Bouaddi, il talento del Lille che ha "stregato" Allegri. E quel legame col Milan...

Capello riccio, fisico longilineo, e quelle movenze che ad Allegri ricordano uno dei suoi pupilli di sempre: Adrien Rabiot. Non a caso, Gianluca Di Marzio quando ha parlato della possibile liason tra Ayyoub Bouaddi e il nuovo allenatore del Milan ha usato un aggettivo: stregato. Perché sì, di fronte a questo giocatore che di Rabiot ha proprio le movenze ma ben 12 anni in meno, Allegri ha visto un potenziale fenomeno. Di quelli da portare in rossonero, prima che la concorrenza sia troppa. Già da record Di Bouaddi in rossonero si parla già da qualche mese. Quando però la gestione del Milan era tutta diversa. Nastro riavvolto al 5 ottobre 2023: Paulo Fonseca è allenatore del Lille, e in Conference League decide di far esordire a 16 anni e 3 giorni il giovane talento contro il Klaksvík, squadra delle Far Oer che probabilmente Ayyoub prima nemmeno conosceva. Il portoghese ci punta, lui non tradisce: gioca con grinta, personalità, sapendo benissimo di essere entrato già nella storia. Perché, ricorda Opta, nessuno come lui con la maglia del Lille è mai sceso in campo a quell’età. Anzi, nessuno come lui lo ha fatto a quell’età in tutte le competizioni internazionali. Da lì si può solo migliorare, pensa Bouaddi, e le occasioni non se le lascia sfuggire. La scorsa stagione colleziona anche un assist in Champions League, dove gioca regolarmente , diventando il calciatore più giovane in assoluto ad aver raggiunto almeno 50 presenze nelle ultime due stagioni nei Big-5 campionati europei. E non si parla solo di competizioni nazionali. Ma di quelle anche internazionali. Esperienza e potenziale È inutile dire che uno così, di fatto, possa essere già pronto per il salto di ambizioni. E abbiamo portato un po’ avanti il nastro di prima, spostandoci a ottobre. I rumor di mercato lo associano al Milan, ed è normale, essendoci Fonseca in panchina. In effetti, poteva essere un nome su cui puntare per il mercato di gennaio 2025. Solo che a gennaio 2025 l’allenatore è cambiato e quel nome è tornato nel cassetto della scrivania rossonera. Fino all’arrivo di Tare e Allegri: il giocatore piace e può fare decisamente comodo. Soprattutto visto che l’allenatore non ha intenzione di stravolgere l’impianto di gioco dei rossoneri, pur introducendo le sue idee e il suo carattere. E se guardate la grafica di Soccerment, nel calcio di Allegri uno come Bouaddi ci può stare eccome. La sua heatmap dimostra già qualcosa. Il francese è un centrocampista centrale ma che spazia per tutto il campo. Nelle giovanili era un trequartista; a poco a poco è arretrato. Qualcuno ha detto Pirlo? La suggestione c’è, ma in realtà è un giocatore bravo a inserirsi soprattutto quando non ha la palla. I dati infatti dimostrano come spicchi molto per i passaggi lunghi e per il numero di contrasti e intercetti, mentre abbia valori molto bassi per i passaggi ma soprattutto le conduzioni progressive palla al piede. Non stiamo quindi parlando di un giocatore fatto per impostare la manovra, di un metronomo, ma di uno che sa riconquistare il pallone dagli avversari e che con i suoi movimenti può aiutare a creare la superiorità numerica in attacco. E se già ne avevamo una percezione anche solo visiva, ora abbiamo la conferma anche statistica: secondo le rilevazioni di Soccerment, l’indice di similarità con Rabiot è del 95%. Altissima. Il riferimento va all’Adrien soprattutto delle stagioni 19/20 e 21/22, prima che diventasse un vero e proprio jolly per la squadra. Ma nulla vieta che, nel tempo, possa diventarlo anche Bouaddi. Perché l’ha detto lui stesso, in un’intervista dello scorso aprile: “Sono solo al 60% del mio potenziale”. E la sensazione è che sia proprio vero: a nemmeno 18 anni, Bouaddi può diventare uno di quei giocatori di cui si potrebbe sentire parlare per anni e anni. Magari in Italia? Non è dato saperlo. Ma nella stessa intervista, tra i suoi idoli aveva eletto anche Modric. È normale, visto quello che Luka rappresenta per il calcio, certo. Ma sapere che l’ex Real Madrid diventerà rossonero magari può diventare un incentivo in più. Crescere con i propri idoli, d’altra parte, non ha prezzo.

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