Kanchelskis, il vento dell’Est spazzato da West

Calciomercato

Vanni Spinella

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Storia triste di un campione che avrebbe dovuto garantire il salto di qualità alla Fiorentina e non riuscì a saltare la forbice di Taribo. Da lì, l'inizio della parabola discendente, fino alla scoperta di una serie di finte tutte da ridere

Non è dato sapere se quella mossa l’abbia ideata dopo aver incrociato il ciclone Taribo, per preservarsi tibie e caviglie da possibili attacchi futuri. Di sicuro gli avrebbe salvato la carriera se l’avesse esibita durante quell’Inter-Fiorentina maledetto. L’inventore in questione si chiama Andrej Kanchelskis, una stagione e mezzo in viola (dal gennaio 1997 al 1998) ma soltanto sulla carta, dato che, sommando i vari infortuni, una la passerà in infermeria. Meteora della serie A, “affaraccio” non tanto sul piano economico (pagato all’Everton 15 miliardi di lire, all’incirca 8 milioni di euro, fu rivenduto pieno di cicatrici a 5,5 milioni di sterline) quanto su quello tecnico, visto il tempo buttato via da una Fiorentina che in quel momento ambiva ai piani alti e non si accontentava di essere una qualsiasi delle “7 sorelle”.

Il colpevole numero uno in tutta la vicenda ha volto, treccine e modi rudi di Taribo West, guru di tutti i difensori picchiatori poi convertitosi e diventato pastore pentecostale in seguito a un paio di chiacchierate con Dio (della prima rese partecipe anche Marcello Lippi, nel celebre scambio di battute, ormai diventato gag, “Dio mi ha detto che devo giocare in attacco”, “Strano, a me non ha detto niente”).

Kanchelskis in azione contro l'Inter. Prima di essere travolto. Simeone già si giustifica: "Stavolta io non c'entro"

Diamoci un taglio

Una forbice in piena regola, quella che taglia gambe e prospettive alla promettente ala russa che ama gli scacchi e gli scatti, ha sposato la bella del paese (Inna, eletta miss Kropyvnytskyi da ragazza) e gioca col 17, incurante della scaramanzia, per ricordare il “compagno” (non di squadra) Karlanov, giocatore russo di hockey morto in un incidente stradale. Il 21 settembre 1997, alla terza giornata di campionato, sulla linea laterale a un passo dalle panchine di Simoni e Malesani, Taribo spazza via tutto ciò che incontra sulla sua strada, palla (mmmh…), caviglia ed erba di San Siro, e per Andrej inizia il calvario. Giallo per West, un mese di riabilitazione per Kanchelskis.

La Russia chiama

Tornerà, più sfortunato di prima, il 19 ottobre, in tempo per giocare gli ultimi minuti della partita contro la Roma in Serie A, dopodiché la Russia chiamò. Ci si gioca un posto al Mondiale del 1998 e gli spareggi mettono di fronte la nazionale di Kanchelskis e gli Azzurri. “Per fortuna West è nigeriano”, avrà pensato il povero Andrej, convocato dal ct Ignatjev che lo considera abile e arruolabile. In realtà non è ancora così. Alla mezz’ora lo scontro con Pagliuca (che di West è compagno di squadra nell’Inter: una maledizione) e come nelle migliori “sliding doors” si iniziano a scrivere due nuove storie, quasi opposte: la favola bella di Gigi Buffon, che debutta in Azzurro a 19 anni proprio al posto dell’infortunato Pagliuca entrando in maniche corte in quella fredda notte di Mosca, e il dramma di Kanchelskis, che come Gigi non patisce il freddo e, in virtù di quell’anestetico naturale, gioca altri 15’ con una rotula fratturata, rendendosi conto del danno solo all’intervallo, nello spogliatoio.

Kanchelskis salta un avversario, letteralmente, ai tempi dell’Everton. L’avesse fatto anche con Taribo…

Arrivano i Rangers

Stavolta i tempi per sanare la gamba già operata dal dottor Taribo e poi rivisitata in quel contrasto con l’assistente Pagliuca, sono più lunghi: Kanchelskis riappare solo a gennaio, ma dal quel momento in poi per lui saranno più che altro spezzoni di gara fino al termine del campionato. Quando i Rangers di Glasgow gli offrono la possibilità di ripartire, lontano da West e vicino a quell’Inghilterra in cui si era fatto un nome, onorando la fascia destra dell’Old Trafford prima che arrivasse Beckham, con Sir Alex Ferguson che ne aveva fatto il “gemello” di Cantona nello United che iniziava a collezionare successi.

Kanchelskis con la maglia dello United esulta dopo un gol. È l’unico giocatore a poter vantare un gol nei 3 derby più sentiti del calcio britannico: Manchester, Liverpool (con l’Everton) e Glasgow

Compagno, dove sei?

Ma non vi abbiamo ancora svelato la mossa “salva-vita” che forse l’avrebbe preservato dalle grinfie di Taribo e che inventerà proprio in Scozia, nel corso di una partita contro l’Ayr United. Salvavita per modo di dire, visto che con certe trovate, se incontri l’avversario che si è alzato col piede sbagliato o che non ha il senso dell’ironia, rischi di non essere compreso in tutta la tua genialità e track, nuova forbice. Ad ogni modo, durante un’azione d’attacco, la palla finisce sui piedi di Kanchelskis, sulla fascia destra: lui stoppa, sale con entrambi i piedi sul pallone, si porta una mano sopra gli occhi a mo’ di visiera e dopo esser sceso giù crossa.

Racconterà che stava cercando di vedere se il compagno Claudio Reyna, non esattamente un gigante, fosse appostato in area. Finirà 7-0, il che in parte spiega certe libertà da parte del russo, che con la maglia dei Rangers ci delizierà con altre invenzioni “scombussolavversari”, tipo il balletto stile Nureyev prima di scattare in fascia. E che ci lascerà con un grande interrogativo: fosse salito sul pallone al cospetto di Taribo si sarebbe salvato la caviglia?

"Kanchel-skills"/1: la sentinella

"Kanchel-skills"/2: la roulette russa