Stoccata del dirigente del Bayern Monaco, critico nei confronti del club francese: lo stadio è infatti costato ai tedeschi circa 550 milioni; dieci in meno rispetto a quanto speso dalla squadra parigina per l’attaccante brasiliano
I tedeschi da sempre sono considerati maestri nella gestione economica e nella capacità d’investimento, in politica quanto nello sport. E il Bayern Monaco ormai da oltre un decennio si è affermato come una delle società più virtuose e capaci di programmare uno sviluppo sostenibile legato alla crescita dei ricavi dovuti allo stadio, al player trading e al marketing. Un’attenzione che non ha mai concesso a una delle squadre più vincenti del mondo di fare colpi di testa sul mercato, di spendere oltre il consentito. Per questo le critiche arrivate da Karl-Heinz Rummenigge affidate a “Bild Sport” riguardo il faraonico trasferimento di Neymar al PSG erano quantomeno attese: “Neymar è costato ai parigini più del nostro stadio, l’Allianz Arena”, attacca il dirigente del Bayern, già promotore in passato della proposta di introduzione di una sorta di salary cap che potesse porre un freno alla crescita fuori controllo delle spese: “L'Ue bocciò la nostra proposta dei tetti salariali, ma noi non ci faremo coinvolgere in questa pazzia”. Guardando bene le cifre in effetti, le parole di Rummenigge sembrano proprio corrispondere al vero: il Bayern infatti spese circa 340 milioni di euro per la costruzione dello stadio, a cui si aggiunsero poi i 210 spesi dal comune per la riqualificazione delle zone limitrofe; circa dieci in meno rispetto al costo complessivo dell'operazione Neymar. Mai fare i conti in tasca ai tedeschi: alla fine hanno sempre ragione loro.