aspettata per tanto tempo. L'attesa del piacere...