Pubill un anno dopo: dall'Atalanta a Roma e Milan, storia di un treno da non perdere

Ci sono treni che sembrano destinati ad una stazione ben precisa, poi cambiano binario all’ultimo secondo. L’Atalanta lo voleva, lui era già a Bergamo. Ma le visite mediche - non passate - furono uno spartiacque, e Marc Pubill restò all’Almeria. Un anno dopo, la sua stagione racconta tutta un’altra storia: non quella del rimpianto, ma della rinascita. Alcuni talenti si rivelano a fuoco lento, centimetro dopo centimetro lungo la linea laterale. Come se non volessero disturbare. Marc Pubill è uno di questi: non ha mai cercato i riflettori, ma ha imparato presto a farsi notare nel momento giusto. Classe 2003, terzino destro di spinta e intelligenza, è uno di quei profili che sfuggono ai radar finché un giorno non li guardi davvero. E allora ti accorgi che quella traccia c’era da sempre: bastava solo sintonizzarsi sulla frequenza giusta. Nato a Terrassa, nel cuore della Catalogna operaia e a meno di trenta chilometri da Barcellona, Pubill cresce nelle giovanili dell’Espanyol, prima di completare la propria formazione nel Levante. A 18 anni debutta già in Liga, in un contesto complicato, e sente subito tutto il peso della responsabilità. Il Levante retrocede, lui resta. E nella Segunda División, la Serie B spagnola, comincia il suo viaggio silenzioso. Fatto di piccoli passi, ma verso una giusta direzione. Nel 2023 passa all’Almeria per circa 5 milioni di euro. Un progetto ambizioso, pensato per crescere, che però si complica in fretta: la squadra retrocede, ancora una volta. Ma è proprio lì, in mezzo alle difficoltà, che Pubill sboccia. Nella stagione 2024/25 gioca 36 partite di campionato, segna un gol e serve quattro assist — tanti quanti quelli collezionati nelle tre stagioni precedenti sommate . Una crescita evidente. Non solo nelle statistiche, ma nella lucidità delle scelte. Nella qualità dei momenti. Tra i difensori della categoria che hanno servito almeno due assist, solo uno è più giovane: Jozhua Vertrouwd del Castellón, classe 2004. Pubill è del giugno 2003. La giovinezza, per lui, non è un limite. È solo una promessa. I numeri raccontano un’identità in costruzione: 34 tiri, 12 nello specchio, margine ampio di miglioramento nella fase conclusiva. Ma anche 105 cross stagionali — oltre due a partita — e 21 palloni intercettati. Un dato che suggerisce la sua vocazione: più propositivo che difensivo, più portato a costruire che a contenere. Il suo stile è fatto di accelerazioni misurate e scelte pensate. Non ha la prepotenza fisica di certi terzini moderni — pur sfiorando il metro e novanta — ma compensa con una tecnica pulita e spesso un buon senso della posizione. Raramente va sul fondo senza sapere cosa fare. Ora che l’abbiamo contestualizzato e conosciuto meglio, vi ricordate dove eravamo rimasti poco meno di 365 giorni fa? Marc Pubill era a un passo dall’Atalanta. Letteralmente. Era l’11 agosto 2024 quando arrivò a Bergamo per sostenere le visite mediche dopo un accordo trovato intorno ai 16 milioni di euro. Poi qualcosa andò storto. Lo staff medico della Dea giudicò non idonea la sua condizione fisica. L’affare saltò. Pubill tornò all’Almeria. Qualche mese più tardi, lo stesso giocatore raccontò la sua versione: “Sono cose che succedono nel calcio. L’Atalanta si è comportata bene con me. Quando ero alle Olimpiadi ci siamo sentiti più volte con il direttore sportivo. Puntavano su di me, sono andato lì a firmare e ho superato le visite mediche, per quanto si fosse detto che non le avevo superate. Infatti, il medico lì mi ha chiesto chi mi avesse operato al ginocchio, perché ha visto che stava molto bene. Poi, per decisioni loro, si sono tirati indietro. Ho superato le visite mediche e il giorno dopo sarei andato al club per il media day e tutto il resto. Mi hanno detto di scendere per il pranzo, cosa che non avevo ancora fatto. Quando sono salito per vedere la mia famiglia, mi hanno detto che c’erano dei problemi e che stavano cercando di rinegoziare le cose. Siamo andati in albergo e lì il mio agente mi ha detto che l’accordo era saltato. il mio ginocchio è perfetto. Ho continuato a giocare e non ho nessun problema. Non so se l’hanno messa come scusa o se ne hanno davvero approfittato”. Nessun rancore, nessuna rivalsa. Solo motivazione. Pubill ha ricominciato da lì, dal basso, come è abituato. Costruendo passo dopo passo la propria credibilità. Senza riflettori. Senza proclami. Ma con la certezza che, prima o poi, la seconda occasione sarebbe arrivata. Il treno per l’Atalanta si è fermato in anticipo. Ma quello giusto potrebbe già essere in arrivo. E — guarda lo scherzo del destino — potrebbe fermarsi proprio a pochi chilometri da quella stessa stazione.

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Pier Francesco Monachino