I conti del mercato del Napoli: De Laurentiis ha fatto all-in

È calcio, ma alla fine la metafora pokeristica è più che calzante: De Laurentiis ha fatto all-in. Perché ha voluto accontentare Conte. Perché ha voluto ridare alla piazza quell’entusiasmo che si era di nuovo affievolito dopo l’inizio dell’estate. Perché, soprattutto, ha paura di non riconquistare la Champions. Che è l’obiettivo primario del progetto di ricostruzione avviato con il nuovo allenatore. Champions, Champions, Champions. A tutti i costi. Anzi, “costi quel che costi”. E per ora sembra costare veramente tanto: il saldo è negativo anche contro ogni previsione di spesa, che già si sapeva sarebbe stata alta. Si parla di quasi 130 milioni di differenza tra quanto si è peso e quanto si è incassato, con la grande delusione Osimhen anche da gestire. Ricapitoliamo. È arrivato Buongiorno per circa 36 milioni di euro. Poi Marin, per altri 12. Quindi Neres, per 28 milioni bonus inclusi. Poi Lukaku, per 30 milioni di euro che hanno spostato la percezione del mercato del Napoli: “Si fa comunque, anche senza la cessione di Osi”. E De Laurentiis non si è più fermato: sono arrivate, l’ultimo giorno, le firme di Gilmour e soprattutto McTominay . Tantissimo. Le cessioni? Briciole, per un totale di 18 milioni grazie ai prestiti onerosi di Natan, Lindstrom e Cajuste, il prestito con obbligo di Gaetano e l’addio definitivo di Ostigaard. Pochissimo. E sia chiaro: si sono considerate solo le spese, senza contare gli ingaggi che sono pure pesanti. Ecco, questo Napoli ha un saldo negativo che non si vedeva da anni e che dimostra non solo tutte le ambizioni di De Laurentiis, ma anche la precisa convinzione che la squadra andasse rivoluzionata, anche a costo di sconfessare nella sua totalità, o quasi, il mercato della scorsa stagione. Conte l’ha detto sia in privato sia, come già ci si poteva immaginare, in pubblico e senza mezzi termini: “Chi pensa che l’annata scorsa sia stata storta, si sbaglia di grosso”. E quindi qualcosa era necessario fare. E facciamo un consuntivo: se si considerano le ultime stagioni, bisogna andare al 2019 per vedere un saldo negativo peggiore. Si trattava del secondo Napoli di Ancelotti : a fronte di circa 48 milioni di euro di incasso, De Laurentiis ne aveva spesi circa 143 . Un tetto che sarebbe stato ulteriormente sforato con gli acquisti invernali , fino ad arrivare a 210 milioni di spesa. Quell’estate il saldo è stato negativo di 95 milioni di euro, per acquistare giocatori come Lozano, Manolas, Di Lorenzo e Meret tra gli altri. Nell’arco della stagione intera, la forbice sarebbe aumentata a -161 milioni circa. Record. Ecco, se si considera solo questa estate, Da Laurentiis per Conte ha fatto di più, molto di più. E non è di certo un dettaglio da poco. Tra l’altro, analizzando stagione dopo stagione, il trend del Napoli è stato altalenante: a un’annata con un saldo negativo, ne è seguita una con saldo positivo . L’eccezione? È solo la scorsa stagione, guarda un po’. Quando nonostante il super incasso per la cessione di Kim, il bilancio ha registrato -24 milioni per scelte di mercato che, visti anche gli addii di questa estate, sono state evidentemente non adatti. E adesso si deve ripartire, per forza. O meglio, con un grande sforzo da parte della società che vuole cancellare gli ultimi, terribili, 12 mesi e guardare al futuro. Investendo tanto. Anzi, puntando al massimo. Sperando che non sia il tavolo a vincere. Ma il giocatore.

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