La storia di Ivan Kaviedes al Perugia e come Internet ha cambiato per sempre il calcio

Ormai non ci facciamo neanche più caso. Appena sentiamo il nome di un giocatore dato per ‘vicino’ alla nostra squadra del cuore lo ‘googliamo’ immediatamente per scoprire chi è. Lo cerchiamo sui vari social e, immancabilmente, andiamo su YouTube dove – come per magia – tutti sembrano fenomeni. Clicchiamo su ‘Best skills and gol of…’ e pum: siamo in piedi sul divano a esultare perché abbiamo appena comprato un campione. Più o meno, va quasi sempre così . Ma non è sempre stato così. Tutto è iniziato 40 anni fa, il 15 marzo del 1985. Nasceva ‘Symbolics.com’, primo dominio ‘.com’ registrato della storia del web . Da quel momento – perdonate la banalità ma è a tutti gli effetti la realtà – il mondo non sarebbe più stato lo stesso. E anche il calcio, inevitabilmente, è cambiato grazie a internet. Oggi le notizie viaggiano alla velocità della luce, gli acquisti vengono annunciati su Twitter/X e appena un sedicenne inizia ad allenarsi con una squadra di Serie A sappiamo in pochi secondi tutto di lui, dal suo idolo di infanzia al nome della maestra delle elementari. Ma prima non era così. In ‘La gioia fa parecchio rumore’ Sandro Bonvissuto racconta – tra le varie cose – come da bambino ha scoperto dell’arrivo di Falcao a Roma: “I giornali sportivi del bar dicevano che la Roma avrebbe acquistato un grande giocatore brasiliano, un campione che veniva da un club della zona meridionale del Brasile. L’acquisto, continuavano i giornali, non era quello altisonante di cui si era parlato sulla stampa sportiva nei giorni precedenti, ma uno diverso, forse di livello inferiore, anche se nessuno poteva dirlo con certezza, perché non si sapeva molto né dell’uno né dell’altro”. Tutto qui. Nessuna statistica, nessuna intervista al primo allenatore, nessun ‘best skills and goal’. Solo qualche voce, neanche così sicura. Ma oltre a tutto questo l’arrivo di Internet ha cambiato anche il modo di fare mercato delle società. Oggi tutti i club hanno accesso a un’infinità di dati e informazioni per selezionare i giocatori da seguire e, eventualmente, acquistare. Per arrivare a questo, però, è stato necessario del tempo. Diciamo fino al gennaio del 1999, quando al Perugia arriva Ivan Kaviedes. Come testimoniato da questa pagina del Corriere della Sera , il presidente Gaucci e la sua dirigenza scoprono l’attaccante su… internet! Quello di Kaviedes al Perugia è quindi il primo trasferimento della storia della Serie A concluso ‘on line’, come scriveva Roberto Perrone ormai 26 anni fa. E gran parte del merito è del suo agente Claudio Pasqualin, il primo procuratore a creare un sito dedicato ai suoi assistiti. Un aspetto curioso è cosa abbia convinto Gaucci a comprare il giocatore ecuadoriano: i suoi soprannomi! ‘Dinamitero’ o ‘El Terrible’, appellativi che lasciavano presagire la vis pugnandi dell’attaccante. E l’impatto effettivamente è stato devastante: nelle prime cinque in Serie A segna tre reti contro Juve, Sampdoria e Inter. Il conteggio dei gol però si fermerà qui. E anche quello delle presenze non va molto più lontano . Ma più delle prestazioni in campo, a Perugia si ricordano di lui per altro. A cominciare dall’aspetto. Capelli lunghi, gioca indossando un orecchino d’oro. I calzettoni sono sempre bassi, sulla maglia – numero 33 – al posto del suo nome c’è la scritta ‘Nine’, un altro suo soprannome che significa ‘il bambino’ ma che ricorda anche il numero 9 dei bomber. In campo ama tentare giocate non banali e bada poco al concreto. Spigoloso e molto sicuro di sé, un giorno litiga con il suo compagno di squadra Zé Maria. Conseguenze? Il Perugia lo esclude da una partita di campionato e lui per 'vendetta' decide di partire e tornare nel suo Paese. Scompare per due settimane, il club non riesce a rintracciarlo in nessun modo fin quando, come niente, Kaviedes torna a Perugia. La sua avventura in Serie A termina dopo appena sei mesi, abbastanza per far sì che tre diverse donne dicano di essere rimaste incinta di lui. Cosa che accadrà anche successivamente in Ecuador e che gli creerà problemi non da poco: viene bloccato all'aeroporto di Guayaquil e gli viene impedito di prendere un volo per il Cile perché deve prima verificare la paternità con un test del Dna. Oltre alle particolari avventure lontano dal campo, negli anni successivi Kaviedes lascia a suo modo il segno nel mondo del calcio. Nel 2001 segna un bellissimo gol in rovesciata contro il Barcellona, nel 2002 una sua rete porta per la prima volta l’Ecuador ai Mondiali. Anche nel 2006 centra la qualificazione mondiale e in Germania segna un gol rimasto nella storia per un’esultanza particolare: indossa una maschera gialla di Spiderman per ricordare il suo ex compagno di squadra e amico Otilino Tenorio, scomparso ad appena 25 anni nel 2005. Nel 2016, quando è ancora un calciatore ed è tesserato per l’Aviced FC, viene ricoverato in una clinica per curare la dipendenza da droghe. A marzo 2020 viene denunciato per aggressione dopo aver preso parte a una rissa per strada. Ad agosto dello stesso anno si fa espellere dalla panchina per aver dato il via a una rissa dopo una rete della squadra avversaria e successivamente riceve una squalifica di un mese. Anche quando smette di giocare, continua a fare notizia. Nel 2023 viene arrestato a Tena, in Ecuador, insieme ad altre nove persone per l’aggressione a un uomo. Le immagini del suo arresto fanno il giro del mondo. Resta in carcere qualche giorno e poi viene liberato. L’ultima notizia? A ottobre 2024 prende parte a un incontro di boxe contro il suo ex compagno di squadra Armando Paredes. Tutte queste notizie le abbiamo potute raccontare grazie a qualche ricerca su Internet e video pubblicati sui social. Chissà se, potendo leggere tutto questo, Gaucci avrebbe comunque comprato Kaviedes in quel gennaio del 1999. Una risposta a questo interrogativo non c’è, ma oggi è invece possibile rispondere a una domanda che si poneva Perrone nel suo articolo di 26 anni fa: "Kaviedes, il primo giocatore on line, apre le porte al mercato del terzo millennio?". Beh, la risposta è un deciso sì.

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